E forse non è un caso che proprio in Svizzera ci si prepari ad adottarla addirittura con la proposta di esternalizzare la raccolta dei dati ad aziende private con tutte le immaginabili conseguenze del caso: il 7marzo di quest’anno i cittadini della confederazione saranno chiamati a un referendum per approvare o meno l’adozione dell’identità digitale dalla quale sarà possibile risalire a tutta la vita delle persone visto che essa dovrà essere utilizzata per qualsiasi operazione in rete e nella vita reale. Una volta stabilita la sua necessità in essa si potranno aggiungere tutte le informazioni che si vogliono. Dunque si sta andando rapidamente e precipitosamente verso questa strada, con sorprendente velocità, mentre tutti sono distratti dalle campagne di vaccinazione, dai protocolli segreti siglati con le case produttrici o dalle cifre bizzarre di una pandemia che ha praticamente azzerato le altre patologie. In realtà si è trattato in questo caso di un capolavoro di comunicazione: perché ancora in primavera quando cominciarono a circolare le notizie sull’Agenda ID2020 venne dato risalto ai suoi aspetti futuribili, ai nanochip che avrebbero potuto essere iniettati attraverso i vaccini e in grado di trasmettere le onde cerebrali attraverso il 5 g il che ha dato a tutta la faccenda un che di poco credibile e di fantascientifico , ad onta del fatto che esperimenti di questo tipo vengano fatti da anni e per i più disparati obiettivi. Ma in realtà non c’è alcun bisogno di questo armamentario distopico che probabilmente sarà disponibile in un prossimo futuro: la vaccinazione universale, proclamata necessaria, al di fuori di ogni consolidata considerazione epidemiologica, contro una sindrome influenzale le cui vittime – fatta la tara delle diagnosi di morte orientate al Covid – hanno un’età media superiore a quella della popolazione generale, serve per dare agibilità politica a un controllo di massa che può essere tranquillamente svolto con le tecnologie già in uso: si tratta solo di riunificare le informazioni oggi sparse tra diversi soggetti e all’eliminazione di ogni area di privatezza.
In effetti il problema non è per nulla tecnologico, ma politico: quello di giungere attraverso la paura e poi la vaccinazione a una sorta di censimento generale che ha nella salute il suo pretesto e nel controllo della popolazione il suo obiettivo e di stabilire il principio della controllabilità a fin di bene, anzi a fin di vita. Si è cominciato col terrorismo e ora si prosegue con un nuovo nemico invisibile. Ora bisognerà vedere se il Bundesrat (ovvero il Senato che in Germania è espressione dei Länder) ratificherà la decisione del Parlamento e come andrà il referendum in Svizzera, ma ormai la direzione del sistema è segnata e tra un pandemia e l’altra diventerà la nuova normalità. Non è un caso se di queste cose l’informazione non parla e se ne parla lo fa in termini fuorvianti e parziali e minimalisti: si vuole infatti impedire che ci sia troppo tempo per riflettere in modo far trovare tutti di fronte al fatto compiuto, come del resto è avvenuto per tutto lo scellerato processo di integrazione europea. Adesso la stessa tattica servirà alla disintegrazione di ogni ambito privato e al controllo delle idee e di ogni azione pubblica.