Alla fine del secolo scorso un celebre esperimento dimostrò che costringendo le persone a concentrarsi su un determinato fattore, alla maggioranza di loro sfuggirà la presenza di eventi anche clamorosi rispetto al contesto. Si chiama effetto del gorilla invisibile perché nel primo test venne chiesto a un campione di individui di contare i passaggi della palla che sei ragazzi facevano tra di loro, ma mentre questo accadeva una settima persona interamente vestita da gorilla passava tra i giocatori: tuttavia il 58 per cento delle persone nemmeno se ne accorse. Quando venne detto loro cosa era accaduto e fu riproposto il video tutti videro il gorilla, ma una consistente percentuale di quelli che in precedenza non avevano notato nulla si convinsero che in realtà il secondo video era diverso e che non avrebbero potuto farsi sfuggire un fatto così eclatante.
Queste dinamiche valgono ancora di più se si passa dall’ ambito percettivo a quello cognitivo: mentre ci arrabattiamo tra mascherine, parole d’ordine, distanziamenti, misure che non potrebbero essere più contraddittorie, tamponi, vaccini e battaglie tra virologi ci sfugge completamente il gorilla: ovvero il fatto che nel 95 % dei casi il Covid è del tutto asintomatico o al massimo può dare qualche leggero disturbo. Che in pratica non solo non è peste bubbonica, ma nemmeno potrebbe essere considerata una vera e propria malattia, ma diciamo un malanno non dissimile da quelli provocati da altri coronavirus. Solo in una piccola percentuale di persone, tipicamente anziani con gravi problemi di salute oppure con persone più giovani, ma con alcune patologie importanti, può rivelarsi pericoloso. Ma intendiamoci allo stesso modo con cui altre malattie, tipo l’influenza, diventano preoccupanti in questi casi. Non si capisce davvero perché debba essere vitale liberarsi di questo coronavirus, tra le decine che circolano, al punto da dover provocare la disoccupazione di massa e cedere a un ricatto vaccinale senza il quale – si dice – nulla potrà riprendere come prima o addirittura immaginare una post normalità con mascherine, distanziamenti, vaccini e microchip. Il fatto è che si tratta effettivamente di un esperimento, ma chi lo sta conducendo non ci dirà che sta passando un gorilla, anzi utilizzerà ogni trucco per impedire esso venga scorto: si fanno campagne menzognere contro i farmaci a basso costo che possono facilmente avere ragione del Covid, nei casi di cui sopra, si aumentano artatamente del 90 per cento le diagnosi di decesso da coronavirus ( vedi qui ) , si cerca di denigrare quei Paesi dove non sono state prese misure particolari o addirittura nessuna misura, ma che se la sono cavata molto meglio degli altri. La Svezia in particolare è stata oggetto di continue molestie pandemiche essendo stato l’unico stato europeo a non prendere particolari provvedimenti e ad avere un numero di morti inferiori a chi ha voluto mettere i cittadini agli arresti domiciliari. e parliamo sempre di morti con coronavirus non per coronavirus visto che improvvisamente sono cambiati tutti i protocolli e le linee guida, sia per diagnosi differenziali che per le diagnosi di morte e sono stati sconsigliati gli accertamenti post mortem.
Questo non si può dire perché potrebbe darsi che un numero maggiore di persone scorga il gorilla e allora si ordina a quelli che si passano la palla di accelerare il gioco per saturare l’attenzione, con risultati a volte veramente spassosi come la regola della mascherina, ma solo nelle ore serali e notturne perché il virus colpisce di più in quelle ore ( vi prego fatemi vedere il cretino che si è inventata questa cosa) oppure che non si deve uscire di casa se si ha la febbre e non ce ne si accorge o che adesso nelle scuole non c’è più bisogno di distanziamenti (evidentemente costa troppo moltiplicare le classi e non c’è comunque nessuno in grado di organizzare questa cosa) a patto di usare la mascherina che notoriamente è inutile e dannosa e insomma tutto un rosario di idiozie che vengono fuori semplicemente perché non si sa più cosa dire per tenere in piedi la narrazione. Purtroppo qui non siamo in un laboratorio dove si sperimenta e basta, qui siamo di fronte all’applicazione di tecniche per costruire nuove ingegneria sociale a fronte di un virus che dopo le prime settimane di allarme appare per qualcosa di sconosciuto (ma forse per qualcuno assai ben conosciuto) sempre più domabile e poco pericoloso. Tutto fidandosi sul fatto che il 58 per cento dell persone non percepisce il gorilla e che anche dopo qualcuno penserò comunque che non si è lasciato ingannare. .
Nella fiaba di Andersen il re era nudo e bastava un bambino a rivelarne la vera condizione al popolo. Il gorilla di Mr. Semplicissimus, invece, non è visibile dai bambini ma solo da persone armate di innato scetticismo verso il potere, capacità di vedere gli eventi in prospettiva storica e di coglierne al volo le contraddizioni, buon senso, cultura generale, spirito logico, senso delle proporzioni, approccio pratico ai problemi e visione lungimirante.
Una volta fatta la rivelazione, si scopre che il popolo non possiede neanche una di quelle qualità che servirebbero a vedere il gorilla, gli sono state tolte ad una ad una nei decenni scorsi e, dunque, come non ha visto il gorilla prima della rivelazione, non lo vedrà neanche dopo.
Negli stessi decenni, peraltro, il potere ha infittito le armi anti-popolo migliorandole strutturalmente: anziché prospettare punizioni per chi non si adegua, ha preferito infiltrarsi direttamente nella testa della gente e robotizzarla. Ora il popolo tifa per il re non importa quanti bambini o gorilla circolino, invisibilmente, in mezzo a loro. E nessuno di loro, ovviamente, si accorge degli incipienti drammi che lo minacciano.
Chi in tempi di confinamento si è detto felice di lavorare da casa (pensiamo ai bancari e agli statali!) è già un prossimo disoccupato, anche se non lo sa, mentre l’insegnante che si è adeguato alla didattica tramite zoom ha già dimostrato la sua inutilità e non sarà salvato. In Inghilterra è scoppiata in questi giorni la polemica sul fatto che, avendo annullato l’equivalente britannico dei nostri esami di maturità, la valutazione finale degli allievi è stata affidata ad un software algoritmico: i risultati assurdi che si sono registrati hanno determinato una levata di scudi generale ma non preoccupatevi, i software algoritmici miglioreranno o si fingerà che migliorino per imporli anche a noi. E a questo punto a cosa serviranno gli insegnanti?
Tornando a noi, prossima a cadere è anche la professione giuridica dove l’introduzione di verdetti basati sui dati rende tutto sommato inutile sia il lavoro dell’avvocato che, in ultima analisi, quello del giudice. Ciò di cui non ci si è ancora resi conto è che ora il potere centrale, grazie allo spionaggio intensivo esercitato attraverso le sue infinite succursali (dai classici servizi segreti a Google e compagni) dispone sul serio della facoltà attribuita tradizionalmente a Dio di essere onnisciente. Dio non ha bisogno di prove che Caino ha ucciso Abele perché nulla gli sfugge, l’ha visto in diretta e, anzi, lo sapeva anche da prima che avvenisse il fattaccio. Analogamente oggi non servono più stazioni di polizia, avvocati e giudici, basta un omino al computer che passi pazientemente in rassegna tutte la vita dell’imputato così come è registrata su Facebook, Twitter, nella memoria dei pc e cellulari dell’imputato, o in quella del gestore di telefonia e dati. A questo punto è ovvio che si può addirittura attuare quello che sembrava un puro delirio: la giustizia predittiva.
Per forza che puoi predire quando sta per avvenire un crimine quando ogni dato personale, ogni traccia umana viene capillarmente registrata e confluisce in un software che, basandosi sui dati e su algoritmi, può arrivare a ipotizzare che il signor X ha un’alta probabilità di stare per commettere un reato.
Vero o falso che sia non importa: il potere centrale non ha bisogno di giustizia ma solo di un certo numero di persone accusate e di un certo numero di persone condannate. Questo serve a far vivere polizia, avvocati, procuratori, giudici, secondini, servizi sociali, costruttori di carceri e, soprattutto, generare l’equivalente di quel “timor di Dio” che per tanti secoli ha tenuto a freno gli istinti “incontrollabili” dei normali esseri umani.
Insomma, non siamo messi male, siamo messi atrocemente male. Il potere centrale ha finalmente realizzato il suo sogno millenario, quello di inserire l’essere umano in una rete estesa a tutto l’universo, impenetrabile, indistruttibile, irrevocabile, dove il potere è il ragno e il cittadino è il moscerino.
Analisi perfetta, condivido a pieno!
#INCIUCIO #BASTAKASTA TAGLIATE SPRECHI E CLIENTELE INVECE DI AUMENTARE IL DEBITO CON IL MES & Co.
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#ITALEXIT #STOP5G #MEDIACOLLUSI QUANDO LA MAFIA SI FA STATO !
LA MAFIA è diventata SISTEMA e le ‘NDRINE CI GOVERNANO..!
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