Se entriamo in farmacia a comprare un banale antidolorifico non da banco abbiamo bisogno della ricetta medica, qualcosa che solitamente viene interpretato come una sorta di precauzione nei confronti delle persone, ma che invece serve solo a far risparmiare il sistema sanitario dando contemporaneamente un grande vantaggio alle aziende farmaceutiche: spesso lo stesso principio attivo viene fornito senza ricetta a un prezzo doppio e con una concentrazione della metà: cosicché uno è liberissimo di utilizzare il farmaco, senza dover recarsi dal medico, purché paghi quattro volte di più. Sono i trucchetti miserabili di una burocrazia sanitaria al servizio (non certo gratuito, però)  dei grandi gruppi farmaceutici  e che tuttavia viene giustificato con l’attenzione alla salute. Si tratta di modesti raggiri che tuttavia contribuiscono a rafforzare l’idea di una cura e sollecitudine nei confronti della salute che poi si concreta nei lunghi iter necessari per l’approvazione di un farmaco, sebbene i vari istituti nazionali preposti a dare via libera alla nuova medicina, si limitino a prendere visione della documentazione fornita dall’azienda produttrice e a verificarne i requisiti formali più che l’attendibilità reale.

Adesso però tutto questo sistema sta gettando la maschera e produce vaccini anti Covid non sperimentati che vengono spacciati dalla governance globale, dal grande e anonimo fratello, come l’unico modo per uscire dal sistema delle segregazioni:  un vero e proprio ricatto finale che sta facendo crollare le democrazie in tutto il mondo occidentale, persino quel poco che ne era rimasto,  a parte le ritualità.  E per averne piena contezza pare che il governo italiano, anzi il ministro Speranza la cui cervice non verrebbe utilizzata come coppa rituale nemmeno dai Daiachi vista la poca capienza, si avvia ad utilizzare come prima ondata il vaccino più costoso, ovvero quello della Pfizer, quello che deve essere tenuto a -75 gradi prima di essere iniettato e che vista l’assenza  di una simile catena del freddo arriverà in vena come acqua distillata.  Anzi no, acqua con metalli pesanti. Tutto questo, badate bene, avviene senza alcuna approvazione da parte dell’ Aifa,  ossia l’azienda italiana del farmaco. Si prevedono addirittura 1 milione e 700 mila vaccinazioni entro gennaio, una cifra risibile, vista l’assenza di qualsiasi piano in questo senso del resto giustificata dal fatto che tutto l’allarme è una mistificazione. Ma ancora più sorprendente  è il fatto che la Pfizer presenterà i dati della sperimentazione solo fra due anni. Quindi di chi ” spiega ” al popolo il vaccino a cominciare da Burioni per finire ai fact checker prezzolati, parlano del nulla perché non hanno in mano le carte, il che non esclude che abbiamo però degli assegni. Tutto questo ancora pochi mesi fa sarebbe apparso a chiunque come criminale, ma la creazione di un pandemia le cui vere vittime saranno quelle travolte dalla stessa narrazione, rende oggi possibile l’impensabile come l’adozione di un farmaco a scatola chiusa. E proprio per  evitare reazioni è stato messo in cantiere, ovviamente sul modello tedesco perché questi servi da quattro soldi non si smentiscono mai, l’ipotesi di considerare reato una presunta “Istigazione alla rinuncia o al rifiuto di trattamenti sanitari” che è un abominio costituzionale e legale, perpetrato da squallidi prostituti di Big Pharma.

C’è gente che si è arresa alla narrazione nella speranza che ubbidendo in tutto e per tutto alle assurde misure proposte, e facendosi iniettare sedicenti vaccini che come quello della Pfizer che inseriscono sequenze geniche nelle cellule affiché producano un antigene specifico ( vedi nota), potranno tornale alla normalità e al lavoro. Ma è solo un’illusione perché è ormai passato il principio che le libertà costituzionali possono essere sospese a causa di un’emergenza e si troverà sempre una situazione, un pericolo magari opportunatamente pompato per giustificare qualunque arbitrio e qualunque misura.

Nota I difensori – non d’ufficio perché non credo proprio che siano difese gratuite – dei nuovi vaccini a mRna fatti passare grazie all’urgenza di combattere la pandemia narrativa e praticamente non sperimentati se non in maniera del tutto sommaria per brevissimo tempo, si scagliano contro coloro che paventano una modifica dell Dna a causa di queste interazioni genetiche. E in questo hanno ragione perché il Dna per quanto ne sappiamo non può essere alterato dall’Rna messaggero, ma hanno torto sotto tre profili:  1)intanto quello metodologico visto che tutto ciò che sappiamo di questi vaccini deriva dai comunicati stampa delle aziende produttrici e nemmeno dai dati di sperimentazione che tra l’altro sappiamo quanto a volte possano essere addomesticati e andrebbero semmai verificati; 2) poi perché queste difese sono basate sul solito trucco retorico di prendere le affermazioni più estreme per confutarle e dimenticare tutte le obiezioni più consistenti che possono essere portate; 3) le nostre conoscenze sono del tutto insufficienti (solo gli stupidi pensano di sapere tutto e purtroppo anche nella scienza sono una marea)  ad escludere che vi possano essere conseguenze di vario tipo come per esempio alterare in maniera irreversibile  la risposta immunitaria globale. Per escludere queste cose occorrerebbero anni di sperimentazioni e invece saremo tutti cavie forzate senza poter dire di no e senza la possibilità di tornare indietro.