Da qualche tempo il nome di Trump sembrava scomparso dalle cronache per lasciare spazio a Biden, ai suoi democratici venti di guerra e al suo inaspettato trumpismo nell’imporre che tutte le amministrazioni federali  comprino americano mettendo in grande difficoltà i suoi estimatori europei. Ma l’ex presidente è tutt’altro che archiviato  anzi proprio ieri è riapparso  su una serie  canali alludendo a una sua possibile corsa per le presidenziali del 2024 e alla creazione di una piattaforma web del tutto indipendente dai social: lo ha fatto non prima di aver attaccato a fondo Biden accusandolo di essere mentalmente confuso o di aver mentito sui vaccini contro il coronavirus quando ha affermato che le vaccinazioni sono cominciate solo dopo il suo insediamento mentre erano cominciate a dicembre tanto che Biden stesso si era fatto riprendere mentre si vaccinava ( o magari fingeva)  scampando alle strage che i vaccini a mRna stanno compiendo nelle case di riposo: un giornale spagnolo ( catto conservatore)  riporta la notizia di quasi 800 anziani morti in una settimana dopo l’iniezione. Notizia bomba peraltro non riportata e non smentita da nessuno, anche se da giorni si susseguono segnalazioni di morte post vaccino nella penisola iberica.  

Comunque sia, Trump dopo aver evitato il grottesco impeachment che i democratici volevano infliggergli in quanto mandante dell’assalto al Campidoglio, è in qualche modo diventato molto più forte perché non solo ha smontato le prove d’accusa, ma ha anche mostrato davanti a tutto il Paese che esse erano state costruite ad arte con materiale manipolato, circostanza  che naturalmente non è nemmeno stata accennata dall’informazione italiana, ma che ha avuto l’effetto di accrescere il seguito dell’ex presidente e questo lo si vede anche dal fatto che i repubblicani “ribelli”, decisi ad allearsi con i democratici contro il tycoon, stanno abbandonando alla spicciolata la compagnia dei Nevertrumpers: Trump è ora di fatto il partito repubblicano che sta ormai sfuggendo di mano anche alla vecchia guardia ed  è in grado di scegliere personalmente i leader del partito nel prossimo ciclo elettorale. Ma c’è qualcosa di più perché si nota un generale cambiamento di atmosfera in Usa, quasi un rigetto verso i metodi adottati dai sostenitori di Biden e i loro eccessi, al punto che lo stesso Bill Gates, una delle colonne  della compagnia antitrumpiana, ha accennato alla scorrettezza di Twitter e della sua censura nei confronti dell’ex presidente, chiedendone anzi  la sua riammissione perché “la gente ha interesse a sapere che cosa dice”. Excusazio colpevolmente tardiva, fuori tempo massimo, ma è’ ovvio che adesso si cerchi di mettere sotto il tappeto le indebite censure, ammansire l’ex presidente e di normalizzarlo in qualche modo temendo che diventi un punto di riferimento anti establishment. Però l’ex presidente non ci sta : “Non vogliamo tornare su Twitter, capisco che sia diventato molto noioso e che milioni se ne stiano andando”. Non intende  più cadere nella trappola e sta studiando assieme alla sua squadra un ritorno “sicuro” sui social, magari fondando una propria piattaforma che lo tenga al sicuro da future imboscate.

Proprio questo cambiamento di atmosfera lo ha indotto a fare le prime ammissioni pubbliche sul suo futuro politico: alla domanda di un intervistatore che gli chiedeva se si sarebbe ripresentato nel 2024 ha risposto: “Non lo dirò ancora, ma abbiamo un enorme sostegno, vedo molti ottimi sondaggi là fuori… sono l’unico messo sotto accusa il cui seguito cresce “.  Nel linguaggio politico il ” non ancora” è praticamente un si, visto  Trump non sarà abilissimo, ma nemmeno tanto ingenuo da bruciarsi alludendo a una nuova corsa presidenziale che non ha alcuna intenzione di fare, ma del resto non si vede quale senso possa avere il Gop ( Grand old party, sinonimo di partito repubblicano) senza di lui. Con una lotta senza quartiere a Trump i democratici hanno trasformato un goffo politico in un vero leader, mentre hanno ottenuto l’elezione di presidente ormai in piena sindrome senile. Una vittoria di Pirro.