Ormai mi coglie un senso di repulsione a sentir parlare di democrazia, visto che questa parola è costantemente sulle labbra dei fascisti del XXI° secolo e di quelli che a tutti i costi non vogliono vedere la realtà, nemmeno di fronte all’evidenza, nemmeno se qualche fonte informativa ritenuta autorevole e monda di fake news gliela sbatte in faccia. Come è accaduto con Time, la rivista che pubblica l’uomo dell’anno, di rigida osservanza globalista essendo stata per decenni uno dei banditori a stampa dell’imperialismo Usa: ora dice che in effetti c’è stata” una campagna ombra”, vale a dire nascosta per salvare la democrazia da Trump e dalle sue tendenze autoritarie. Insomma un’alterazione della la democrazia per salvare la democrazia, il classico argomento delle tirannie e dei golpe. E infatti a leggere l’articolo sembra davvero di stare leggendo un romanzo distopico perché la manipolazione della elezioni fatta nel timore che le manipolasse l’avversario è proprio qualcosa di  letterario: invece è tutto vero, fa parte della realtà contemporanea e del livello miserabile cui è giunta la percezione e l’idea della politica della politica.

Mi limito a riportare alcuni passi salienti che sono davvero illuminanti: “In un certo senso, Trump aveva ragione … per più di un anno, una coalizione di agenti liberamente organizzata si è affrettata a sostenere le istituzioni americane mentre venivano attaccate simultaneamente da una pandemia spietata e da un presidente incline all’autocrazia. Sebbene gran parte di questa attività si sia svolta a sinistra, è stata separata dalla campagna di Biden e ha attraversato le linee ideologiche, con contributi cruciali da parte di attori apartitici e conservatori…Il loro lavoro ha toccato ogni aspetto delle elezioni. Hanno convinto gli stati a cambiare i sistemi di voto e le leggi e hanno contribuito a garantire centinaia di milioni di finanziamenti pubblici e privati. Hanno respinto le cause per la soppressione degli elettori, reclutato eserciti di lavoratori elettorali e hanno convinto milioni di persone a votare per posta per la prima volta. Hanno spinto con successo le società di social media a prendere una linea più dura contro la disinformazione e hanno utilizzato strategie basate sui dati per combattere le diffamazioni virali. Hanno eseguito campagne nazionali di sensibilizzazione del pubblico che hanno aiutato gli americani a capire come si sarebbe svolto il conteggio dei voti per giorni o settimane, impedendo alle teorie del complotto di Trump e alle false affermazioni di vittoria di ottenere più trazione. Dopo il giorno delle elezioni, hanno monitorato ogni punto di pressione per garantire che Trump non potesse ribaltare il risultato.

E chiaro l’intento di questa confessione: mettere le mani avanti ammettendo che qualcosa è stato manipolato, casomai dovesse venir fuori, ma solo a fin di bene, non per vincere, ma per impedire le manipolazioni eventuali dell’avversario, date apoditticamente per certe, ma sulle quali non si fa alcuna luce. In un certo senso è lo stesso argomenti dei poliziotti che ammazzano qualcuno, presumendo dal colore della pelle che siano armati e che si preparino a sparare. E’ davvero raro trovarsi di fronte ad argomenti così infantili e così rozzi ma d’altronde la visione generale delle cose è talmente alterata che nello stesso articolo, riguardo al ruolo svolto dai social e dagli altri potentati economici e a quello della proteste di Blm che “le forze del lavoro si sono unite  alle forze del capitale per mantenere la pace e opporsi all’assalto di Trump alla democrazia.”  Ma in che cosa consisteva questo assalto trumpiano? Semplicemente nel fatto che “il presidente ha passato mesi a insistere sul fatto che le votazioni per corrispondenza fossero un complotto democratico e che le elezioni sarebbero state “truccate”. E gli altri per dispetto lo hanno realmente fatto

Insomma il tentativo di rivoltare la frittata è così evidente, grossolano e al tempo stesso reticente che c’è da chiedersi quale sincero democratico possa davvero credere alla buona fede di questi anguilleschi ragionamenti o all’alleanza tra i super ricchi e i poveri in canna: il problema politico non sta tanto in queste rivelazioni e nel paternalismo deteriore che esse mostrano, quanto nel fatto che esse possano essere diffuse senza più suscitare dubbi e perplessità  e che le azioni sommerse vengano orgogliosamente rivendicate. Del resto di quale democrazia stiamo parlando visto che viviamo in un Paese dove i premier vengono scelti per acclamazione dal Palazzo, senza alcun passaggio elettorale, anzi vengono chiamati proprio per evitare qualsiasi ricorso alle urne g? Molti italiani non sono forse in festa per avere perso la possibilità di decidere e non inneggiano forse a un bancario ( Draghi questo è ed è sempre stato) dopo anni di cachinni contro le banche?