Le autorità mediche svizzere, al pari di quelle britanniche dicono in soldoni che il paziente era talmente messo male che che sarebbe potuto morire comunque in qualsiasi momento, ma se questo fosse avvenuto in presenza di positività al coronavirus (per quel che valgono i tamponi, vale a dire pressoché zero) allora tale ragionamento non avrebbe più avuto validità ed ecco che la persona, magari già in stato terminale, sarebbe certamente morta di Covid andando ad ingrossare statistiche a dir poco sospette. Si tratta della nuova bilogica della scienza medica che tuttavia obbedisce in maniera rigorosa a un unico principio di fondo: è vero ed è giusto ciò che produce maggiori profitti e faccio presente che secondo una recente statistica americana da marzo a ottobre compreso i presidi sanitari Usa hanno aumentato del 22% le loro entrate, grazie al Covid. In questo modo, con questo criterio di fondo, ogni contraddizione viene meno e tutto acquista un andamento assolutamente lineare: più il Covid colpisce anche nei casi dove al massimo potrebbe essere considerato un elemento di contorno, più si vendono vaccini che tuttavia non provocano mai decessi viste le condizioni talmente precarie dei pazienti da rendere l’evento altamente probabile e senza nessi di causa ed effetto con la terapia. Facile e comodo.
D’altro canto è presumibile che questi casi costituiscano solo una piccola parte di una casistica che arriva alle cronache solo in rari casi, quando le circostanze non consentono di glissare o di soffocare gli “eventi avversi” visto tra l’altro che il vaccino è privo di qualsiasi rapporto tossicologico: il livello di menzogna ormai ha rotto qualsiasi argine. Basti pensare al parlamentare tedesco Heinrich Fiechtner, ematologo e oncologo il quale in pieno Bundestag ha denunciato la situazione in maniera esplicita il 30 dicembre scorso:
” Signora Presidente, onorevoli colleghi: ieri sera alle 22, in prima serata televisiva, nel talk show condotto da Anne Will abbiamo assistito a una discussione sul lockdown imminente, con personaggi “illustri” fra cui il professor Uwe Janssens, presidente dell’ Associazione interdisciplinare tedesca per la terapia Intensiva e la medicina d’urgenza.
Il professor Uwe ha fatto una lunga ed emotiva arringa sull’importanza delle misure drastiche che stanno per essere imposte alla popolazione tedesca. Ha spiegato che le unità di terapia intensiva stanno per essere sopraffatte dal numero di pazienti, causando una situazione a malapena gestibile.
Intorno alle 22:13 ho chiamato la terapia Intensiva del suo ospedale, ho chiesto di parlare con il medico responsabile di turno, e gli ho chiesto: “Quanti pazienti Covid sono ricoverati nel tuo reparto?” Quel reparto ha 19 posti letto e ieri non c’era un solo paziente!”
Siamo dunque arrivati a questi livelli di non ritorno e chi li accetta si dovrà attendere qualunque cosa eccetto la salvezza.