Quando vennero messe le bombe alla stazione di Bologna la tesi ufficiale delle autorità fu che erano esplose le caldaie del riscaldamento, una tesi assolutamente incredibile e bizzarra che tuttavia per quasi 48 ore fu la versione ufficiale della strage. Non c’è quindi da stupirsi se per la deflagrazione di Beirut ci viene ammannita la tesi dell’esplosione di un vecchio deposito contenente 2600 tonnellate di nitrato di ammonio, investito dall’esplosione di una nave che trasportava fuochi artificiali. Intanto non si capisce a quale scopo questa sostanza usata in agricoltura come fertilizzante giacesse nei magazzini in quantità così cospicua da essere sufficiente per dieci Libani messi insieme. In secondo luogo il nitrato di ammonio entra nella formulazione di diversi esplosivi, ma solo come sostanza che bruciando fornisce ossigeno e alimenta la combustione: da solo produce detonazioni piuttosto lente e blande, non certo quello che si è visto dagli innumerevoli filmati dell’armageddon di Beirut.

La corrispondente di France 24 ha parlato di un missile “sparato” da un aereo e in questo caso ci sono analisti che hanno paragonato questa esplosione a quella di bombe nucleari tattiche  che probabilmente sono state già usate in medio oriente e che sono in possesso sia degli Usa che di Israele. Come se insomma qualcuno tentasse disperatamente  di far deflagrare a tutti i i costi una guerra planetaria. Ma per carità non voglio accatastare ipotesi, mi limito ad usare i materiali che mi arrivano. Ed ecco  questa foto abbastanza inedita della esplosione, nella quale è visibile un missile o un “drone suicida” di tipo Delilah di fabbricazione israeliana, nel cielo sopra il rogo proprio prima della seconda esplosione, quella con il fungo bianco tipico del nucleare:

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C’è anche l’analisi dei pixel dell’immagine prodotta da Veterans Today dalla quale si deduce che non si tratta di un fotomontaggio:

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Per i debunker sarà un grosso problema dire che si tratta di una foto falsa. Inoltre abbiamo la firma della radiazione dell’esplosione ricevuta da una fonte in Sicilia ( sede di Radmon.org a Pedara) , in possesso dall’Agenzia internazionale per l’energia atomica  nella quale si mostra l’improvviso aumento di radiazioni  nel mediterraneo orientale:

graphtoday E chissà perché il governatore di Beirut ha voluto fare un improprio paragono dicendo:  “Quello che è successo è molto simile a quello che è successo nelle città giapponesi di Hiroshima e Nagasaki.” peraltro invitando la popolazione ad andare via ufficialmente per l’aria tossica.  Ma non preoccupiamoci di queste coincidenze, dopotutto è così consolante sapere che si tratta di fertilizzante esploso a causa di fuochi d’artificio che quasi quasi sembra un incidente di Capodanno.