Anna Lombroso per il Simplicissimus

Pare proprio che il segnale di rottura più forte col passato, consista nel voler dimostrare la “differenza” negli usi di mondo della comunicazione. Così dopo anni di sgangherate confessioni su Facebook, di esibizionismo scollacciato e impudico su Instagram, di avvertimenti trasversali su Twitter e immaginette votive a reti unificate, il cambiamento si materializza nell’enigmatica effigie della sfinge, del golem che traduce le sue minacce in silenzio oscuro e indecifrabile.

Si sa che la fortuna di certi personaggi risiede in questo, nel mistero che li circonda e che a volte rappresenta solo la profonda voragine buia del loro nulla. Stavolta però, a smentire tutti quelli che si lagnano che l’illustre incaricato non manifesto il suo pensiero e le sue visioni del futuro, c’è un lungo passato remoto e più prossimo che parla per lui e di lui.

Ne fa testo, a parte la nota lettera tante volte richiamata (anche qui:  https://ilsimplicissimus2.com/2021/02/09/quella-lettera-ci-dice-chi-e-draghi-e-qual-e-il-suo-programma/)   il recentissimo rapporto sul “dopoguerra” quel contro-New Deal   redatto dal G30, il think tank appendice della     Rockefeller Foundation,  presieduto proprio da Draghi insieme a Raghuram Rajan, che in passato è stato governatore della banca centrale indiana.  

Il prezioso documento (che potete trovare in edizione integrale qui:    https://group30.org/images/uploads/publications/G30_Reviving_and_Restructuring_the_Corporate_Sector_Post_Covid.pdf)    si intitola non a caso: Rivitalizzare e ristrutturare le aziende dopo il Covid, sottotitolo: Progettare l’intervento delle politiche pubbliche, con un evidente richiamo a pratiche sanitarie rivolte a selezionare i target produttivi meritevoli di ossigeno e terapia intensiva da parte del settore pubblico, promuovendo invece una rapida eutanasia per settori improduttivi e parassitari, colpiti dal virus dell’insolvenza che si è manifestata con particolare gravità a causa della pandemia in combinazione con la naturale riduzione delle risorse dei programmi di sostegno indirizzate a fronteggiare l’emergenza con ristori e elemosine .

 E infatti con piglio  risoluto il  rapporto raccomanda i decisori a “incoraggiare lo sviluppo di azioni politiche che supportino la resilienza e la crescita economica a lungo termine … riducendo al minimo i costi per il pubblico”, offrendo loro generosamente  una serie di “principi fondamentali universali”, una panoplia di  “strumenti”  e un “quadro decisionale” per determinare le “risposte politiche appropriate”.

Proprio come una divinità severa ma giusta che si rispetti, il G30 ha scolpito nella roccia i suoi dieci comandamenti ad uso degli Stakeholders.

Eccoli: 1) Agire con urgenza per affrontare la crescente crisi di solvibilità delle imprese e contrastare il pericolo di una prolungata stagnazione economica  2) Indirizzare con attenzione il sostegno pubblico per ottimizzare l’uso delle risorse che non dovrebbero essere sprecate per aziende che sono destinate al fallimento o che non ne hanno bisogno  3) Adattarsi alla nuova realtà, invece di cercare di preservare lo status quo, anche mediante  una certa quantità di “distruzione creatrice” poiché alcune aziende chiudono e ne aprono di nuove, e dato che alcuni lavoratori hanno bisogno di spostarsi tra aziende e settori, attraverso un’adeguata assistenza e riqualificazione 4) Le forze di mercato dovranno  essere autorizzate a operare. E in presenza del dispiegarsi della libera iniziative spetterebbe ai governi intervenire per salvare   il mercato da potenziali fallimenti. 5) Sfruttare l’esperienza del settore privato per ottimizzare l’allocazione delle risorse, azione nella quale i governi si sono dimostrati inadempienti.  6) Bilanciare attentamente la combinazione di obiettivi nazionali più ampi con misure di sostegno alle imprese rivolte al  green o la digitalizzazione.  7) Ridurre al minimo il rischio e massimizzare il potenziale ritorno per i contribuenti. 8) Essere consapevoli dell’azzardo morale senza compromettere gli obiettivi. 9) Trovare il giusto tempismo nella predisposizione e nella durata degli interventi. 10) Anticipare potenziali ricadute negative sul settore finanziario per preservarne la forza e consentire a esso di guidare la ripresa, evitando azioni che indebolirebbero in modo significativo il settore finanziario, come costringere le banche a concedere crediti in sofferenza per sostenere l’economia.

Tutto si può dire delle intenzioni del profeta chiamato a guidarci, ma non che il suo linguaggio non sia esplicito, così come i suoi intenti “moralizzatori”. In sostanza è opportuno limitare la libertà concessa agli Stati sempre meno sovrani che hanno mostrato la loro inadeguatezza, sperperando ricchezze e dissipando le forze in aiuto di settori moribondi, quando è più salutare e redditizio promuoverne il rapido fallimento grazie a provvidenziali concentrazioni in corpi e sistemi sani, strutturati e di taglia large.

Questo stesso approccio andrà adottato anche per quanto riguarda l’occupazione: i lavoratori, per il loro stesso bene, sono invitati a farsi carico della comune responsabilità a contribuire allo sviluppo, prestandosi a andare dove serve cambiando azienda o settore, grazie a più efficienti allocazioni.

Ecco cosa ci prepara il sacerdote della teocrazia del mercato incaricato della crociata contro gli infedeli, che combina la punizione e l’edificazione, il sacrifico con l’epurazione, la redenzione e la sanificazione necessaria dopo il Covid e che deve fare piazza pulita di sentimentalismi, emotività, spirito solidaristico, compassione per la Soluzione Finale.

Tutto questo era anticipato in forma domestica, sempliciotta, provinciale nel piano di Ripresa e Resilienza del governo caduto, negli obiettivi del  Fondo di Sviluppo e Coesione, nel rilancio di programmi di privatizzazione, nella Legge di bilancio che prevedevano di procedere con criteri di scelta  ispirati alle regole, diventate ormai leggi “naturali” del mercato, alla selezione delle imprese, dei settori e pure degli addetti funzionali, utili, essenziali e produttivi da salvare e quelli superflui e parassitari da affondare o svendere, come è successo in Grecia e sta accadendo qui,

Ma si capisce che il povero Conte con il suo esecutivo non aveva il sinistro prestigio e la maligna credibilità indispensabile per mettere in pratica il complotto, che di questo si tratta, di una macchinazione ordita alla quale non vogliono credere i veri negazionisti, per non ammettere di essere cavie di un esperimento, pedine spostate come esigono i giocatori della cospirazione di chi ha e vuole sempre di più contro chi non deve avere nulla.