Il fatto è che paradossalmente l’accusa di negazionismo finisce per svelare il retroterra in cui nasce, ovvero quello di giustificare in maniera assoluta lo stato di emergenza: peccato che fu proprio il nazismo ad instaurare uno stato di eccezione che per tutti i 12 anni della sua parabola non abolì mai la Costituzione di Weimar, ma semplicemente la mise da parte. Lo stesso fascismo per quasi l’intero ventennio non abolì le Camere, semplicemente le congelò e soltanto nel 1939, vale a dire poco prima della guerra, le sostituì con le camere dei fasci e delle corporazioni. In entrambi i casi la sospensione costituzionale fu giustificata da emergenze peraltro enfatizzate fino all’estremo limnite proprio da chi si proponeva come risolutore delle stesse. E’ facile vedere come la logica fondamentale di questi mesi sia la medesima: nulla è stato toccato nelle istituzioni e tuttavia il governo procede per provvedimenti sostanzialmente autoritari ed illegali. Dunque ad essere negazionisti sono proprio coloro che non vogliono vedere i punti di contatto con le dinamiche di affermazione del fascismo e anzi tentano scioccamente di usarle contro gli avversari. Tuttavia esiste una significativa differenza col passato che rende le cose se possibile ancora più inquietanti: oggi sappiamo per dichiarazione ufficiale dell’Istat che i decessi per Covid, sono inferiori per numero a quelli dovuti a malattie polmonati negli anni precedenti, ma è come se questo dato non esistesse, che scorresse come acqua sui vetri di un’operazione di cui il virus è solo un pretesto, reso purtroppo sufficiente per qualsiasi sporca operazione dalla riduzione a mera dimensione “biologica” delle persone.
Giorgio Agamben ha ricordato che epidemia deriva dal greco Demos, popolo, e che ha un significato prevalentemente politico, tanto che in Omero “polemos epidemios” significa guerra civile. Dunque se mi consentite il gioco di parole non siamo del pieno di un’epidemia, ma di un’ epidemios in cui il mercato sta cercando di abbattere l’epoca delle democrazie fondate su i Parlamenti e sulla separazione dei poteri. Si tratta in realtà di una strada obbligata perché il mercato stesso è entrato in profondissima crisi, si trova inchiodato alle sue contraddizioni e le elites che ne hanno cavalcato prassi e teorie devono sostituire illusioni e promesse fallite in obblighi. E i sistemi democratici, già ampiamente svuotati al loro intern si tratta del motivo stesso per cui il Covid in un certo senso non sparirà mai: se non sarà lui ci sarà qualche altro virus, qualche altra influenza a tenere in piedi lo stato di eccezione. Purché non sia davvero grave: in questo caso si rischierebbe di mettere in pericolo i risultati trasformando la paura politicamente corretta in panico dai risultati imprevedibili. No, deve essere una paura sorda e costante che generi asservimento e non ribellione. Che sia venerazione del virus e dei presunti salvatori, ma negazione della politica.