Prima del Covid il ricorso alle pratiche di medicina alternativa e un certo atteggiamento di sospetto verso i farmaci e i loro effetti collaterali, era moneta corrente tanto che qualunque cosa potesse essere spacciata come naturale era già di per sé assolutamente preferibile, nell’ingenua convinzione che ciò che è naturale non fa male o non ha effetti collaterali.  Poi è arrivata la pandemia e tutti hanno invertito direzione e  si sono attaccati alla mammella di Big Pharma cercando salvezza attraverso ciò che prima appariva sospetto, non badando in alcun modo alle assurdità e alle contraddizioni della narrazione covidiana e reclamando vaccini che  in molti casi, come quelli a mRna rappresentano l’estrema artificialità possibile.  Prima pensavo che il “naturalismo” naif in voga fosse espressione di un pensiero di tipo magico alla Frazer, un arcaismo quasi salutare dentro la progressiva alienazione di noi stessi e del mondo, ma l’inversione di atteggiamento è stata così drastica che bisogna far ricorso a un’altra categoria , quella del “pensiero futile” ovvero quello in cui idee e credenze diventano oggetti di consumo e si comportano come tali dentro un “mercato” di tendenze e di parole d’ordine che non hanno alcuna validità in sé, sono cioè completamente vuote, ma valgono solo come riconoscimento di posizione. E’ l’effetto di decenni di pensiero unico, spacciato attraverso tutti i mezzi possibili, che dapprima ha prodotto il pensiero debole, con la svalutazione di ogni visione del mondo che non fosse la constatazione della sua assenza e poi è si è trasformato in pensiero irrilevante che si orientata secondo le tendenze, mode, parole d’ordine, spesso orientate da strategie commerciali, di profitto o anche geopolitiche. .

Dopo tre secoli il capitalismo è riuscito a perfezionare fino all’estremo limite il condizionamento e il dominio delle masse ovviamente vitale per il governo di pochi potenti su un numero sterminato di persone:  non solo è diventato padrone della comunicazione provocandone la sua sostanziale privatizzazione, ma attraverso la spoliazione del pensiero e del dubbio riesce facilmente a creare uno pseudo consenso attorno a pseudo concetti o a idee nelle quali si è introdotta una profonda mistificazione. E nel momento in cui si è riusciti a far pesare le idee come l’aria è possibile  che queste mutino all’improvviso sotto la spinta di un contrordine o di una nuova moda, con lo stesso capriccio con cui cambia il vento. La vicenda della pandemia è solo un esempio assolutamente chiaro di tutto questo, ma poi c’è la democrazia il cui concetto è diventato un pretesto e un alibi, che è ormai svuotata di tutte le sue connotazioni ed è ridotta a una pura ritualità che può essere convalidata quando essa corrisponde al potere prevalente o invalidata e manipolata quando ciò non accade. Quello che è successo nella democrazia a torto considerata come riferimento, cioè quella americana, vale come prova del nove. Siamo persino arrivati al punto in cui operazioni negriere vengono mostrate e illustrate come  cause “umanitarie” caritatevoli e lusinghiere per la dignità umana, diventando rapidamente dogmi, verità imposte che è vietato mettere in dubbio o contestare. La tattica di saccheggiare le risorse del terzo mondo o comunque di quello non occidentale attraverso, guerre, sostengo a regimi complici e assassini, con demolizione dei gruppi che si oppongono alle rapine o anche attraverso il ricatto del debito, crea correnti migratorie che se non accolte metterebbero a rischio i profitti creando situazioni esplosive. Così si mobilitano i molteplici agenti del sistema: personale politico, media, intellettuali, economisti, avvocati, esperti per dichiarare immorali e disumani, anzi fascisti i limiti all’immigrazione, cosa  che offre anche il vantaggio di favorire le cadute salariali e aumentare il ricatto del lavoro. Ma all’occorrenza tutto questo costrutto mistificatorio può essere completamente ribaltato: chi si sente in testa al progresso dell’umanità favorendo i negrieri è talmente vittima del pensiero futile e della sua inconsistenza che non farà nessuna fatica a cambiare opinione e tendenza.

La stessa cosa accade con l’annunciata rivoluzione verde per salvare il pianeta: il  vero scopo è quello di modellare le strutture sociali e produttive per renderle compatibili con l’evoluzione programmata del sistema e la sua ricerca di una nuova capacità di accumulazione di capitale e infatti alla mancanza di reali contenuti ambientali, ridotti al semplice riduzione della Co2, secondo meccanismi di mercato, si contrappone invece una incessante campagna nella quale è stata persino arruolata una ragazzina manipolata fino all’estremo che recita un copione apocalittico, così come lo recita la pandemia. Abbiamo a questo proposito l’esempio della rivoluzione verde, iniziata negli anni Sessanta nel Terzo Mondo, per “combattere la fame ” appare significativo: ha contribuito ad adeguare le strutture del settore agricolo tradizionale, a integrare detto settore nella globalizzazione e a creare dipendenze esterne, economiche, tecnologiche e  finanziarie,  segnatamente nei confronti di Banca Mondiale, Fmi, Fondazione Rockefeller e Fondazione Ford. Così che l’aumento delle rese e della produzione nel breve periodo, ha generato numerosi effetti perversi a livello ecologico, economico e sociale e per la stessa agricoltura che alla fine rischia di essere meno produttiva di prima.

Finché saremo vittime volontarie della mistificazione e finché non avremo il coraggio di essere contro, di liberarci di pure opinioni in forma di dogma  tutto questo continuerà, adeguandosi via via alle esigenze del potere, porgendoci ora una falsa rivoluzione verde, ora la narrazione della pandemia che a quanto sembra è stato un assassinio di massa, ora indicazioni ingannevoli sul significato di umanità, liberà, dignità, finendo per annullarle proprio mentre le esalta.