Lasciamo stare la pena che si può provare vedendo l’opposizione in mano a questi personaggi, lasciamo anche perdere la catastrofica gestione dell’emergenza pandemica che ha visto l’Italia assoluta protagonista planetaria di una straordinaria contraddizione con quasi il maggior numero di presunti morti da Covid a fronte delle misure di segregazione e distanziamento sociale più draconiane e più distruttive del tessuto economico: fatto sta che in tale condizione qualsiasi crisi politica, di qualunque natura e gravità, si deve svolgere – per ferrea volontà del partito europeo dentro e fuori i confini – senza ricorso alle urne. In questa occasione la scusa viene pronta, c’è il covid e non si può votare e si troverà il modo di sostituire Conte con qualche eminente piddino, Franceschini ad esempio, di cui si mormora anche perché dubito che un personaggio come Draghi voglia rischiare di bruciarsi in questa fase. Tuttavia l’insieme di tali fattori ci dice che le forze pro sistema hanno fallito l’obiettivo di limitare l’ascesa delle opposizioni e se Salvini è un po’ calato, la Meloni ha fatto il pieno così che la somma dei due è ancora maggiore di prima. Ma ciò non è legato a una fase contingente o a errori commessi anche se ce ne sono abizzeffe, ma deriva da un’irrecuperabile crisi di rappresentatività dei partiti che si riferiscono al sistema e che dunque dalle urne non possono che aspettarsi una sconfitta. D’altro canto anche le opposizioni se pure fossero davvero contro il sistema di potere euro oligarchico ( e non lo credo affatto) pur stravincendo le elezioni sarebbero sottoposte al ricatto della finanza e di Bruxelles e dovrebbero così rinunciare ai loro programmi, anche ammesso che li avessero: in due parole le elezioni sono da una parte inutili e dall’altra fonte di rischio per i piccoli e miserabili asset di potere interni. Servono ormai come rito volto ad impedire che i cittadini possano fingere con se stessi di vivere in democrazia e non in sistema autoritario. E tuttavia la quasi assoluta ubbidienza della popolazione ai diktat più assurdi e incoerenti lascia spazio alla speranza che qualunque cosa possa essere imposta. Quindi è probabile che si farà di tutto per evitare l’appuntamento con le urne visto che da noi non c’è il voto postale con cui sovvertire qualsiasi risultato.
Così nel 2023 quando in ogni caso si dovrebbe andare a votare non mi meraviglierei che saltasse fuori una qualsiasi emergenza sanitaria oppure economica ( quella è anzi praticamente certa) grazie alla quale rimandare a data da destinarsi le elezioni. Con la narrazione pandemica e grazie all’entusiastico apporto degli antifascisti da figurine Panini, è stato sdoganato il concetto che qualunque torsione costituzionale è legittima a fronte di eventi eccezionali reali o anche creati dall’illusionismo mediatico: non si vede perché lo stesso meccanismo non possa essere usato per evitare il voto. E se qualcuno pensa che sia fantascienza rifletta a come avrebbe considerato fantascienza essere chiuso in casa per un’influenza e obbligato a un vaccino per la stessa.