Quando si dice la Scienza… non parlo di quella vera, ma di quella controfigura  che vuole vendere ipotesi più o meno fondate  come certezze assolute sulle quali è vietato discutere. E quando dico vendere uso un verbo specifico, non generico o metaforico perché questi atteggiamenti hanno sempre un movente e un ritorno economico per il quale – per esempio –  la grande informazione occidentale non ha ancora dato notizia dei 23 morti in Norvegia dopo il vaccino, una vera strage di fronte alla quale sarà probabilmente tenuto lo stesso atteggiamento avuto nei confronti di altri decessi posti vaccinali: bè erano anziani, potevano morire di qualunque cosa , non possiamo attribuire al vaccino il decesso e bla bla bla. Ma per carità molto scientifico, molto esperto, molto, ma molto cazzaro, specie quando viene da un ambiente medico che ha un ritorno economico per ogni vaccinato. E mi piacerebbe confrontare questa con un’altra notizia , quella dei 39 anziani di una casa di riposo di Prato che erano stati vaccinati contro il Covid il 30 dicembre scorso e che adesso risultano tutti positivi. Forse il vaccino non funziona? Non sia mai spiegano gli esperti perché la Pfizer ( disponiamo solo della sua documentazione della quale dobbiamo interamente fidarci) dice che il suo vaccino fornisce un’ immunizzazione  al 94 per cento, ma solo dopo 30 giorni dalla prima dose e il richiamo da farsi dopo 21 giorni. Si d’accordo, ma qui siamo al 100 per 100 di non immunizzati che francamente è una cifra sconcertante per quanto riguarda l’efficacia, anche senza richiami e qualunque statistico storcerebbe il naso di fronte a queste cifre. Però dice l’esperto pensoso può darsi che i vaccinati fossero già stati contagiati e il virus fosse in stadio di incubazione. Già può darsi, diciamo così, supponiamo che…

Ma vedete ho voluto parlare di questo episodio perché esso è illuminante riguardo alle persone che ci spingono alla vaccinazione.  La vicenda di Prato porta  anche a domandarsi se non sia stato proprio il vaccino a contagiare gli anziani. Tuttavia questo non è possibile sostiene la professoressa Chiara Azzari, immunologa dell’ospedale pediatrico Meyer di Firenze “perché quello che viene iniettato nel paziente è solo un pezzo del virus: quindi sarebbe come temere che la coda di un cane possa mordere”. C’è da saltare sulla sedia scoprendo che l’illustre esperta non ha capito nulla di come funzionano i vaccini a mRna:  non si inietta alcuna parte del virus, come per quelli tradizionali, ma solo istruzioni genetiche  che portano alla produzione di piccoli frammenti innocui del virus da parte delle cellule( nel nostro caso la proteina detta “spike”)  e in questo modo il corpo può rispondere rapidamente quando entra in contatto con il virus integro. Oddio non poi così rapidamente a quanto sembra, ma forse a Prato ce la si prende con calma. Però il concetto è che sono le nostre cellule a fabbricare parti del virus che poi stimolano il sistema immunitario ed è proprio questo il cuore del problema e dei dubbi prima sulla efficacia, poi sulla durata di questa efficacia e infine sulle conseguenze a lungo termine di questo tipo di vaccini.

Sono giustificati i timori o essi possono albergare solo nei nemici della Scienza sacrale e non sperimentale? Riporto le parole del presidente della Società Europea di Genetica Umana, professor Maurizio Genuardi riguardanti la possibilità che queste istruzioni genetiche possano interferire con il Dna: “la Società Europea di Genetica Umana vorrebbe rassicurare il pubblico che non ci sono prove a sostegno di tali preoccupazioni.” Ora che non ci siano prove a sostegno è un conto che si abbia la certezza assoluta che questo non accada, magari attraverso qualche meccanismo non studiato o non ancora scoperto, di fronte alla vaccinazione di miliardi di persone è un altro paio di maniche e ci mette di fronte a uno straordinario cinismo del profitto ad ogni costo.  Inoltre ci si dimentica che se la possibilità di questa interferenza col Dna è esclusa  in base a ciò che attualmente conosciamo e che potrebbe rivelarsi falso in un prossimo futuro, non sappiamo affatto quali altre conseguenze potrebbero derivare dall’indurre le nostre cellule a produrre materiali virali: stiamo facendo da cavie.

La cosa tuttavia più importante in tutto questo e che si ricollega in contro fase con le ferali notizie Norvegesi è che nella casa di riposo di Prato ci sono 102 persone 101 delle quali sono positive, alla faccia del vaccino, ma stanno tutti bene a parte tre che sono in ospedale per altri motivi, ma anche se fosse per il virus non è certo strano che su una popolazione che sfiora i 90 di media questo accada. Eccola la terribile pestilenza modulabile a comando per cui si devono vaccinare alla cieca miliardi di persone e per giunta senza alcun allentamento delle restrizioni delle libertà personali e della vita sociale , anzi questa è una pestilenza che attacca non i corpi, ma le menti.