… Se al referendum dovesse passare il si la casta, forte del risparmio minimale con cui ha gettato fumo negli occhi, si alzerà gli emolumenti, le prebende, le facilitazioni, i servizi gratuiti di cui gode? Del resto visto che i parlamentari saranno di meno e dunque più intelligenti e più efficienti ( Di Maio al solo pensiero pare abbia già aumentato il proprio QI a un livello misurabile) , come gli sciocchi del si sembrano credere, varranno anche di più e avranno pur diritto a vedere riconosciuto in qualche modo il loro maggior rilievo. Del resto non sono proprio i maggiori sponsor dei tagli alla politica ad aver aumentato del 30 per cento le auto blu con autista ? Sarebbe davvero un bello smacco per quella voglia popolare di vendetta verso un ceto politico giustamente reputato inetto e distante, che tuttavia non è riuscita in parecchi anni a trasformarsi da sentimento prepolitico in progetto politico: nemmeno ci si è accorti che mentre si vagheggiava di risparmiare qualche spicciolo ai danni di una piccola parte della casta ( tutto ciò che attiene alle regioni e alle armate dei mandarini di Stato è rimasto intatto) questo argomento del risparmio. in pieno accordo con le tesi austeritarie di Berlino, è stato un alibi per tagliare senza criterio e senza pietà il welfare, dalla scuola, alla sanità, dalle infrastrutture.alle pensioni.
Chi ancora non ha capito il trucco va ancora alle urne nel mezzo di una crisi economica di proporzioni epocale con l’animus di chi si appresta a punire chi lo ha messo in queste condizioni strappandogli qualche euro: siamo veramente al ridicolo se non fossimo di fronte al tragico di un elettorato che ormai va avanti come uno zombi verso la propria distruzione e che ritiene una grande soddisfazione aver ridotto la propria stessa rappresentanza a un parlamentare ogni 151 mila abitanti che non solo è il livello più basso d’Europa, ma uno dei più bassi del mondo. Il che ovviamente è uno dei modi per rendere la casta più potente e meno dipendente dagli elettori. Ma favorirà anche i potentati economico – finanziari e le loro lobby che potranno risparmiare un bel po’, di certo più delle miseri centesimi del popolo. perché dovranno convincere, corteggiare comprare un numero inferiore di parlamentari. D’altro canto chi è causa del suo mal pianga se stesso e se nel caso della pandemia si può capire come la la paura in un campo che pare quasi misterioso come quello della medicina, possa contribuire ad appannare lo sguardo verso l’incoerenza clamorosa della narrazione e verso il disastro sanitario cui sta portando l’epidemia giornalistica (18 milioni di prestazioni rinviate) , in questo caso si parla quasi dell’ovvio, basta semplicemente fare un secondo passo nel ragionamento per avvedersi che la balla del risparmio e dell’efficienza è semplicemente una trappola. Chi ci casca non potrà poi lamentarsi e anche se avesse voglia di farlo non potrà più perché la diminuzione dei parlamentari renderà praticamente impossibile inserire una qualche opposizione in parlamento. Non gli resterà che il mugugno.
Perciò mi sembrerebbe giusto e coerente che dopo aver fegato gli italiani con la storia del risparmio, la casta, resa ormai più salda, infierisse rendendo palese l’inganno e aumentando le proprie spese con il grazioso consenso di Draghi per il quale una vittoria del Si sarebbe benvenuta, visto che al contrario di quanto si pensa, renderebbe il suo regno di fatto già deciso là dove si puote, più saldo e più sicuro rispetto alle contestazioni. Non a caso il No non è per nulla rappresentato in Parlamento, ma è solo ormai una posizione civica in procinto di essere sperperata.
Bene: è “andata”, come si suol dire. Ho votato NO e stra NO. I pecoroni hanno votato “sì” e ciò conferma ancora una volta che i tempi cambiano ma la stupidità delle masse c’è sempre. Come un grosso insieme abulico e stupido, la massa va incontro al futuro. Circa l’Italia, solo se in Francia esploderà una nuova Comune o la guerra civile, allora esploderà anche l’Italia. Perché qui, specificatamente qui, la cultura e la conoscenza è sempre stata ed è ancora una cosa di pochi, di quei pochi che hanno sempre fatto tutto loro. Ma se un Foscolo inneggiava a Napoleone e andava a combattere coraggiosamente contro gli Austriaci e poi mandava Napoleone a quel paese dichiarandolo tiranno, la sua presa di posizione non faceva nulla per la massa che decideva allora, comunque una massa che oggi sarebbe un’aristocrazia rispetto a quella che ora si chiama massa in Italia, cioè un’accozzaglia di merdoni e merdone a mostrare il fallimento del sistema scolastico che doveva portare il cittadino a sapere e conoscere anche i propri diritti e doveri.
Ti è chiaro spero che l’unità d’Italia fu di matrice massonica britannica?
Gli italiani come popolo non esistono, esistono solo nella convenienza delle élite che li governano e manipolano dal tempo dei Romani.
Se guerra civile ci sarà come spero, non saranno capaci di risolvere nulla neanche con quella, verranno spazzati via.
Si può vedere :
Personalmente non mi interessa minimamente quanto guadagnino o di quanto si aumentino lo stipendio i politici, mi interessa chi sono e basta, per cui se al governo ci fossero esseri umani sarei ben felice di pagare loro il lauto disturbo di governare un paese ingovernabile come questo.
Visto che abbiamo solo ratti di fogna dal 1992 ad oggi, è ovvio che l’unico argomento di cui ogni blog ha voglia di parlare siano i soldi della politica manco a dirlo.
Gli italiani hanno l’ossessione dei soldi, all’estero se ne fregano, badano al sodo loro, e come conseguenza hanno politici al Parlamento che guadagnano meno del sindaco di Roma o Milano e danno servizi ai cittadini che qui possiamo solo sognare la notte.
Sia mai però che ammettiate di aver sempre votato gente adatta alle discariche delle favelas brasiliane più che alle aule delle istituzioni più alte del paese; sarà che ognuno vota chi pensa di meritare come suo degno rappresentante, perché io come siate riusciti a farvi coglionare dai 5 zecche e dal capitano del salame andato a male non me lo spiego, anzi me lo spiego molto bene: siete il sotto prodotto di secoli di lavaggio del cervello del Vaticano e di una finta sinistra che odia tutto ciò che è sovranità individuale e nazionale italiane e questi sono i devastanti risultati.
Massi’, sentitevi fighi per aver votato no ad un referendum senza quorum, perché perdere l’ennesima occasione di pettinare i giaguari o smacchiare i leopardi?
Non c’è tempo per riprogrammare tutti, serve il reset che sta avvenendo e avverrà nei prossimi mesi. Era ora.
Beh…si senta figo Lei, con i suoi toni apocalittici, e sprezzo per chi ritene sia necessario un maggior tasso di democrazia ( come in Svizzera, che Non mi risulta funzionare poi così male…) nella società italiana…
scommetto che in passato può aver votato in mitico Berlusca con l’amico Brunetta che tanto aveva in spregio i dipendenti pubblici, così in modo generico ( che così da politicante faceva meno fatica a discernere, facendo di tutta l’erba un mistificatorio fascio…), ma ora pensa che lo stato attuale di miseria dell’italia, sia colpa degli altri, sicuramente di chiede più democrazia a suo insindacabile parere… i fascismo in itaGlia ( appoggiato dal vaticano…) ha fatto più danni di quanto si possa credere, questo ce lo potrebbe probabilmente dire anche uno svizzero.
Il “maggior tasso di democrazia” esisterà solo quando esisterà la democrazia, e se Lei crede persino di vivere in un paese minimamente democratico non ritengo di poter continuare oltre questo scambio, mi sentirei come Einstein che cerca di insegnare la relatività al suo nipotino di 5 anni.
Credo che ora vivremo in un paese Meno che minimamente democratico… lei continui a credere che con il SI al referendum le cose andranno meglio di prima…Tanti auguri.
L democrazia esiste per approssimazione, a gente come Lei piacerebbe approssimarla in modo talmente grossolano, fino ad arrivare ai bei tempi del ventennio.
A proposito di Einstein…capita a fagiolo:
“Due cose sono infinite: l’universo e la stupidità umana, ma riguardo l’universo ho ancora dei dubbi.”
A. Einstein
Una massima di saggezza popolare recita:
Il saggio sa di non sapere, l’intelligente sa poco, l’idiota sa Tutto.
Visto che non coglie affatto il senso dei miei commenti…Io non ho proprio perso tempo ad andare a votare per un referendum senza quorum dove è venuto fuori che praticamente in ogni seggio d’Italia le matite fornite non erano di quelle indelebili come da disposizioni di legge. Conosce la prova della gomma da cancellare?
E chi ha provato a denunciare la cosa è stato bloccato subito da carabinieri e scrutatori.
Insomma questa emerita buffonata (questa sì
costata chissà quanto) andrebbe annullata subito, ma visto che ci troviamo nel paese di Totò, Pulcinella e Salvini nessuno si indigna o pensa di fare qualcosa al riguardo.
Motivo ulteriore per me per augurare agli italiani la peggiore dittatura mai vista, fosse la volta buona che escono dalle sottane della mamma e si decidono a diventare persone e cittadini degni di tal nome.
Dimenticavo:
Non auspico un ritorno al ventennio (che se quella di Mussolini è stata dittatura io sono il Presidente degli Stati Uniti), ma almeno due secoli di dittatura SERIA.
È ora di finirla con questa patetica narrazione anti fascista sdoganata da fascisti che hanno cambiato casacca all’indomani della sconfitta approfittandone per seminare violenza e distruzione ovunque, e devastando cervelli fino ad oggi.
E per la cronaca non ho mai votato una sola volta in vita mia, non sono ancora a quel livello di torpore cerebrale. Ergo, non so nemmeno come sia fatto un certificato elettorale. Me ne vanto.
Siete di una pochezza talmente scontata che non sconcerta neanche più, imbarazza.
Si rallegri, si rallegri , che con i suoi toni apocalittici e assolutisti ( manco avesse studiato dai preti con tutti i loro dogmi…), Lei c’ha sempre ragione ( era proprio ora di tagliare il costo del Numero dei parlamentari, nevvero, come 20 anni fa era ora di votare Berlusconi, di entrare nella zona euro, di tagliare i costi della sanità e di privatizzarla, gli itaGGliani ne indovinano sempre un Sacco, e poi si vantano pure… ).
https://comedonchisciotte.org/controinformazione/wp-content/uploads/xcomedonchisciotte-org-informazione-alternativa-costi-politica-vs-ce-lo-chiede-l-europa-1-1.jpg.pagespeed.ic.tj3UN_jH3i.webp
Ecco per i più contenti ed i più saccenti :
https://marcodellaluna.info/sito/2020/09/16/5172/
Si può leggere:
L’ITALIA È L’ANIMA NERA DEL NEO-IMPERIALISMO TEDESCO
su
ComidadPuntoOrg
Si può leggere:
https://comedonchisciotte.org/dalla-pizza-sul-treno-al-sushi-nel-rinomato-ristorante-lemblema-della-svolta-elitaria-e-globalista-di-di-maio/
Musica:
…Prova “Anonimo”…
…FUNZIONA! “CAMPO” NOME NON OBBLIGATORIO: ASSURDO!…
Perché assurdo ?
Io lo trovo rispettoso della privacy.
La privacy: tze… Quindi mettere uno pseudonimo diverso da Anonimo (che è uno pseudonimo pure lui) sarebbe violarla? Come si fa a seguire e a rispondere agevolmente se tutti gli utenti che si chiamano Anonimo hanno solo come distizione un disegnino? Fra l’altro con solo due opzioni “Rispondi”? Ti sembra funzionale la cosa?
Lo pseudonimo “Anonimo” trasmette l’idea della volontà di anonimato, per la privacy;
se uno ha problemi a distinguere le varie forme e colori degli avatar, qualche problema ( poco funzionale…) di vista ce l’ha…
Ma già che mo’ ti sei dato il nick di GATTO, io mi darò quello di topo, Solo per Stavolta… ;D 😀
Hai ragione: mi chiamano tutti GATTO per strada… Anche la mia mammina… Negli altri forum, le persone che scelgono uno pseudonimo distinguibile (credo addirittura che ci sia l’obbligatorietà del nick, ma non son sicuro…) sono “violate”! E pure tutti idioti a non accorgersene: mi scuso per la mia ignoranza. Buona giornata.
Topo? Bene, ma non vorrei che ti esponessi alla “violazione” solo per farmi un piacere… 🙂
“Chi ci casca non potrà poi lamentarsi e anche se avesse voglia di farlo non potrà più perché la diminuzione dei parlamentari renderà praticamente impossibile inserire una qualche opposizione in parlamento. Non gli resterà che il mugugno.”
SACROSANTE PAROLE, che ben descrivono l’itaGGlia di questi tempi !!
“Non a caso il No non è per nulla rappresentato in Parlamento, ma è solo ormai una posizione civica in procinto di essere sperperata.”
Esatto !
In termini sommari matematico-discorsivi:
più si innalza il denominatore della proporzione fra eletti/ elettori,Minore sarà la rappresentatività del politicante di turno.
Oppure nel a rapporto fra eletto ed elettori:
1/70.000 > 1/140.000 cioè è più rappresentativo un politico su 70.000 elettori che 1 politicante su 140.000 elettori…
c’è Minor Approssimazione-“dispersione” della rappresentanza nel primo caso !!
Si ma devi dire cosa scommetti e come pagherai se perdi. Gli imbecilli del No nn possono credere di poter dire quello che vogliono e poi tutto va in cavalleria.. Ok?
NON ho fatto nessuna scommessa, Ho espresso il mio pensiero argomentato, commentando su un blog, Non pensando di trovarmi in un casinò o casino delle scommesse.
Quest’ultimo lo lascio ai politicanti.
Allora, devi cambiare il titolo e tutta la forma del primo paragrafo ed essere.più convinto delle tue opinioni e meno timoroso di perdere.. Ok?
Anonimo
21 settembre 2020 at 12:31
Ah, ho fatto ora più attenzione al titolo dell’articolo, forse Lei stava rispondendo a Mero titolo dell’articolo del simlicissimuss…
Sto approccio da scommesse, manco ci trovassimo in un casinò , proprio NON lo capisco…cioè se uno esprime delle critiche su un articolo poi ci deve letteralmente e tassativamente fare un scommessa sopra ?
Per quale motivo, Scusi ?
Per come la vedo io le analisi critiche servono a demistificare la propaganda, NON a farci scommesse sopra.
Repetita iuvant:
“4.1. Meno puerile, anche se non necessariamente meno ideologica, un’argomentazione basata sulle nozioni di efficienza e costo delle decisioni della teoria delle scelte collettive (Buchanan e Tullock): decidere richiede tempo e risorse che potrebbero essere impiegati altrimenti, rappresenta quindi un costo.
È evidente che considerare l’esercizio della libertà collettiva un costo implica che il massimo di risparmio lo si conseguirebbe con un’autocrazia: l’aberrazione utilitarista di considerare la libertà priva di valore intrinseco, su cui in tanti hanno attirato l’attenzione, a partire da Kant per arrivare a Rawls e Sen, colpisce ancora.
Per non parlare del tipo umano presupposto da modellizzazioni che ritengono di poter ridurre ogni scelta a un calcolo utilitaristico, anche se “imparziale”: che cosa penseremmo della serietà morale di Anna Karenina, si domanda Scruton (On Human Nature, Princeton University Press, Princeton e Oxford, 2017, pag. 96), se la trovassimo intenta a risolvere il dilemma della scelta fra Vronskij e Karenin attraverso un calcolo di utilità di questo tipo: “meglio soddisfare due persone giovani e sane, io e Vronskij, che una più anziana per un fattore 2.5 a 1: quindi vado con lui.”?
Di queste ed altre assurdità che aleggiano attorno al concetto di efficienza così come impiegato dall’economia ho fatto cenno qui, ma se non altro il rigore formale dei modelli li rende talvolta refrattari a un rozzo impiego apologetico della situazione specifica. Sì perché l’altra posta negativa contemplata dalla teoria, quella dallo scambio con la quale dipende l’efficienza dell’assetto decisionale, sono i c.d. “costi esterni”, ossia i costi che la decisione impone ai membri della società.
Qui bisogna essere molto chiari. Se ve lo state domandando, la risposta è sì: un (fantomatico) autocrate illuminato incarnerebbe l’opzione ottimale della teoria: azzererebbe i costi della decisione e massimizzerebbe la funzione di utilità dei sottoposti. Tanto più si afferma che il benessere dei cittadini, pardon: sudditi, dipende dalle inevitabili, ancorché impopolari, riforme, tanto più si può sostenere che costi della decisione e costi esterni si alimentano gli uni con gli altri “bloccando” il paese in una situazione di letale “inefficienza” del sistema rappresentativo. (Non credo che questa intelaiatura retorica suoni familiare solo a me…).
Non è un caso che Salvati, il neoriformista gallonato, affacciasse anni fa l’esigenza se non di un dittatore illuminato almeno di un suo equivalente funzionale (evidentemente la strada da Blair a Schmitt è molto più breve di quanto possa sembrare):
“Il dittatore illuminato è una figura mitica, una finzione. Ai tanti ingeneri istituzionali che si affannano al capezzale della seconda repubblica l’arduo compito di inventare un equivalente democratico del benevolent dictator, che renda possibile la formazione di governi autorevoli, capaci di affrontare misure impopolari e di sostenerle nel lungo periodo.”
Come sanno, o almeno potrebbero sapere, ormai anche i sassi, questo equivalente funzionale, sia pure con qualche frizione che le riforme costituzionali e legislative di segno decisionista sono appunto chiamate ad appianare, c’è già, ed è il vincolo esterno (qui l’inequivocabile testimonianza di Carli); se tuttavia vogliamo osare insinuare che, per usare un delicato eufemismo, tanto benefico per i cittadini italiani esso non si sia rivelato, anche senza scomodare Platone (ma perché no?), ecco che i termini della questione si prestano ad essere rovesciati e le fantasie autocratiche dei novelli Grandi Inquisitori ribaltate.
Ovvero, se ci troviamo nella situazione descritta da questo tweet di Bankitalia:
“The emergency of #COVID19 hit the Italian economy profoundly: by mid-2020, #GDP had returned to the level observed in early 1993. In per capita terms, GDP dropped down to values recorded in the late 1980s. #Bankitalia Governor Ignazio Visco.” https://t.co/HS9uSIjUuD@ESOF_eupic.twitter.com/fpgeSCRCf4
— Banca d’Italia (@bancaditalia) 4 settembre 2020
ossia con un PIL tornato al livello del ’93 e un PIL pro-capite a quello degli anni Ottanta (!), tante cose si possono dire delle decisioni politiche a monte di questi straordinari risultati, dal divorzio Tesoro-Banca d’Italia all’unione bancaria (qui un eloquente regesto redatto da Giacchè), ma certo non che se ne sia discusso *troppo*.
Lo stiamo vedendo oggi col MES: se non è filato via sul velluto more solito, è stato grazie ad alcune voci fuori dal coro che hanno imposto un minimo di pubblica discussione. Quindi tutto si può dire della rappresentanza meno che al suo alleggerimento funzionale si sia accompagnato quello dei costi esterni: esattamente il contrario.
(Naturalmente, sia detto en passant, se passassimo il sistema decisionale comunitario al pettine delle teoria delle scelte pubbliche ne uscirebbe come Kojak, come potete verificare leggendo il libro di Majone. Ovvero l’intermittenza e strumentalità dell’appello alla scienza e ai suoi tecnicismi giustifica una volta in più l’osservazione che stiamo assistendo non alla rivolta degli ignoranti antiscientifici, ma al manifestarsi “di un autoritarismo gerarchico che non sarebbe altrimenti possibile esprimere in modo esplicito con il vocabolario della politica”, come ha scritto il Pedante).
Più nello specifico, Alberto Bagnai ci ha fornito un vivace quadro di prima mano delle presunte lungaggini parlamentari: “l’opposizione non può far perdere tempo alla maggioranza, e in particolare non lo ha fatto col Cura Italia, tant’è che il provvedimento è andato in Assemblea col relatore (su quello che è successo dopo taccio per carità di Patria).”
5. Ultimo, anche per ordine di importanza, il facciamocome.
Qui la Algostino, al cui articolo vi rinvio anche per altre questioni tecniche, è stata impeccabile, quindi mi limito a citare lei:
“L’Italia ha una percentuale di numero dei deputati (camera bassa) ogni 100.000 abitanti pari a 1, identica al Regno Unito (1) e simile alla Francia (0.9)[10], alla Germania (0.9)[11], ai Paesi Bassi (0.9), alla Polonia (1.2), al Belgio (1.3)[12]. Non mancano Paesi che presentano una percentuale decisamente più alta, quali, per limitarsi a qualche esempio: Austria (2.1), Danimarca (3.1), Grecia (2.8), Portogallo (2.2), Svezia (3.4); per non citare Stati con popolazioni e territorio di dimensioni assai ridotte, come Slovenia (4.4), Lussemburgo (10), Malta (14.3)[13].
In caso di approvazione definitiva della riforma[14], l’Italia si troverebbe ad avere una percentuale pari a 0.7, la percentuale più bassa fra gli Stati membri dell’Unione europea (seguita dalla Spagna, con 0.8).
Ora, fermo restando che i dati devono essere letti senza misconoscere il ruolo giocato dalla loro contestualizzazione e, quindi, alla luce di variabili “istituzionali”, come la forma di governo e il sistema elettorale, così come di elementi di fatto, quali la popolazione totale o le dimensioni del territorio, quanto detto smentisce la vulgata che dipinge l’Italia come un Paese anomalo per la eccessiva numerosità dei suoi parlamentari.”
6. Insomma, e per concludere, la riforma non serve ai fini indicati dai suoi proponenti ma ad altri. Ho già detto quali ma lo ripeto con un’osservazione in termini più generali: la cifra caratteristica di questo cupo inizio secolo è quello di una sempre più pronunciata “regressione oligarchica”, nel senso di uno “spostamento verso l’alto dei rilevanti centri decisionali, in forza del qualele decisioni politiche scivolano via dalle sedi più ampie e partecipate e si ritirano in luoghi meno accessibili, per lo più riservati a ristretti gruppi oligarchici” (S. Petrucciani, Democrazia, Einaudi, Torino, 2014, s. p.).
Una regressione che va facendosi ogni giorno più apertamente autoritaria e distopica. Votare NO significa, se non altro, non rendersi complici di chi sta forgiando le nostre catene.”
Dal link:
https://comedonchisciotte.org/referendum-costituzionale-sul-taglio-dei-parlamentari-tiriamo-le-somme/
Si informi un po’ e poi esprima il suo pensiero argomentato ( ammesso che ne abbia uno…) sul tema dell’articolo, piuttosto che cianciare di scommesse ( la democrazia è un processo a vari livelli e fasi, NON è un scommessa da casinò…); Le do un aiutino:
“4.1. Meno puerile, anche se non necessariamente meno ideologica, un’argomentazione basata sulle nozioni di efficienza e costo delle decisioni della teoria delle scelte collettive (Buchanan e Tullock): decidere richiede tempo e risorse che potrebbero essere impiegati altrimenti, rappresenta quindi un costo.
È evidente che considerare l’esercizio della libertà collettiva un costo implica che il massimo di risparmio lo si conseguirebbe con un’autocrazia: l’aberrazione utilitarista di considerare la libertà priva di valore intrinseco, su cui in tanti hanno attirato l’attenzione, a partire da Kant per arrivare a Rawls e Sen, colpisce ancora.
Per non parlare del tipo umano presupposto da modellizzazioni che ritengono di poter ridurre ogni scelta a un calcolo utilitaristico, anche se “imparziale”: che cosa penseremmo della serietà morale di Anna Karenina, si domanda Scruton (On Human Nature, Princeton University Press, Princeton e Oxford, 2017, pag. 96), se la trovassimo intenta a risolvere il dilemma della scelta fra Vronskij e Karenin attraverso un calcolo di utilità di questo tipo: “meglio soddisfare due persone giovani e sane, io e Vronskij, che una più anziana per un fattore 2.5 a 1: quindi vado con lui.”?
Di queste ed altre assurdità che aleggiano attorno al concetto di efficienza così come impiegato dall’economia ho fatto cenno qui, ma se non altro il rigore formale dei modelli li rende talvolta refrattari a un rozzo impiego apologetico della situazione specifica. Sì perché l’altra posta negativa contemplata dalla teoria, quella dallo scambio con la quale dipende l’efficienza dell’assetto decisionale, sono i c.d. “costi esterni”, ossia i costi che la decisione impone ai membri della società.
Qui bisogna essere molto chiari. Se ve lo state domandando, la risposta è sì: un (fantomatico) autocrate illuminato incarnerebbe l’opzione ottimale della teoria: azzererebbe i costi della decisione e massimizzerebbe la funzione di utilità dei sottoposti. Tanto più si afferma che il benessere dei cittadini, pardon: sudditi, dipende dalle inevitabili, ancorché impopolari, riforme, tanto più si può sostenere che costi della decisione e costi esterni si alimentano gli uni con gli altri “bloccando” il paese in una situazione di letale “inefficienza” del sistema rappresentativo. (Non credo che questa intelaiatura retorica suoni familiare solo a me…).
Non è un caso che Salvati, il neoriformista gallonato, affacciasse anni fa l’esigenza se non di un dittatore illuminato almeno di un suo equivalente funzionale (evidentemente la strada da Blair a Schmitt è molto più breve di quanto possa sembrare):
“Il dittatore illuminato è una figura mitica, una finzione. Ai tanti ingeneri istituzionali che si affannano al capezzale della seconda repubblica l’arduo compito di inventare un equivalente democratico del benevolent dictator, che renda possibile la formazione di governi autorevoli, capaci di affrontare misure impopolari e di sostenerle nel lungo periodo.”
Come sanno, o almeno potrebbero sapere, ormai anche i sassi, questo equivalente funzionale, sia pure con qualche frizione che le riforme costituzionali e legislative di segno decisionista sono appunto chiamate ad appianare, c’è già, ed è il vincolo esterno (qui l’inequivocabile testimonianza di Carli); se tuttavia vogliamo osare insinuare che, per usare un delicato eufemismo, tanto benefico per i cittadini italiani esso non si sia rivelato, anche senza scomodare Platone (ma perché no?), ecco che i termini della questione si prestano ad essere rovesciati e le fantasie autocratiche dei novelli Grandi Inquisitori ribaltate.
Ovvero, se ci troviamo nella situazione descritta da questo tweet di Bankitalia:
“The emergency of #COVID19 hit the Italian economy profoundly: by mid-2020, #GDP had returned to the level observed in early 1993. In per capita terms, GDP dropped down to values recorded in the late 1980s. #Bankitalia Governor Ignazio Visco.” https://t.co/HS9uSIjUuD@ESOF_eupic.twitter.com/fpgeSCRCf4
— Banca d’Italia (@bancaditalia) 4 settembre 2020
ossia con un PIL tornato al livello del ’93 e un PIL pro-capite a quello degli anni Ottanta (!), tante cose si possono dire delle decisioni politiche a monte di questi straordinari risultati, dal divorzio Tesoro-Banca d’Italia all’unione bancaria (qui un eloquente regesto redatto da Giacchè), ma certo non che se ne sia discusso *troppo*.
Lo stiamo vedendo oggi col MES: se non è filato via sul velluto more solito, è stato grazie ad alcune voci fuori dal coro che hanno imposto un minimo di pubblica discussione. Quindi tutto si può dire della rappresentanza meno che al suo alleggerimento funzionale si sia accompagnato quello dei costi esterni: esattamente il contrario.
(Naturalmente, sia detto en passant, se passassimo il sistema decisionale comunitario al pettine delle teoria delle scelte pubbliche ne uscirebbe come Kojak, come potete verificare leggendo il libro di Majone. Ovvero l’intermittenza e strumentalità dell’appello alla scienza e ai suoi tecnicismi giustifica una volta in più l’osservazione che stiamo assistendo non alla rivolta degli ignoranti antiscientifici, ma al manifestarsi “di un autoritarismo gerarchico che non sarebbe altrimenti possibile esprimere in modo esplicito con il vocabolario della politica”, come ha scritto il Pedante).
Più nello specifico, Alberto Bagnai ci ha fornito un vivace quadro di prima mano delle presunte lungaggini parlamentari: “l’opposizione non può far perdere tempo alla maggioranza, e in particolare non lo ha fatto col Cura Italia, tant’è che il provvedimento è andato in Assemblea col relatore (su quello che è successo dopo taccio per carità di Patria).”
5. Ultimo, anche per ordine di importanza, il facciamocome.
Qui la Algostino, al cui articolo vi rinvio anche per altre questioni tecniche, è stata impeccabile, quindi mi limito a citare lei:
“L’Italia ha una percentuale di numero dei deputati (camera bassa) ogni 100.000 abitanti pari a 1, identica al Regno Unito (1) e simile alla Francia (0.9)[10], alla Germania (0.9)[11], ai Paesi Bassi (0.9), alla Polonia (1.2), al Belgio (1.3)[12]. Non mancano Paesi che presentano una percentuale decisamente più alta, quali, per limitarsi a qualche esempio: Austria (2.1), Danimarca (3.1), Grecia (2.8), Portogallo (2.2), Svezia (3.4); per non citare Stati con popolazioni e territorio di dimensioni assai ridotte, come Slovenia (4.4), Lussemburgo (10), Malta (14.3)[13].
In caso di approvazione definitiva della riforma[14], l’Italia si troverebbe ad avere una percentuale pari a 0.7, la percentuale più bassa fra gli Stati membri dell’Unione europea (seguita dalla Spagna, con 0.8).
Ora, fermo restando che i dati devono essere letti senza misconoscere il ruolo giocato dalla loro contestualizzazione e, quindi, alla luce di variabili “istituzionali”, come la forma di governo e il sistema elettorale, così come di elementi di fatto, quali la popolazione totale o le dimensioni del territorio, quanto detto smentisce la vulgata che dipinge l’Italia come un Paese anomalo per la eccessiva numerosità dei suoi parlamentari.”
6. Insomma, e per concludere, la riforma non serve ai fini indicati dai suoi proponenti ma ad altri. Ho già detto quali ma lo ripeto con un’osservazione in termini più generali: la cifra caratteristica di questo cupo inizio secolo è quello di una sempre più pronunciata “regressione oligarchica”, nel senso di uno “spostamento verso l’alto dei rilevanti centri decisionali, in forza del qualele decisioni politiche scivolano via dalle sedi più ampie e partecipate e si ritirano in luoghi meno accessibili, per lo più riservati a ristretti gruppi oligarchici” (S. Petrucciani, Democrazia, Einaudi, Torino, 2014, s. p.).
Una regressione che va facendosi ogni giorno più apertamente autoritaria e distopica. Votare NO significa, se non altro, non rendersi complici di chi sta forgiando le nostre catene.”
Dal link:
https://comedonchisciotte.org/referendum-costituzionale-sul-taglio-dei-parlamentari-tiriamo-le-somme/
Toh, per essere più brevi ( auto citazione…):
”
Votare No al referendum, Non porterà un immediato miglioramento della classe politica,
Ma ne impedirà un Ulteriore Peggioramento in senso autoritario e para-fascista.”
Ah, ho fatto ora più attenzione al titolo dell’articolo, forse Lei stava rispondendo a Mero titolo dell’articolo del simlicissimuss…
Grande! Commentate articoli di questo sito che si sta rivelando alquanto risibile senza nemmeno leggerne il titolo e l’incipit. Favoloso.
A giudicare dagli exit poll sul referendum appena resi noti, ancora una volta questo popolo ignorantone e bifolco non ha voluto ascoltare i sapientoni che scrivono sui blog intelligenti. Mannaggia..
Allora magari Lei imparerà a leggere questo grafico :
https://comedonchisciotte.org/controinformazione/wp-content/uploads/xcomedonchisciotte-org-informazione-alternativa-costi-politica-vs-ce-lo-chiede-l-europa-1-1.jpg.pagespeed.ic.tj3UN_jH3i.webp
L’ultima volta (“ancora quella volta”, nel2016) avevano detto No a Renzi ( amico del berlusca…) , il quale aveva promesso di ritirarsi, e anche sta volta se non erro era schierato per il si.
Di maio diceva, che oltre a voler ridurre il compenso mensile dei politicanti ( io certamente comincerei dagli sgovernanti !!), na avrebbe ridotto i vitalizzi.
Ne l’una ne l’altro sacrosanto proposito si è verificato… Non andrebbe per ciò generalmente condannato per ciò il parlamento, ma io boccerei prima di tutti proprio Di Maio che ha fatto delle promesse politicamente Disonenste ( alla facci dell’onestismo a 5stalle…) !
Votare No al referendum, Non porterà un immediato miglioramento della classe politica,
Ma ne impedirà un Ulteriore Peggioramento in senso autoritario e para-fascista.
“Ritenere (ma è anche facilmente dimostrabile) che come un numero che sembra piccolo di rappresentanti non garantisca nessuna qualità anche un numero più grande non dia nessuna certezza in tal senso – altrimenti dovremmo fare un parlamento con tutti e sessanta i milioni di abitanti di questo disgraziato Paese (come capirebbe anche un bambino, alla fine dipende dalla legge elettorale sottostante) – è un argomento o un ipse dixit?”
Ste cose le sta chiarendo adesso…
Un buon rapporto numerico(!) fra eletto ed elettori Le ho già detto, è sintomatico di buona rappresentatività ( si può dire CHE SIA UNA CONDIZIONE NECESSARIA MA NON SUFFICIENTE), specie se l’andazzo degli ultimi 30 fallimentari anni è sempre andato nella direzione del sabotaggio della rappresentatività democratica a vario livello… un Alto numero di parlamentari è il sintomo Necessario , Ma NON sufficiente per ottenere una buona rappresentatività nel contesto ITALIANO, specialmente negli ultimi 30 anni ?
Io mi tengo sto elemento Necessario, Nonostante non sia sufficiente da solo a raggiungere lo scopo, ma ne è comunque una discreta premessa.
Considerando la diffusa tendenza a fare uso di neolingue tipo orwelliano, laddove la parola “riforme” è diventata sinonimo di danneggiamento delle classi subalterne, in vario modo…
Se qualche politicante volesse riformare la Costituzione od il parlamento, deve iniziare dalle giuste premesse, nel caso di una riforma del parlamento ( e perché Non del sgoverno ?????), si deve partire da una logica di massimizzazione della rappresentatitvità democratica, Alto numero di rappresentati per lettore Incluso (!), magari introducendo altri istituti di democrazia diretta ( NON quella farlocca e delirante dei 5stalle…), con referendum Propositivi, in parte vincolanti, ed allargando le fattispecie di referendum Confermativi su tutto il sistema giuridico… prendiamo esempio dalla Svizzera !!