Ho visto che ha fatto notizia e impressione quella dell’atterraggio di un nuovo rover della Nasa su Marte, tanto che il web si è subito riempito di foto e di inni a un’impresa che di solito appassiona ben pochi e finisce in qualche trafiletto, anche per la mancanza di sostanziali novità dal punto di vista tecnologico e della improbabilità  che indagini su poche decine di metri quadri della superficie marziana  possano scoprire serie tracce di vita. Questa volta invece il tam tam è stato molto più esteso perché bisogna oscurare il fatto che a maggio  sul pianeta rosso atterrerà il modulo cinese Tianwen-1, riproponendo con altri protagonisti, la corsa allo spazio degli anni della guerra fredda, che poi era caduta nel dimenticatoio, ma che adesso si sta trasformando in una corsa per la militarizzazione spaziale  . Altre ragioni di questo interesse non ne vedo se non ovviamente per gli specialisti che cercano di capire meglio il pianeta, ma che sono anche portati ad affabulare leggende sulla possibile vita marziana perché questo porta alla fine soldi per le missioni.

In questo senso si vende la possibile presenza di acqua allo stato liquido come la quasi certezza che ci sia stata vita, ma le cose non stanno esattamente così, nel senso che sulla Terra ci sono voluti almeno un miliardo di anni perché si formassero le prime molecole auto riproducentesi  e questo in condizioni ideali ossia su un pianeta con immensi  oceani, con una radiazione solare sufficiente e, per quanto riguarda la vita sulla terra ferma, con un campo magnetico  che protegge la vita dalle radiazioni ” dure” della nostra stella. Si tratta di condizioni che se hanno interessato Marte lo hanno fatto per troppo poco tempo e con un irraggiamento solare molto inferiore visto che non solo Marte è più distante, ma che il sole nei suoi primi miliardi di anni di vita era parecchio più tenue di oggi.  Per carità tutto può essere, ma se io fossi un pianetista punterei al limite più su Venere che probabilmente in un lontano passato ha goduto di caratteristiche più favorevoli, ma che purtroppo rappresenta una sfida ancora troppo grande per la nostra tecnologia primitiva, salvo che nella distruzione.

Quindi la vita per quanto la cosa possa apparire affascinante e da due secoli viene in qualche modo discussa, da Schiapparelli, con i suoi canali immaginari, alla fantascienza,  c’entra in qualche modo di straforo sulla grande eco  data all’impresa perché adesso bisogna contenere il “nemico” cinese  ed impedire che l’uomo della strada abbia la sensazione che l’occidente stia perdendo terreno.  Anche se sul campo della vita vera è ahimè fin troppo vero.