C’è un limite a tutto, anche ad essere capre e a brucare l’erba del padrone pensando che sia il miglior modo di fare informazione:  il limite si dovrebbe scorgere quando gli argomenti a sostegno di una tesi – per esempio quella pandemia tra l’altro mai dichiarata ufficialmente dall’Oms – cominciano a vacillare,  sono supportati da numeri incoerenti, da pratiche statistiche ingannevoli o scorrette, da previsioni ridicolizzate dalla realtà, messe in dubbio dalla stessa scienza cui si fa riferimento senza comprenderla. A questo punto invece di riconoscere che qualcosa non funziona, di introdurre un minimo di dubbio, anche la dose micragnosa permessa dai fenomeni di deculturazione in atto,  la vera capra che sopra la banca campa, non trovando vie d’uscita  ribalta freudianamente il giudizio, attribuendo agli “infedeli” la stessa idiozia, la stessa mistica del fascismo informativo, di cui è vittima e al tempo stesso carnefice. Questo allevamento caprino non pago di aver volgarizzato la parola “negazionista”, sembra irresistibilmente attratta da un altro lemma di cui non conosce né la storia né il significato, ma che diventa emblema di tesi del tutto prive di consistenza: terrapiattismo.

La cosa è in qualche modo singolare perché in realtà nessuno ha mai davvero pensato che la terra sia piatta tanto che addirittura la la circonferenza equatoriale  è stata misurata con sorprendente esattezza 300 anni prima di Cristo: solo a metà Ottocento, quando l’opera di rapina dell’impero britannico rese disponibili le risorse necessarie a dare vita a tutta una serie di “eccentricità” divenute poi paradigmatiche dell’ambiente anglossassone un tal Rowbotham, venditore di elisir e medicine fasulle, che di queste cose ne faceva lucroso commercio, volle tentare anche la strada di dichiarare la terra piatta per spillare in giro un po’ di soldi ad ingenui capaci di credere qualunque cosa o a personaggi che più semplicemente erano incuriositi e divertiti da queste bislaccherie.  La cosa sarebbe finita lì se questa stravagante tesi non avesse traversato l’Atlantico e non avesse conosciuto una certa fortuna in America non perché qualcuno ci credesse, ma proprio per la sua assurdità: gli Usa già potenza planetaria avevano bisogno di un sistema di idee per essere considerati  il luogo della modernità e così una serie di pubblicisti inventarono la tesi secondo cui nella vecchia Europa oscurantista del medioevo o delle persecuzioni religiose, quella da cui erano fuggiti i padri pellegrini, la terra veniva considerata piatta. Era un’assurdità palese, perché basta leggere qualunque testo, Divina Commedia compresa, per accorgersi che il nostro pianeta è sempre stato pensato come una sfera,  ma era anche paradossale perché se la terra fosse stata considerata piatta l’America stessa non sarebbe stata scoperta: Colombo infatti, pur sulla base di calcoli  sbagliati di un matematico pisano, credeva fosse più facile e veloce raggiungere l’oriente viaggiando verso occidente, mentre i suoi avversari che avevano dati più esatti sulla circonferenza terrestre ritenevano che questa strada fosse troppo lunga. Ma di terra piatta non c’è mai stata l’ombra.

Anche in questo caso, sebbene si trattasse di una posizione culturale che non esitava a falsificare le citazioni testuali, la teoria, ha vivacchiato con qualche seguace anche grazie al fatto che con queste stravaganze c’è sempre modo di spillare qualche soldo e di sbarcare il lunario, ma il maggiore circolo del terrapiattismo, la Flat Earth Society, è praticamente scomparsa agli inizi di questo secolo. Poi nel 2015 un’inesplicabile il colpo di scena: sono cominciati a circolare video non amatoriali  e di buona qualità su Youtube inneggianti al terrapiattismo e così l’argomento è stato rilanciato alla grande. Chi ha ritenuto di dover resuscitare una tesi assurda e con mezzi che raggiungono molto facilmente i più sprovveduti o coloro che la mancanza di speranze nel futuro spinge ad aggrapparsi a qualunque appiglio fantastico, sia esso l’ufologia o la terra piatta? E’ impossibile saperlo, anche se la regia dietro tutto questo è evidente. E leggendo in giro ci si accorge che in tutta la pubblicistica mainstream che si occupa del cosiddetto complottismo e/o cospirazionismo, l’assurda teoria della terra piatta viene assunta come esempio di quella mentalità che poi porta a dubitare delle verità ufficiali sull’ 11 settembre o ad argomentare dubbi che sorgono riguardo all’uso del terrorismo oppure delle rivoluzioni colorate, dei piani finanziari e ovviamente anche della gestione della pandemia. Insomma è uno di quegli argomenti totalmente insensati che servono a sputtanare quelli seri.

Sappiamo bene che uno dei trucchi retorici più utilizzati nella persuasione è attribuire all’avversario tesi che nemmeno si sogna di esprimere, per poi controbatterle e questo sembra essere proprio un caso di scuola applicato alla rete: la riesumazione improvvisa e “patinata”, ancorché anonima, di un’assoluta e incontestabile cazzata ha tutto il sapore della costruzione di un argomento retorico artificiale per combattere le tesi scomode abbinandole forzosamente a straordinarie cazzate. L’uso della parola in realtà si rivela esatto: chi la usa in senso banalmente denigratorio è nel vero senso un terrapiattista: uno che non capisce nemmeno quando le parole gli vengono messe in bocca.  Anzi in una parola un  testapiattista.