Se il plus valore nel capitalismo produttivo era la differenza tra il valore del prodotto del lavoro e la remunerazione sufficiente al mantenimento della forza-lavoro, cioè misurava e misura il livello dello sfruttamento, nella società cosiddetta postindustriale o forse sarebbe meglio dire della sorveglianza e del controllo, si è affermato un nuovo tipo di plus valore, ovvero il plus valore comportamentale. Esso si è sviluppato in concomitanza con le reti e consiste, detto in estrema sintesi nello sfruttamento degli scarti dell’interazione dei dati degli utenti internet, ovvero ciò che si ricava dalle loro ricerche o dalla loro attività sui social. Significa che vengono raccolti più dati comportamentali di quanti ne siano necessari al miglioramento del servizio.
E’ stata Google a inventare gli algoritmi per sfruttare la ricchezza potenziale di questa “spazzatura” che per essere remunerativa deve necessariamente essere predittiva: per esempio un motore di ricerca deve sapere con buona approssimazione cosa stai cercando ( e in qualche modo importi cosa cercare) o un social deve prevedere le tue azioni e in qualche modo stimolarle e orientarle. Questo significa che il comportamento è diventato merce e da circa una ventina di anni si studia il modo di rilevarlo e di condizionarlo attraverso i meccanismi di base dell’interazione di gruppo. Per realizzare questo naturalmente gli attori della rete hanno dovuto superare le restrizioni imposte dai governi e dalle democrazie al cosiddetto libero mercato e alle predazioni nascoste di dati e di informazioni. Come è stato possibile? La risposta è di tipo culturale e va inquadrata visto in un’alterazione e degradazione del concetto di libertà, il fatto che già da prima il controllo fosse ammesso come misura antiterroristica, una sempre maggiore sudditanza del politico sull’economico. E pensate a quanti soldi verranno trasferiti dai ceti popolari e medi al famoso 1 per cento che per la verità è ancora meno, con la faccenda della pandemia che ha ben poco a che vedere con la questione sanitaria e molto invece con la capacità di gestione dei meccanismi cognitivi e con una predittività che è diventata imposizione.
L’1% di miliardari , NON esisterebbe se non ci fosse un 30-35% di medio alto borghesi che approvano una società capitalistica che consente un livello così alto di iniquità sociale e disuguaglianza.
Parlare Solo dell’1%, è in realtà squallida demagogia-propaganda promossa dalla borghesia medio-alta , particolarmente qui in itaGlia, per discolparsi e cercare un remoto capro espiatorio.
Il nemico marcia alla Nostra testa, qui in itaGlia e non nel remoto oltre-oceano.
“E pensate a quanti soldi verranno trasferiti dai ceti popolari e medi al famoso 1 per cento che per la verità è ancora meno…”
In itaGlia, e penso in gran parte del pianeta, la classe dominante ed i suo vassalli costituisce circa il 30-35% della popolazione…parlare quindi dell’1% è demagogia se Non propri mistificazione.
È demagogia e mistificazione, o malafede , pure smentire genericamente l’esistenza di un conflitto inter-generazionale, fra lavoratori, che è iniziato circa 30 anni fa ed è stato portato avanti dalle classi dominati con l’appoggio dei lavoratori anziani di allora, fino ad oggi che hanno consentito o promosso il depauperamento dei diritti e dei servizi pubblici ( tendenti alla avida privatizzazione questi ultimi e sempre più costosi e scassati…).
In termini macro economici , approssimativamente, la generazione dei 60-70 attuali in italia, è quella che ha consumato e fruito di diritti in misura maggiore di ciò che riusciva a produrre pagare, scaricando detti extra costui sulle generazioni successive…ciò si potrebbe indicativamente osservare con l’andamento del rapporto Debito/P.I.L. negli anni; tenuto conto che negli ultimi 30 anni circa il debito pubblico Non si è più potuto monetizzare-svalutare data la cessione di sovranità monetaria e separazione della banca centrale dal ministero delle finanze.
Non è corretto nemmeno parlare genericamente di giovani, poiché quelli che hanno più sofferto sono i giovani delle classi Subalterne che attualmente hanno dai 35 ai 50 anni, quelli che da giovani e da adulti si sono ritrovati lo sfascio attuale.
Per quel che mi riguarda tagliassero le pensioni più alte ( cosa che NON vogliono propri fare, chissà perché…) di quelle generazioni di 60-70enni che hanno fruito di trattamenti pensionistici favorevoli quali pensioni baby, o pensioni retributive, già a 50 anni o poco più, NON mi scandalizzerei e NON mi allarmerei , per Nulla ( in fondo, detti “anziani”, in buona parte, sono gli stessi che hanno agevolato e promosso il depauperamento delle generazioni più giovani…)!
L’1% di miliardari , NON esisterebbe se non ci fosse un 30-35% di medio alto borghesi che approvano una società capitalistica che consente un livello così alto di iniquità sociale e disuguaglianza.
Parlare Solo dell’1%, è in realtà squallida demagogia-propaganda promossa dalla borghesia medio-alta , particolarmente qui in itaGlia, per discolparsi e cercare un remoto capro espiatorio.
Il nemico marcia alla Nostra testa, qui in itaGlia e non nel remoto oltre-oceano.