Non c’è dubbio che si possa provare repulsione per i cinque parlamentari da 13 mila euro al mese che hanno domandato e ottenuto il sussidio da 600 euro, ma in realtà questi signori erano nel loro pieno diritto e l’indignazione dovrebbe semmai travolgere il governo e il resto del parlamento che ha votato e licenziato un provvedimento per aiutare le persone in difficoltà senza mettere alcun tetto di reddito e permettendo che ne potesse usufruire anche gente che non ne ha alcun bisogno ( e chissà quanti ne hanno approfittato). Si potrebbe immaginare qualcosa di più immorale, ma anche di più stupido? Certamente no, lo capisce anche un bambino e tuttavia l’informazione di regime sta pompando la vicenda scatenando la caccia al parlamentare col sussidio, per ottenere uno scopo del tutto diverso da quello di una sanzione morale verso i colpevoli: si tratta invece di fare una campagna a favore del referendum per la riduzione del Parlamento, facendo apparire ombre artificiali sulle istituzioni: non è un caso che lo scandalo sia scoppiato adesso, quando manca un mese alla consultazione popolare, mentre sarebbe potuto deflagrare molto prima. Anzi non mi meraviglierebbe poi più di tanto apprendere che la stessa richiesta del sussidio sia stata fatta appositamente per ottenere l’effetto scandalo.
Come sempre non vengono portati argomenti, ma esclusivamente suggestioni emotive perché lo stesso bambino di prima comprenderebbe come il numero dei parlamentari non ha alcuna relazione con la vicenda, ma semmai con la qualità degli stessi che di certo non viene di per sé garantita dal minor numero. Visto che i favolosi risparmi che venivano vantati dalla riduzione del Parlamento nella realtà equivalgono a pochi spiccioli nel complesso del bilancio statale, la casta per l’occasione rappresentata dagli ex anti casta, secondo il solito rivoltante trasformismo di chi vuole cambiare tutto per non cambiare mai nulla, allora si cerca si gettare fumo negli occhi, di suscitare indignazione verso un’istituzione in modo da indurre i cittadini a punirla. Ma essi non punirebbero che se stessi perché è fin troppo chiaro ciò a cui punta la riduzione di deputati e senatori: innanzitutto ostacolare la nascita di movimenti politici diversi da quelli che oggi occupano le aule e che costituiscono quasi un singolo partitone, senza significative differenze di sostanza: eleggere un deputato per chi non fa parte del blocco dominante diventerà un ‘impresa epica e alla fine verrà meno persino il diritto di tribuna. Non è certo un caso che la medesima proposta della riduzione sia stata fatta anche da Macron.
Ma c’è anche altro: allontanare dal parlamento la possibilità di rappresentare le istanze dei territori e dunque rendere sempre più distante lo stato nazionale e nel contempo far apparire in qualche modo più rappresentativo il parlamento europeo dove tuttavia non si decide proprio nulla, è un’assemblea di comparse senza alcun potere, una ignobile farsa della democrazia. C’è infine un obiettivo di fondo, ovvero quello di creare il precedente di una profonda modifica costituzionale che ne annuncia altre ancora più devastanti e che potranno essere prese dentro il Parlamento senza nemmeno ricorrere a referendum: con meno rappresentati e opposizioni inesistenti, non ci sarà alcun problema ad avere sempre maggioranze qualificate. E se la godranno le varie lobby di pressione e le oligarchie che faranno molto meno fatica ad attuare i loro propositi. Avremo insomma un Costituzione fluida che potrà essere manipolata con molta facilità e ai danni della democrazia e della libertà.
Si dice, tanto per fare i discorsi da bar che tanto piacciono a certi italiani, che il nostro Parlamento è pletorico e ha un numero di componenti molto superiore a quello di altri Paesi comparabili per storia ed istituzioni : in realtà è vero solo in parte perché ai nostri 945 parlamentari fanno riscontro i 925 della Francia, i 1430 della Gran Bretagna, i 779 della Germania, i 616 della Spagna, ma anche i 349 della Svezia che ha una popolazione che arriva a un sesto di quella italiana ed è quindi come se ne avesse 2000. C’è però il fatto che l’Italia è di gran lunga il Paese più complesso, differenziato e multicentrico di questo e anche di altri continenti, per cui un Parlamento abbondante è necessario anche per rappresentare un territorio estremamente articolato. Anche la Germania è piuttosto variegata, ma si tratta di uno stato federale dove questo compito è affidato ai Land. Ora si vuole porre rimedio a una eccessiva rappresentatività, sia pure nella desolante situazione attuale, proprio per favorire lo svuotamento dello stato nazionale e darsi meglio in pasto alle istituzioni e ai poteri non elettivi, ma padronali dell’Europa proprio quando questi stanno entrando in profonda crisi e cominciano apertamente a prefigurarsi come strumenti di egemonia. E allora si che avremo tutti bisogno del sussidio.
Un diffuso sistema di elezione Proporzionale aumenta tendenzialmente il tasso di rappresentatività democratica nel contesto nazionale, e la tutela dei diritti-valori-interessi di parecchi cittadini sia di maggioranza ( Proporzionale e Non fittizia…) che di opposizione.
Una cosa del genere, prima del 1993 avrebbe fatto cadere il governo:
Si può vedere :
“…Ma c’è anche altro: allontanare dal parlamento la possibilità di rappresentare le istanze dei territori …”
Ma quando mai i parlamentari italiani hanno rappresentato le istanze dei cittadini? Quando è stato? Non ci sono vincoli di mandato (peraltro assai discutibili) e non ci sono vincoli territoriali. Parlamento e Senato sono semplicemente combriccole di nominati di partito, rispondono alle rispettive segreterie. Il tentativo di Renzi di istituzionalizzare la cosa, per quanto ridicolo, mette bene in luce quanto sia consolidato questo sistema.
Ora avremmo bisogno di riprendere il controllo dei personaggi che eleggiamo. Il problema non è come li eleggiamo, e neanche quanti ne eleggiamo. Il problema è: quando cominciano a fare il contrario di quello che avevano promesso, come facciamo a spedirli a casa? Questo è il nodo irrisolto della democrazia rappresentativa in salsa italiana; non rappresenta nessuno eccetto un gruppetto di furbi ammanicati con tessera di partito.
Questo succedeva di meno quando c’erano leggi elettorali proporzionali, sin prima del 1993, quando l’offerta partitico-politica era pluralista diversamente dagli ultimi 27 anni circa , nei quali tende al bipartitismo sostanziale , laddove l’opposizione è la brutta copia degli sgovernanti.
Con le leggi elettorali proporzionali, gli (s)governi duravano mediamente 2 anni, Non di più perché i partiti erano più legati al proprio elettorato e se la maggioranza combinava danni, qualche partito di maggioranza faceva cadere il governo, in fin dei conti per volontà popolare-democratica.
I politici tendenzialmente attaccati alla cadrega, erano più sensibili al controllo democratico, più efficace in quei tempi, poiché ispirato da criteri di elezione Proporzionale e pluralista in fin dei conti.
La dannosa pantomima autoritaria,particolarmente itaGliana, negli anni precedenti il 1993, avrebbe durato Mooolto meno di quello che sta durando ora, poiché i politicante di turno avrebbe rizzato le orecchie rispetto alle pesanti critiche popolari, o sue derivate.
Prima del 1993 , Non ci sarebbe stata la sola Sara Cunial a fare opposizione argomentata per sfiduciare il (s)governo.
“Il problema non è come li eleggiamo”
Il problema è proprio come li eleggiamo (!!)… una forma lieve di vincolo di mandato elettivo, era, in sostanza, l’attaccamento ( che ancora oggi c’è, ma totalmente svincolato-incondizionato da potere di voto del popolo…) del politicante alla cadrega, che ante 1993, il popolo poteva togliergli tramite criteri elettorali proporzionali molto più velocemente.
Altro fenomeno che ha danneggiato la libertà di rappresentanza democratica del politico, è stata la riduzione delle fattispecie in cui il singolo politico poteva effettuare (liberamente…) il voto segreto, senza così farsi condizionare dalla ( in)disciplina di partito, qualora quest’ultima andasse contro il proprio “mandato” elettorale.
“Questo è il nodo irrisolto della democrazia rappresentativa in salsa italiana; non rappresenta nessuno eccetto un gruppetto di furbi ammanicati con tessera di partito.”
Nel momento in cui, i politicante di turno, ha paura concreta di perder la cadrega per via proporzional-democratica o anche per referendum ben mirato argomentato, tutto ciò che Lei dice Non è vero.
Quello che lei dice è tipico delle oligarchie liberali derivate da leggi elettorali porcata, o da particolari restrizioni nel porre referendum.
La democrazia rappresentativa, non tutela i diritti-interessi del singolo cittadino, ma di varie e plurali comunità-collettività di cittadini, organizzate in modi diversi, nel quale il singolo può riconoscersi .
La democrazia rappresentativa proporzionale-pluralista tende a garantire l’ incisività dei vari soggetti dell’opposizione o anche dei “corpi intermedi” democraticamente (!!) organizzati.
Le leggi elettorali proporzionali a tutti i livelli rappresentativi, tendono a determinare maggior pluralismo e rappresentatività democratica ( anche se non assolute-perfette), come anche maggior tutela delle minoranze-opposizioni.
“La democrazia rappresentativa, non tutela i diritti-interessi del singolo cittadino, ma di varie e plurali comunità-collettività di cittadini, organizzate in modi diversi, nel quale il singolo può riconoscersi.”
Salvo quelli personali ed inviolabili dell’individuo, ovviamente.
La procedura proporzional-Democratica di sottrazione della cadrega o di “spodestamanto” dello (s)governate di turno, era valida ante 1993, pressoché per ogni sede politico rappresentativa; ecco che in generale lo sgovernante era più attento e sensibile alle critiche popolari che potevano costargli la lautamente retribuita e anche piuttosto comoda cadrega, diversamente da quello che succede oggi come effetto delle varie leggi elettorali “porcata o maggioritarie” che di si voglia…
Si può capire l’effetto pervasivo di un processo elettorale diffusamente proporzionale e pluralistico, stante però il vincolo esterno dell’aver perso la 2a guerra mondiale.
Se la legge elettorale Non assicura quanto meno una rappresentanza politica secondo un rapporto massimamente proporzionale, detta legge diventa una ( anche tecnicamente si potrebbe quasi dire…) “legge truffa” come la definirono tipo 40-50 anni fa i politici di fronte al primo tentativo di implementarla, che quella volta fallì, diversamente dal 1993 e anni successivi.
Se la democrazia rappresentativa è una approssimazione della democrazia diretta, man mano che varie leggi rendono detta rappresentanza più lontano dalla volontà effettiva dell’elettore,più si tende Non più ad un rappresentanza democratica, ma ad una rappresentazione anche distorta e grottesca… “corrotta” della democrazia.
La riduzione del numero dei parlamentari ( che poi solitamente quelli che fanno più danni, un po’ di tutti i tipi, sono gli sgovernanti anche a livello Regionale…), è grossomodo, la riproposizione sostanziale da parte dei 5 Stalle ,della riforma anti democratica della Costituzione,di Renzie ,bocciata col referendum costituzionale del 2016.
I 5 Stelle sono nati predicando a destra e a sinistra di onestà…di recente hanno approvato una legge che dispensava, in periodo di grave crisi economica un sussidio di ca. 600 euro per ca. 3 mesi alle partite IVA, senza tener conto del reddito percepito da dette partite iva, dell’ISEE, del fatto che percepissero altre forme di reddito ( tipo i parlamentari che hanno fruito di detti sussidi…)… sarò io un po’ strano, ma tutto ciò mi sembra ben poco Onesto.
Ma questi dei 5 Stalle, non dovevano essere il cambiamento ( in peggio?)?
Perché ripropongono il minestrone riscaldato e magari rancido, della riduzione del numero dei parlamentari ?
Perché hanno permesso che i parlamentari ( e sgovernanti?) si ri-aumentassero i vitalizzi, perché differentemente da come ha più volte proposto Grillo in passato, Non hanno Non hanno dimezzato le retribuzioni di tutti i politici e sgovernanti ?
Secondo quale criterio-logica di onestà ?
Se il numero di parlamentari, fosse già stato ridotto, in periodo segregazione Covid19, Non si sarebbero sentite le proteste parlamentari della Sara Cunial, ad esempio, che le proteste di piazza sono state già da tempo fascitamente limitate o criminalizzate in modo pesante…
La Sara Cunial con le sue accorate e spesso ben argomentate critiche, avrà fatto poco, ma senza di Lei , nemmeno quel poco-ben argomentato, ci sarebbe stato.
Sara Cunial ?
Toh, è un transfuga dei 5 Stelle, che con la riduzione dei parlamentari, manco potrebbe esistere… meditate gente, meditate….
Più indiretto, ridotto o sproporzionato ( fittizio in sostanza…) è il rapporto del politico con gli aventi diritto al voto, peggiore sarà la qualità del politicante, al quel punto oligarca, di turno.
Ridurre il numero dei parlamentari ( che poi quelli che fanno veramente i danni solitamente sono gli sgovernanti…), rende più indiretto tra elettore ed eletto… può quindi peggiorare la qualità, democratica in primis del politico di turno.
rettifica:
Ridurre il numero dei parlamentari ( che poi quelli che fanno veramente i danni solitamente sono gli sgovernanti…), rende più indiretto IL RAPPORTO tra elettore ed eletto…
Ottimo post… il problema istituzioni rappresentative o (s) governative in itGlia Non sta nel numero dei politicanti (potenzialmente simbolico di rappresentatività democratica), Ma nella loro ( terribile-scadente…) qualità, dalla quale derivano svariati decreto-legge porcata.
Voi paghereste degli escrementi (tanti o pochi ) al prezzo del cioccolato di qualità (solo perché magari hanno un colore simile…) ?
Beh, il politicante va
pagato molto meno di un reale politico…
Si potrebbe iniziare (per un processo di miglioramento…) con il dimezzare “stipendi” e vitalizzi ai politicanti… e se il bisogno aguzza l’ingegno taluni politicanti sarebbero costretti a migliorarsi… con una retribuzione più modesta sarebbero poi costretti a svegliarsi dall’atmosfera da paese de balocchi, nella quale vivono da svariati decenni!