E’ di ieri la notizia bomba giunta da una ricerca “internazionale”, parola che ormai ha un significato tra l’ambiguo e il sinistro, secondo la quale la quercetina, una sostanza che entra anche nei cocktail delle chemioterapie anticancro, è in grado di inattivare il coronavirus. La cosa viene sparata insieme alle trucide notizie sui vaccini liberatori ancorché non sperimentati e probabilmente del tutto inutili, che ci vogliono imporre come pegno per  un ritorno alla normalità – che tuttavia non ci sarà mai più se non saremo in grado di ripigliarcela – e dimostra tutta la confusione, ma al tempo stesso il calcolo alchemico con il quale vengono drogate le opinioni pubbliche e viene gestita la narrazione pandemica facendola continuamente oscillare tra cattive notizie, del tutto costruite nel nome della paura e squarci di salvezza.

Basta andare a vedere questo post del 12 marzo scorso Malarie occidentali per verificare che già allora c’era la notizia secondo cui quercetina era studiata come possibile rimedio per il Covid, visto che si è dimostrata efficace nel combattere altre infezioni virali e anzi un’indicazione in questo senso era venuta dalla Cina assieme a quella dell’idrossiclorochina entrambe sostanze nel mirino di big pharma perché di uso già abbastanza comune e a basso costo. Questo ci fa comprendere come ciò a cui stiamo assistendo ha poco a che fare con la scienza quanto con le cifre colossali che si possono guadagnare con una pandemia che peraltro l’Oms non ha mai proclamato ufficialmente, cioè per iscritto e in documenti ufficiali, ma è stata esclusivamente affidata a un discorso informale al capo dell’Organizzazione mondiale della sanità, ovvero un etiope dotato di una laurea in lettere quasi certamente falsa, che verrà lautamente compensato per la sua opera, ma che sta alla medicina come un pesce sta alla stratosfera. Quando un giornale o una televisione parlano di pandemia bisognerebbe chiedere loro in sede legale dove è scritto che si tratti di pandemia. No si tratta di tutt’altro e non ci vuole molto a capirlo.