Sarebbe interessante proporre una storia della menzogna, cominciare da Machiavelli, prendere in esame Derrida che ha provato a farla disancorandola da quella dell’errore, citare Hannah Arendt secondo cui essa è ormai elevata a sistema, tirare in ballo il filosofo russo Aleksander Koyrè il quale trova una assoluta coincidenza tra quello che avviene nel totalitarismo conclamato e nella sedicente libera modernità e magari finire con Vàclav Havel ex dissidente per il quale ci troviamo in uno stadio di post totalitarismo nel quale non si impone alla gente di crede e combattere in qualcosa con la costrizione, ma si riesce a coinvolgerla nella menzogna cosi che essa stessa sia vittima e allo stesso tempo megafono degli inganni. Lo strumento per ottenere questo scopo sono ovviamente i media e il loro bombardamento comunicativo, ma questa dinamica vive della paura di apparire fuori del pensiero comune, dell’area di consenso, di mettere in crisi costrutti o fedeltà senza più significato e così a forza di non contraddire la menzogna anche quando questa è sospettabile, palese o addirittura apertamente rivelata questa diventa alla fine necessaria per svolgere la propria vita e per nascondere a stessi la propria alienazione. Ed è per questo che l’inganno diventa sempre più grande. Ma francamente mi sembrerebbe di essere un pazzo o un funanbolo a mettermi a parlare di queste cose dentro una narrazione così grossolana nella sua elaborazione, così scialba e stupida nelle sue discussioni, così scoperta nei suoi scopi che mi ricorda una frase di Marx: “Il capitale odia l’assenza di profitto. Quando percepisce un profitto ragionevole, il capitale diventa audace. Al venti per cento, diventa entusiasta. Al cinquanta per cento è spericolato. Al cento per cento calpesta tutte le leggi umane e al trecento per cento non si sottrae a nessun crimine”. Siamo intorno al 100 per cento ( riferito alle entrate e ai profitti della major) quindi al crocevia fra la rottamazione delle costituzioni, l’apocalisse narrativa che trasforma l’influenza in peste e in panico di per sé portatore di vittime, la disoccupazione di massa e la somministrazione praticamente forzata di farmaci non sperimentati. Sfera economica, sociale e biologica s’incontrano in una bolla di menzogne.
Quindi sceglierò un’alternativa più semplice e immediata tentando di spiegare perché non possiamo non dirci “complottisti” non nel senso risibile dato ad esso da una generazioni di informatori in mala fede e peraltro solitamente disinformati, ma in quello di realisti che non hanno una forma di rigetto nel prendere atto della realtà e della nostra stessa complicità nel crearla. Questo appare evidente dal fatto che ci sono molte menzogne esplicite, riconosciute che non sembrano affatto aver scosso più di tanto le opinioni pubbliche, e creato quella sana diffidenza o cautela che invece esercitiamo naturalmente nella vita quotidiana. Abbiamo paura di sapere ormai. Possiamo immaginare e se non lo facciamo siamo più cretini che ingenui, che false informazioni , allarmismo, silenzi, negazioni insabbiamenti strategici sono da sempre utilizzate nella gestione del potere di cui si possono presentare decine e decine di esempi di ogni tipo solo a partire dalla fine guerra mondiale. Per esempio la famosa crisi dei missili sovietici a Cuba che venne raccontata ( e ancora oggi lo è) come l’intransigenza di Kennedy che riuscì a far fare un passo indietro all’Unione Sovietica. In realtà JFK concordò con Mosca lo smantellamento dei i missili Jupiter dalla Turchia, in cambio del ritiro di quelli sovietici da Cuba, ma intuì che questo non sarebbe piaciuto agli americani e dunque chiese a Kruscev di tacere sull’accordo. Che poi il leader sovietico abbia commesso un errore clamoroso nell’accettare questa clausola, è un altra storia, ma diciamo che si tratta di un classico esempio di arcana imperii dei quali è impossibile fare a meno.
Ma a partire dagli anni ’90, dissoltasi l’Unione sovietica la governance neoliberista ormai senza freni grazie anche al monopolio della comunicazione ha cominciato a spararle sempre più grosse. Che dire delle armi di distruzione di massa di Saddam Hussein la cui esistenza fu proclamata per certa? Chi non ha visto Colin Powell brandire all’Onu la famosa fiala come “prova” inconfutabile della presenza di tali armi mentre quelli che esprimevano dei dubbi erano complottisti con le orecchie d’asino ? Poi si è accertato che era una totale invenzione per invadere l’Irak, fare un milione di morti e tenere sotto i piedi il Medioriente. Eppure la rivelazione ha prodotto solo un breve fremito indignazione e non ha suscitato alcuna difesa immunitaria contro i sotterfugi del potere . Del resto meno di due anni prima era stato considerato demente chi aveva anche qualche tiepido dubbio sul fatto che 19 beduini dopo qualche ora di scuola di volo sui Piper fossero stati in grado di pilotare dei grandi aerei di linea a bassissima quota, cosa che è ardua persino i piloti con decenni di esperienza, di dirigerli contro le due torri, ma anche contro un terzo edificio misteriosamente collassato. E che per di più nell’immane rogo sarebbero rimasti intatti intatti i documenti di tutti i terroristi che così sono stati presi in poche ore. Credibile no? Ma del resto questo deve essere un format dei servizi segreti: i terroristi lasciano sempre i loro documenti in bella vita. Oh, oui je suis tontì.
E poi abbiamo creduto alle stragi solo serbe nei Balcani, alle primavere arabe, alla guerra civile contro Gheddafi per sostenere la quale i “volonterosi” si sono dati così daffare da distruggere la Libia e poi l’altra fantomatica guerra civile contro Assad con il trasferimento delle truppe terroriste dal Nord Africa al Medioriente con i soldi americani via Arabia Saudita, abbiamo creduto che la coalizione occidentale combattesse l’Isis i cui adepti si spostavano nel deserto e avrebbero potuto essere spazzati via facilmente con pochi caccia come in seguito i raid dell’aviazione russa hanno dimostrato. Abbiamo davvero creduto che Greta fosse un fenomeno spontaneo, siamo arrivati a pensare che basta mettersi a dire quattro cazzate davanti a un parlamento per assurgere nell’olimpo dei grandi senza alcun meccanismo di lancio mediatico dietro, e ascoltando come un santino l’antipatica ragazzina la quale è arrivata anche a sostenere che lo scioglimento delle banchise polari farà alzare di metri il livello dei mari: la legge di Greta sostituisce quella di Archimede perché semmai sarebbe proprio il contrario visto che l’acqua ghiacciata ha un volume maggiore rispetto a quella allo stato liquido. Ma ci crediamo nonostante sia incredibile, ci mettiamo questo santino nel portafoglio. In realtà Greta non è stata che un assaggio della grande pandemia costruita su una seria, ma banale sindrome influenzale per mescolare le carte di un’economia già condannata dalla crisi del 2008, anzi possiamo dire che è stata la testimonial di un ennesimo inganno, quello di chiamare questo reset “green economy” quando con l’ambiente ha ben poco a che vedere e propone solo improbabili soluzioni di mercato contro la Co2 che tutto sommato è davvero il problema più marginale, ma in compenso promette la diffusione massiccia di nuovi veleni e un aumento del drenaggio delle risorse planetarie.
Abbiamo anche creduto che fosse giusto sacrificare la tutela della salute pubblica all’economia e oggi che è giusto sacrificare l’economia alla tutela della salute, abbiamo creduto di esportare democrazia avendola completamente persa e se non bastassero i brogli sudamericani delle elezioni Usa, c’è sempre il caso Assange a testimoniare il baratro nel quale siamo caduti. Crediamo a tutto questo solo perché strappare il velo di Maia e dire che ci stanno prendendo in giro significherebbe assumersi le responsabilità di una battaglia dopo quarant’anni di continua resa, perché smascherare le bugie spesso grossolane che ci vengono offerte significa mettere in crisi una dimensione collettiva ormai incardinata nella menzogna tanto più fortemente quanto più si fa finta di esigere la verità; perché siamo così abituati all’alienazione che riconquistare se stessi ci appare paradossalmente pericoloso. E allora sì, crediamo anche alla favola del complottismo che ci rende ciechi volontari e dunque cittadini virtuosi e responsabili, per i quali ormai la libertà è un peso.
Riguardo al complotto e al complottismo, parte del problema è che non esiste una teoria democratica del complotto (e neppure del potere se andiamo a ben guardare).
Il concetto tradizionale di complotto vede come vittima un re, un presidente, un leader, un gruppo dirigente e, insomma, qualcuno che ha un potere ingente e, grazie al complotto, ne viene spodestato a vantaggio di un rivale, che sia una persona fisica o un gruppo.
In realtà questo tipo di complotto non merita l’attenzione che gli storici gli riservano perché non cambia sostanzialmente niente per i “sudditi”. Morto un papa (o licenziato in tronco) se ne fa un altro, via Conte subentra Renzi, allontanato Bill Gates può magari arrivare un Zuckerberg e, insomma, per il popolo non cambierebbe niente.
Il complotto che realmente cambia le cose per il popolo è il complotto “contro” i cittadini, una tipologia di complotto cui è stata non a caso appiccicata l’etichetta tabù di complottismo e da cui dunque gli storici, da sempre inquadrati nell’élite e timorosi di perdere il loro prestigioso ruolo sociale, si tengono accuratamente lontani.
Quella che si potrebbe chiamare la teoria democratica del complotto avrebbe il compito, se esistesse, di ridefinire innanzitutto il complotto in modo “democratico” ossia considerarlo non tanto come il risultato di un regolamento di conti fra leader o gruppi sociali elitari in continua lotta fra di loro ma come un progetto finalizzato a imporre con la forza e/o con l’astuzia ingenti e spesso complessi cambiamenti sociali cui il popolo è prima facie avverso o indifferente, concepito da una élite i cui vertici sono difficilmente identificabili ma i cui sostenitori sono ben visibili in virtù del loro iperattivismo nella società e per il loro tipico modus operandi.
Il complotto contro i cittadini ha un suo linguaggio, i suoi slogan, una sua ideologia, i suoi frontmen, influencer e guastatori, le sue motivazioni, tattiche e strategie finemente variabili, un ambito operativo geograficamente esteso e uno specchio temporale spesso amplissimo con un sistema di copertura a strati molteplici che rende difficile la sua identificazione a chi non ha imparato a riconoscerne i tipici segni, codici e procedure che, notoriamente, non si insegnano a scuola. Ma forse è arrivato proprio il momento che qualcuno si ponga il problema di educare i popoli all’esistenza dei complotti contro di loro. E di ridare al termine complottismo il significato più semplice e naturale di “tendenza a complottare contro il popolo” anziché quello, troppo comodo per i regimi di questo mondo, di “tendenza a credere a complotti inesistenti”.
Caro Semplicissimo, siamo a fine millennio ma anche fine di un Era. Noi non possiamo più osservare le stelle se non 5 giorni all’anno a causa dell’inquinamento atmosferico. Per chi conosce la cosmologia siamo entrati in una nuova era e precisamente sotto il segno zodiacale dell’Aquario. “I nati sotto questo segno…” con questo versetto si introduce un pronostico futurista, come se, dietro all’esistenza di ognuno ci sia un destino preordinato, come dire, la Sibille è una dietrologa perchè conosce il futuro tracciato da Fato. Certamente è vero, la Sibilla è una dietrologa perchè a modo di vedere dietro, oppure oltre la barriera del tempo, e pronosticare un evento in arrivo o tracciato. Edipo diventa tragedia quando espulso dai familiari da bambino per un brutto destino avverso, lui stesso, sopravvissuto alla pena di morte infantile, scoprirà di essere l’assassino di suo Padre (sconosciuto) ed avere copulato con la madre dando alla luce una generazione di figli pestiferi perchè incestuosi, portatori di disgrazie demoniache ai danni dell’umanità nei secoli ecc. Di esempi simili è pieno il Mito, e, bene o male si sono verificati i pronostici. Quindi , dietrologia non è una malattia della mente o del pensiero politico che hai espresso chiaramente sotto la voce complottista, ma la dietrologia, quando si trasforma in complotto, è per volere politico e non divino. La politica, avendo tutti i giorni i tabulati sulla produzione di beni e ricerche scientifiche (statismo) , i “futurologi” (branchia politica di statisti) stillano un programma di produzione e consumo interno allo stato ed esterno allo stato stesso quando stilla i contratti commerciali con altri stati. Hai presente quando i presidenti di repubblica mondiali si incontrano e firmano quei libroni grossi con inscritto i trattati da rispettare indipendentemente da il governo che si susseguirà negli anni? I trattati 20ennali 30entennali 50ntennali , sono di normale routine tra gli stati, ma Hong Kong ci ha dimostrato che allo scadere del 100esimo anno del dominio inglese, scaduti i termini inscritti, la città è stata restituita senza sparare colpo alla Cina. I spaccamenti di marroni che la cina subisce dai separatisti di Hong Kong che vorrebbero ritornare con gli inglesi, sono un movimento insurrezionalista clandestino da combattere per la Cina. I complotti mondiali invece, sono servizi segreti di militari attentatori e spioni o provocatori, che, muovono le loro Avanguardie all’interno di una nazione da sconfiggere, sia commercialmente che militarmente. Esistono? Certo che si, esistono, eccome. Questi tramano 24 ore al giorno in tutto il mondo e a tutti i livelli. Nelle guerre moderne, intendo quelle commerciali, fracassare le economie di altri stati utilizzando lo Spread (Grecia) è un attentato alla sovranità di uno stato, con tutto quello che comporta dietro (appunto: dietrologia) “La luce in fondo al tunnel” di Mario Monti era una frode che si sapeva essere eversiva, ma che è stata occultata bene dai Media italiani perché non sono italiani ma trasmettitori su licenza americana dei loro programmi tradotti in italiano. Paghiamo anche una tassa sul canone per ciò. . Se dovessero disobbedire, gli viene chiuso il pacchetto pubblicitari dalla BUZ Allen americana detentrice e distributrice della pubblicità di tutte le nostre aziende perchè sono i titolari di tutte le aziende commerciali che possono accedere al Mercato internazionale, perché il Mercato non è nostro, ma per vendere un prodotto italiano nei loro “Mercati” bisogna seguire una prassi che ha le stesse valenze degli stati. (normative). Se non si rispettano, si fa la fine dell’ Olivetti spa, che venne chiusa in 15 giorni lavorativi dopo il decreto Nato: “Fabbrica inquinata”. Inquinata di che? La sentenza è stata data dai militari Nato. Cosa è successo all’Olivetti? Ecco che si scatenano le indagine segretate, per capire cosa sia veramente successo in Olivetti per avere una simile sentenza di Morte. (io lo so perché sono un dietrologo, ovvero, un ispettore (privato) di storia dell’arte moderna che ogni tanto ama sconfinare per capire le cause politico militari che c’è dietro a una determinato evento.
🙂
Ci sono altri fatti grandi come una casa di cui la gente non si accorge proprio perché sono stati gestiti in modo cospiratorio. Un esempio è la costruzione dell’Unione Europea che ha tolto la sovranità a 27 paesi con la semplicità con cui si toglie una sedia a chi si sta sedendo.
Con una differenza. Che chi si ritrova col sedere per terra di solito se ne rende conto e si lamenta o s’arrabbia mentre 300 milioni di europei continuano nel loro pacifico appassionarsi al teatrino della loro politica locale e non hanno ancora capito di aver ceduto la sovranità del proprio paese, e quindi tutte le decisioni sul proprio futuro, a un’entità che dirige 27 nazioni, le loro economie e le loro culture con un invisibile pugno di ferro avvolto in un guanto di seta e uno stile propagandistico paternalistico che farebbe invidia alla vecchia Unione Sovietica e alla nuova Cina da Mao a Xi.
Basta leggere per un po’ di mesi i quotidiani cinesi in lingua inglese come lo Shanghai Daily o l’Hong Kong Daily e poi passare ai comunicati giornalieri dell’Unione Europea per scoprire inequivocabili affinità di stile e di atteggiamento. I capi sono rappresentati come padri di famiglia saggi che guidano con mano sicura la prole, riottosa o meno (vedi Hong Kong). Il futuro è scritto in non discutibili piani quinquennali, ma l’Unione Europea batte la Cina perché i suoi piani sono addirittura trentennali e ci dicono già adesso quello che succederà da oggi al 2050. La narrativa sviluppata non ammette discussione e l’approvazione del parlamento europeo è sempre data per scontata. E non a torto perché il parlamento UE non dice mai di no!
Quanto ai capi UE, essi sono sempre pieni di entusiastici elogi l’uno per l’altro e amano presentare l’UE come una potenza in piena effervescenza che sta guidando il mondo verso magnifiche sorti e progressive. Anche se, oggettivamente, la sua potenza in termini militari è sotto zero, vista la totale dipendenza dalla Nato e dagli Stati Uniti alle cui strategie essa si accoda quattamente.
Riguardo all’ambiente, la riduzione dei livelli di diossido di carbonio entro il 2050 è stata già pianificata, orrori compresi. Milioni di famiglie e di aziende dovranno riconvertirsi senza poter scegliere ed è la stessa UE a dirci che la popolazione dovrà fare dei forti sacrifici tant’è che sono previsti dei fondi ad hoc per aiutare i popoli a sopportare le fisime dei loro regnanti.
Quanto alla corruzione che sembra affliggere come un virus i governi di tutti gli stati europei che non contano un piffero e non decidono sostanzialmente nulla, essa non sembra poter intaccare i vertici UE visto che essi decidono qualsiasi cosa sopra le nostre teste stipulando frequenti accordi sempre e solo con grandi aziende scelte a loro insindacabile giudizio e pubblicando poi delle versioni edulcorate degli accordi raggiunti col pretesto di non poter divulgare segreti industriali. Le scelte vaccinali operate in quest’ultimo torno di tempo si collocano sulla medesima linea di oculatezza e insindacabilità. Compreso l’uso dei soldi dei cittadini europei per cofinanziare Big Pharma per cifre che non si riescono nemmeno a scrivere.
Parlare di democrazia in questo contesto è davvero fuorviante o comico. Spezzerò peraltro una lancia a favore della Cina di Xi. Meglio avere una dittatura dichiarata che una dittatura reale vestita di panni magici che ci fanno vedere finte dialettiche democratiche e finti leader indipendenti dove invece esiste solo un’opzione: cieca obbedienza alle direttive che vengono dall’alto dei cieli UE.
Eh !!
Corruzione ( e tradimento dei propri doveri costituzionali, che sono il reciproco dei diritti costituzionali dei connazionali…)…) è pure quella di una classe dominate di indole schettina che ha messo sotto ulteriore vassallaggio la propria nazione ( Non bastavano gli anglo sassoni, mo’ sono arrivati pure i francesi, i tedeschi gli olandesi e pure i polacchi, nelle prossime puntate.
Che poi corrotti dal capitalismo più bottegaio pretenzioso quanto sotto capitalizzato ( con le pezze al culo avrebbe detto Grillo, sbagliando di poco, quella volta…) e meschino ad “brambilla” lo siamo da sempre in sto paese.
sono i piccoli “prenditori” spesso… ( aggiunta a scoppio ritardato…)
“Chisto” è o’ paise d’ o sole….
https://comedonchisciotte.org/il-covid19-ha-smascherato-la-politica-italiana-esiste-solo-il-partito-unico/
Grazie per il link. Mi è piaciuto questo commento di Danone (da me editato lievissimamente per una maggiore chiarezza nelle ultime tre righe):
Come ho già scritto in precedenza, il covid è un’occasione unica per vedere cose che noi umani non potevamo nemmeno immaginare in epoca pre-covid.
La coordinazione unica evidente dell’operazione pandemia, su scala mondiale, e su numerosi livelli e piani, indica che lassù nell’Olimpo di chi sembra contare, sono organizzati proprio come gli antichi Dei pagani sul Monte Sacro. Liti e discordie, tradimenti e passioni, trame occulte e segreti accordi guidano gli eventi e forniscono i pretesti per le guerre fra le genti. Ma poi quando Giove tuona, tutti sono richiamati all’ordine di gerarchia. Novo Ordo ab chaos, senza i nuovi Dei nun se po’ ffà.
non so quali fan di Greta si siano spinti a collegare lo scioglimento dei ghiacci polari con l’innalzamento dei mari.
Che io sappia, la vulgata è diversa: l’innalzamento dei mari “sarebbe” provocato dallo scioglimento dei ghiacci terrestri (che non sono già nell’acqua…) e dalla dilatazione delle acque marine dovuta al loro riscaldamento. Ovviamente, se anche ciò fosse vero, rientrerebbe nelle meraviglie della compensazione naturale. E soprattutto nei singoli territori sarebbe sufficiente tenere puliti i corsi d’acqua, i laghi, i campi, in modo da permettere il giusto drenaggio, i giusti deflussi, eccetera. Come facevano i Romani duemila anni fa e come si fa nei paesi che vivono un rapporto con la natura meno impiegatizio e squallido del nostro…