VIDEOUna settimana fa un’immensa manifestazione ha attraversato Berlino per protestare contro gli “usi e costumi” da pandemia, mascherine comprese, coprendo in maniera fittissima tutti i quattro chilometri che vanno da piazza Reuter alla Porta di Brandeburgo, anch’essa stracolma, eppure sui nostri giornali si è avuta a mala pena la notizia di una manifestazione di qualche migliaio di persone, anzi di cattivi diffusori di virus e “negazionisti” secondo la dizione mentecatta . Ma la nostra informazione si è scordata del tutto di riferire che in Usa il capo della task force contro il covid oltre che direttore del Center for disease control,  Robert Redfield, è accusato di aver falsificato i dati  pubblicati sul New England Journal of Medicine al fine di dimostrare che un vaccino per l’Hiv che aveva contribuito a sviluppare era efficace, quando invece non serviva proprio a nulla. Secondo gli investigatori questo signore del virus  aveva adottato  “un modello sistematico di manipolazione dei dati, analisi statistiche inappropriate e presentazione fuorvianti” per dare credibilità al suo vaccino. E ora dall’altro di questa credibilità è quello che dà i numeri e i consigli sul coronavirus. Quasi in coincidenza con questo, Bill Gates sul suo blog afferma che i cambiamenti climatici potrebbero fare molte più vittime del Covid. Insomma si ha quasi  la sensazione di essere alla vigilia di una svolta nella narrazione pandemica che si avvicina insieme alle elezioni americane.

E anche in Italia si colgono segni di cambiamento: infatti non sono più soltanto gli “eretici” del web o come dicono i cretini senza speranza, i “negazionisti” ( vedi Negazionismo: il nuovo vocabolario fascista )  a dire che Conte ci sta prendendo in giro desecretando solo i documenti che era già noti. Ma al di là di questo leggendo i giornaloni si intravvede che la via d’uscita da una situazione impossibile viene probabilmente individuata nell’addossare al governo e in particolare al premier il grave errore di non aver subito chiuso le province infette, contribuendo così alla diffusione del virus. La cosa avviene con la storiaccia di un documento del comitato tecnico – scientifico che attestava l’urgenza delle misure di contenimento limitato ad alcune zone , ma che Conte sostiene di non aver mai ricevuto.  Visto che questa oscura vicenda viene presa in considerazione non solo dal Corriere della Sera, ma anche da Il Fatto, lascia intendere che sta cominciando, sia pure in sordina, la demolizione del salvatore degli italiani in vista dell’arrivo di altro e più autorevole redentore. Ci si chiede insomma se il premier  sia stato condizionato da pressioni esercitate dai settori produttivi locali e che, successivamente, abbia adottato una sorta di par condicio generale, chiudendo inutilmente tutto  per non danneggiarne solo alcuni, oppure se preso dal panico per la diffusione del contagio, sia ricorso a quei provvedimenti capestro senza badare alle differenze di pericolo che pur erano state evidenziate dallo stesso comitato tecnico tecnico – scientifico. Insomma è cominciata la battaglia di scaricabarile dalla quale dovrà saltare fuori qualche capro espiatorio che salvi la narrazione pandemica completamente artefatta a cui ha partecipato tutta l’elite del Paese per trarne qualche vantaggio.

Qualcuno in futuro dovrà dirci perché tutti i morti siano stati catalogati come decessi da Covid, le ragioni delle strane statistiche dell’Istat, perché siano state sconsigliate ( e lo  sono ancora ) le autopsie che sono la prima cosa da fare in questi casi, perché si siano usati mezzi diagnostici inadeguati, perché la sanità si sia ritrovata nel caos, perché viene negata la conoscenza di documenti essenziali a comprendere la vicenda  e infine come è nata ed è prosperata la macchina della paura di fronte a una sindrome influenzale che se ha fatto qualche morto in più rispetto al normale è stato solo a causa degli errori terapeutici compiuti e della disorganizzazione di una sanità umiliata dai continui tagli.  Se insomma come e perché dopo gli errori e la confusione iniziali la pandemia sia stata usata come strumento politico e di ingegneria sociale  al quale hanno partecipato e partecipano anche quelli che fingono o s’illudono di essere contro e non si son o accorti di aver perso per strada la metà della parola visto che si trovano sempre e comunque con le architetture autoritarie.