Fino a qualche settimana fa solo adombrare la possibilità di un rapporto tra pandemia narrata, ossessione vaccinista e controllo sociale, provocava la messa al bando per eccesso di fantasia e complottismo, con tanto di debunker ovvero smascheratori di bugie e di fake news impegnati a deridere (dietro compenso ovviamente) chi osava varcare quella soglia.  Adesso invece è improvvisamente realtà: il parlamento tedesco il 29 gennaio scorso (9 giorni dopo l’insediamento di Biden) ha infatti ratificato l’adozione dell’agenda ID2020, ovvero della raccolta elettronica di dati su ogni singolo cittadino che non solo tenga conto ovviamente delle vaccinazioni, che sono l’occasione per introdurre questo strumento, ma di tutto ciò che lo riguarda dalla salute, al lavoro, dalle cartelle cliniche, ai beni posseduti, ai rapporti bancari, alle abitudini di spesa, alle situazioni personali,  alle inclinazioni politiche o di altro genere e insomma tutto ciò che si può sapere di una persona espresso in 200 punti (estensibili poi a piacere) , aggiornati in automatico che saranno disponibili non soltanto alle agenzie governative, ma anche a quelle private.  Ora per coloro ai quali l’espressione Agenda ID2020 suoni nuova basti sapere che è stata progettata da Bill Gates come parte del “pacchetto vaccinazioni”. È sostenuto dalla Fondazione Rockefeller, Accenture, Word Economic Forum e GAVI (Global Alliance for Vaccines and Immunization, ora semplicemente chiamata Vaccine Alliance di cui fa parte pure l’Oms), anch’essa una creazione di Gates (2001), con sede a Ginevra.

E forse non è un caso che proprio in Svizzera ci si prepari ad adottarla addirittura con la proposta di esternalizzare la raccolta dei dati ad aziende private con tutte le immaginabili conseguenze del caso: il 7marzo di quest’anno i cittadini della confederazione saranno chiamati a un referendum per approvare o meno l’adozione dell’identità digitale dalla quale sarà possibile risalire a tutta la vita delle persone visto che essa dovrà essere utilizzata per qualsiasi operazione in rete e nella vita reale. Una volta stabilita la sua necessità in essa si potranno aggiungere tutte le informazioni che si vogliono.  Dunque si sta andando rapidamente e precipitosamente verso questa strada, con sorprendente velocità, mentre tutti sono distratti dalle campagne di vaccinazione, dai protocolli segreti siglati con le case produttrici o dalle cifre bizzarre di una pandemia che ha praticamente azzerato le altre patologie. In realtà si è trattato in questo caso di un capolavoro di comunicazione: perché ancora in primavera quando cominciarono a circolare le notizie sull’Agenda ID2020 venne dato risalto ai suoi aspetti futuribili, ai nanochip che avrebbero potuto essere iniettati attraverso i vaccini e in grado di trasmettere le onde cerebrali attraverso il 5 g il che ha dato a tutta la faccenda un che di poco credibile e di fantascientifico , ad onta del fatto che esperimenti di questo tipo vengano fatti da anni e per i più disparati obiettivi. Ma in realtà non c’è alcun bisogno di questo armamentario distopico che probabilmente sarà disponibile in un prossimo futuro: la vaccinazione universale, proclamata necessaria,  al di fuori di ogni consolidata considerazione epidemiologica, contro una sindrome influenzale le cui vittime – fatta la tara delle diagnosi di morte orientate al Covid – hanno un’età media superiore a quella della popolazione generale,  serve per dare agibilità politica a un controllo di massa che può essere tranquillamente svolto con le tecnologie già in uso: si tratta solo di riunificare le informazioni oggi sparse tra diversi soggetti e all’eliminazione di ogni area di privatezza.

In effetti il problema non è per nulla tecnologico, ma politico: quello di giungere attraverso la paura e poi la vaccinazione a una sorta di censimento generale che ha nella salute il suo pretesto e nel controllo della popolazione il suo obiettivo e di stabilire il principio della controllabilità a fin di bene, anzi a fin di vita. Si è cominciato col terrorismo e ora si prosegue con un nuovo nemico invisibile.  Ora bisognerà vedere se il Bundesrat (ovvero il Senato che in Germania è espressione dei Länder) ratificherà la decisione del Parlamento e come andrà il referendum in Svizzera, ma ormai la direzione del sistema è segnata e tra un pandemia e l’altra diventerà la nuova normalità. Non è un caso se di queste cose l’informazione non parla e se ne parla lo fa in termini fuorvianti e parziali e minimalisti: si vuole infatti impedire che ci sia troppo tempo per riflettere in modo  far trovare tutti di fronte al fatto compiuto, come del resto è avvenuto per tutto lo scellerato  processo di integrazione europea. Adesso la stessa tattica servirà alla disintegrazione di ogni ambito privato e al controllo delle idee e di ogni azione pubblica.