Qualcosa si sta muovendo sul fronte del Covid, si ha quasi l’impressione che siamo in presenza di un incipiente mutamento della narrazione anche se non possiamo sapere se essa sia legata al sempre più vicino insediamento di Biden, o ad altri fattori concomitanti: fatto sta che due giorni fa la potente Food and Drug administration ha ammesso in via ufficiale (qui) che i test Pcr danno troppi falsi positivi, così come aveva già fatto l’Oms il 14 dicembre, guarda caso proprio il giorno in cui si sarebbe dovuta risolvere in maniera definitiva la vicenda elettorale americana. Naturalmente di tutto questo non c’è alcuna traccia nella nostra così accurata informazione, ma della questione dell’affidabilità dei test Prc, e soprattutto sulla gestione delle amplificazioni del segnale chimico che oltre un certo livello rende il test completamente aleatorio, si parla con sempre più insistenza da ottobre e avevo affrontato la questione in un post – Manuale di difesa: il raggiro dei tamponi spiegato bene – e quindi rinvio a quello per i particolari, ma ciò che cambia è che l’utilizzo scorretto dei tamponi sta uscendo per così dire dalla clandestinità del complottismo dove lo aveva relegato l’informazione mainstream, e via via sta perdendo la sua natura di errore per apparire come una deliberata scelta al fine di aumentare a dismisura i casi di Covid. Il sospetto viene perché mentre fin dalla tarda primavera si conoscesse il limite dei test da tampone né i Cdc, né l’Fda hanno realizzato le guide per i medici che avevano promesso, né questi ultimi, molti dei quali ignari del problemi diagnostici dei test Prc, ricevono dai laboratori i dati sul numero di amplificazioni applicate e dunque non possono formulare alcuna diagnosi fondata.
Vanamente alcuni medici e specialisti si erano opposti alla follia di considerare la positività al test Pcr come prova di essere ammalati di Covid. Ma solo a novembre, dopo la tornata elettorale, lo stesso Antony Fauci, padrino del Covid ha ammesso che i test Prc vengono moltiplicati troppe volte per essere significativi: ” Se qualcuno arriva con test moltiplicati 37, 38 o anche 36 volte devi dire: sono solo nucleotidi morti. Punto”. Dopo questa dichiarazione il governatore della Florida Ron De Santis, aveva emanato un’ordinanza per la quale i laboratori devono specificare il numero dei cicli di amplificazione ed è assai probabile che l’Fda, dopo le dichiarazioni del 4 gennaio, si avvii ad estendere questa regola a tutta la nazione.
Quasi contemporaneamente alla presa di posizione della Fda è sceso in campo quello che viene ritenuto uno dei massimi esperti di epidemiologia in Usa, Knut Wittkowski ex capo della ricerca biostatistica ed epidemiologica presso la Rockefeller University il quale ha affermato che “il massiccio calo dei casi di influenza può essere attribuito al fatto che molti vengono erroneamente contati come casi Covid-19”. Secondo i dati del CDC, il tasso cumulativo di test sull’influenza positiva dalla fine di settembre alla settimana del 19 dicembre è stato solo dello 0,2%, rispetto all’8,7% di un anno prima e secondo Wittkowski, ciò è dovuto al fatto che molte infezioni influenzali vengono erroneamente etichettate come casi di coronavirus.
Insomma è presumibile che con le nuove regole il numero di ammalati di Covid subirà una riduzione esponenziale a dimostrazione dell’opera salvifica di Biden e dei poteri che rappresenta, mentre il freno alla diffusione potrebbe essere giustificato dall’uso dei vaccini e non invece dal cambiamento ad orologeria dei criteri diagnostici. D’altro canto potrebbe comunque andare avanti l’allarmismo e le misure di segregazione grazie alle varianti del virus, fino a che non sarà andato avanti il reset economico e sociale cominciato con la pandemia. Anche l’intensificarsi delle ombre sul governo Conte potrebbe rispondere a questa logica con un nuovo leader che si potrebbe proporre come vero salvatore. Una cosa è certa mai tanto caos sembra avere una regia così attenta.
Se non è vero, è ben trovato! La regia è attentissima, ma il crimine perfetto non esiste, ovvero, come diceva Baudrillard, il crimine è la perfezione – il tentativo di costruire una narrazione totalitaria che cerchi di tenere tutti gli eventi sotto controllo. Qualcosa sfuggirà, e su quel qualcosa si misurerà la nostra reale volontà di smascherare questa assurda narrazione distopica. Se falliremo, significa che sarà stata fatta anche la nostra volontà. Grazie al simplicissimus per la sua costanza, è già qualcosa di raro.
Buone osservazioni…
Si può vedere :
E qui :
Si può vedere:
Pubblico il testo inglese delle due righe incriminate. È stato tradotto molto bene da GATTO ma preferisco sempre ragionare sugli originali se posso:
The U.S. Food and Drug Administration (FDA) is alerting patients and health care providers of the risk of false results, particularly false negative results, with the Curative SARS-Cov-2 test.
Osservo come prima cosa che l’allerta riguarda falsi RISULTATI ossia non solo falsi negativi ma anche falsi positivi. Ovviamente, mentre i falsi positivi sono odiosi e costringono la gente sana a isolarsi e a isolare familiari, amici e conoscenti ma non costituiscono un pericolo per la salute, i falsi negativi costituiscono invece un problema in quanto la persona che riceve il falso ok non si preoccuperà e pertanto non si isolerà contribuendo magari a diffondere il contagio. Noto però che l’FDA non è stata in grado di quantificare le percentuali di falsi positivi e di falsi negativi (credo anche che sia impossibile farlo, come accenno qui sotto).
Come seconda cosa, osservo che è impossibile stabilire se un risultato negativo è un falso negativo o un vero negativo. D’altronde se per uscire dal dubbio si volesse fare un ulteriore test anche il nuovo test sarebbe soggetto ad essere un falso negativo. A questo punto che si dovrebbe fare? Passare la vita a fare tamponi? O forse provare e riprovare aspettando come una liberazione un falso positivo in modo da accontentare finalmente la FDA, Biden, i medici e i media?
Terza osservazione: il test viene definito Curative SARS-Cov-2 test. Non so se anche in Italia siamo arrivati all’assurdo di definire un normale test diagnostico come “curativo” per convincere la gente a tamponarsi ma ormai sappiamo di essere all’interno di un ciclone propagandistico di cui non avevamo mai fatto l’esperienza prima. Ricordo solo quando, mesi fa, nel video di un’intervista di Antonio Padellaro al presidente Conte in occasione della festa del Fatto Quotidiano questi ebbe a dire che i morti da Covid erano 135.000 (anziché 35.000 come erano allora). Padellaro lo corresse dando la cifra corretta ma Conte gli diede sulla voce infastidito e ribadì chiaramente, davanti all’allibito intervistatore, “No, no, 135.000”. Mi astengo da ulteriori commenti.
Una curiosità per finire: ieri, sull’Aftonbladet, un noto quotidiano svedese, una giornalista, Lina Stenberg, ha scritto un editoriale per mettere in guardia dalle posizioni antivaxx e per dare più forza alle proprie posizioni ha ipotizzato una tale mamma Diza che, a seguito dei molti “si dice” sui possibili gravi effetti collaterali del vaccino, esita davanti alla difficile scelta se vaccinare o no i propri figli.
Il seguito è prevedibile: ci si deve mobilitare tutti per infondere fiducia nella vaccinazione senza ascoltare i falsi profeti del movimento antivaxx.
Ma ecco il colpo di scena. Approfittando del fatto che in coda all’articolo c’era l’indirizzo email della giornalista le ho inviato un breve messaggio che oltre ad allegarle il PDF contenente il sommario delle caratteristiche del vaccino Comirnaty di BioTech Pfizer la informa del fatto che quel vaccino non è stato mai testato su persone da 0 a 16 anni e che pertanto il suo utilizzo in quella fascia di età non è raccomandato. Vediamo se mi risponderà!
Posso aggiungere oggi, a seguito di un aggiornamento del sito dell’EMA (l’agenzia europea che autorizza i vaccini), che è stato autorizzato anche il vaccino Moderna ma, anche qui, non è stato sperimentato nella fascia di età 0-18 anni per cui, al momento, non esiste un vaccino adatto “ai nostri figli”.
Ancora non ci siamo sulla lettura del testo però… “Curative” è la marca dei test autorizzati da FDA non l’aggettivo che qualifica i test, che altrimenti sarebbe scritto minuscolo. È un warning rispetto ad una marca specifica. I test della marca Curative danno troppi falsi negativi.
Vedi qui per i dettagli: https://curative.com/
Rega’, però fare controinformazione in queste condizioni è difficile, poi ci danno dei terrapiattisti e con qualche ragione anche! Ritirate questo articolo con le scuse e finita…
Esther, lei ha di nuovo perfettamente ragione: già fare controinformazione è dura, ma in queste condizioni, non solo è difficile, ma soprattutto controproducente. ilsimplicissimus è persona seria e documentata, non capisco perché a volte presti il fianco al terrapiattismo… Boh…
cmq PRC = people republic of china
PCR = polymerase chain reaction
(solo per i typos)
Esther ha perfettamente ragione!
“La Food and Drug Administration (FDA) statunitense sta allertando i pazienti e gli operatori sanitari del rischio di risultati falsi, in particolare risultati FALSI NEGATIVI, con il test Curative SARS-Cov-2. … Per ridurre il rischio di risultati FALSI NEGATIVI è importante eseguire il test in conformità con la sua autorizzazione e come descritto nell’etichettatura autorizzata, ad esempio, il Fact Sheet for Healthcare Providers. Quando il test non viene eseguito in conformità con la sua autorizzazione o come descritto nell’etichettatura autorizzata, c’è un rischio maggiore che i risultati del test possano non essere accurati….”, non FALSI POSITIVI come affermato: ilsemplicissimus, come la mettiamo?
Ciao!
Scusa ma non mi risulta chiaro un punto centrale: il link FDA che posti riporta il contrario di quello che affermi, “risk of false results, particularly false negative results”, ovvero FDA mette in guardia dai troppi falsi negativi. Quindi se l’articolo che vedo io è lo stesso che vedi tu, sarebbe il contrario: FDA dice che i casi sono sottostimati, non sovrastimati.