Oggi quasi tutta l’informazione si chiede cosa stia succedendo in America, dopo che persino il Campidoglio è stato preso invaso da dimostranti  e c’è anche scappato il morto, una donna peraltro veterana dell’Air Force ( qui il video dell’uccisione). La domanda in realtà è mal posta perché questa informazione mainstream dovrebbe invece chiedersi perché abbia minimizzato i giganteschi brogli elettorali (c’è chi dice avvenuti anche grazie a complicità italiane) , perché abbia sempre e comunque demonizzato Trump e invece santificato Biden nascondendone la corruzione e i suoi trascorsi di boia dell’ America Latina. Perché abbia ordinato e pubblicato sondaggi elettorali palesemente falsi, perché abbia drammatizzato fino all’impossibile una sindrome influenzale facendola passare per peste, mettendo la museruola a fior di esperti, bloccando ogni dibattito  e riducendo la scienza a un grottesco feticcio; perché racconta come fossero verità eterne anche le più squallide e assurde balle del potere.  E’ inutile che ora questa informazione si domandi cosa stia succedendo perché essa non sta osservando il problema, ma è parte del problema, ovvero dell’assalto finale alla democrazia e alla rappresentanza da parte di potentati economici che sono poi gli stessi che controllano giornali, televisioni, intrattenimento e sebbene non ancora del tutto, la rete.

Sono proprio questi strumenti che hanno tenuto per mano e accompagnato la graduale trasformazione della  repubblica americana in quello che potremmo chiamare un principato elettivo dove l’inquilino della Casa Bianca è deciso da alcuni grandi elettori che non sono quelli del sistema di voto presidenziale, ma i potentati che detengono il potere reale compresa l’informazione. Per la verità già la tanto vantata e così poco compresa democrazia americana contiene un forte aspetto elitario, derivato dai fondatori e talvolta nascosto sotto la forma federale, ma poi con la caduta dell’Unione sovietica e il progetto di dominio universale l’elemento imperiale rappresentato da un unipolarismo di fatto e coagulato dentro le teorie neoliberiste hanno finito col prevalere e se gli elettori hanno scelto Trump, i grandi elettori padroni dell’informazione hanno scelto Biden e lo hanno incoronato mettendo in piedi giganteschi brogli. Naturalmente questi episodi, come del resto le violenze “democratiche” prima del voto possono essere contenute, ma è evidente a questo punto che qualsiasi presidente sarebbe illegittimo per una metà del Paese, entrambi sono a capo di due golpe contrastanti.  E come quasi sempre avviene in questi casi la legittimazione sarà sancita non più dal popolo, ma dallo scontro di forze del tutto esterne anche se non estranee al processo democratico e nello specifico quelle dell’economia reale e quelle della finanza ovvero petrolio, edilizia, meccanica, agricoltura contro  Wall Street e il denaro di carta per così dire anche se costoro vogliono abolire il contante. Tuttavia questa battaglia è sempre contro i cittadini siano essi per Trump o per Biden: l’invasione dei luoghi della politica è in realtà qualcosa di bipartisan è l’esasperazione per ciò che è diventata la vita in Usa, con uccisioni  da parte della polizia di individui disarmati, brutalità, corruzione, occupazioni e invasioni delle case da parte di polizia militarizzata, perquisizioni lungo le strade, incarcerazioni a scopo di lucro, guerre a scopo di lucro, sorveglianza ossessiva, tassazione senza alcuna rappresentazione, detassazione dei potenti, disoccupazione e salari sotto il livello di sopravvivenza, aumento esponenziale delle disuguaglianze determinato dalla logica di sistema e non da questo e o quel presidente da questa o quella maggioranza parlamentare.

E’ fin troppo ovvio che questo scontro è presente in qualche misura dentro tutto l’occidente e nei suoi paraggi, non a caso alcuni osservatori parlano di scenari da Maidan che adesso coinvolgono la stessa America da dove sono partiti quasi tutti i tentativi di cambio regime. E tuttavia c’è molta gente che a nessun costo vuole vedere la semplice realtà e va avanti guardando il mondo come da dietro un’acquario, pensando ancora di essere un pesce rosso, mentre è già bottarga per i grandi banchetti. In ogni caso è fin troppo ovvio che siamo al collasso di un sistema e che il modo migliore per suicidarsi e di non prenderne atto in tutte le sue implicazioni sia politiche che geopolitiche e la ricerca di altre strade rispetto a quella dell’oligarchismo liberista in qualunque modo essi si incarni.