Eppure tra un po’ smetteranno di rotolare amabilmente fra le stupidaggini di rito che si raccontano proprio in quell’area più garantita alla quale è stato più facile chiudere gli occhi: in Germania già si progetta la futura crisi del debito e ci sono proposte ufficiali per abbattere la spesa pubblica che comprendono, tra le altre amenità, la cancellazione dello status di dipendente pubblico degli insegnanti con un effetti di riduzione dello stipendio intorno al 30% e naturalmente, come effetto secondario, la completa privatizzazione dell’istruzione, dalle elementari all’università. Questo andrà a toccare anche i diritti acquisiti perché anche le pensioni dei prof saranno decurtate in maniera drastica se questo progetto passa. Ma si tratta chiaramente di una proposta che va a toccare tutto l’impiego pubblico e para pubblico: la pandemia come innesco di questa trasformazione sociale al peggio è stata efficace, quindi, mi raccomando di credere con tutte le vostre forze che non ci sia stata nessuna esagerazione, che questi signori ci hanno salvato la vita, invece di riconoscere che hanno ammazzato un bel po’ di gente inscenando il panico. Una bugia in più a questo punto che male può fare? Andrà tutto bene.
E noi che dobbiamo essere competitivi con la Germania, poiché questo è lo spirito dell’Europa oligarchica e neoliberista, cosa dovremmo fare per stare al passo della nuova austerità che arriva dopo un breve sogno ad occhi parti di miliardi a palate? Magari dimezzare gli stipendi con la scusa della didattica a distanza, una trappola in cui gli insegnanti sono già caduti mani e piedi? O privatizzare gli ospedali che hanno già dato pessima prova di sé escludendo dalle cure un buon terzo della popolazione non in gradi pagare o dimezzare l’impiego pubblico in tutte le sue articolazioni oltre a tagliare stipendi e pensioni? Certamente qualcosa del genere è nell’aria e Draghi sarà chiamato proprio a fare questo, ennesimo salvatore della Patria destinato a umiliarla. In quel momento voglio prendermi la soddisfazione di vedere le facce degli attuali neo estimatori italiani di Rutte. si perché alla fine le bugie, soprattutto quelle che si raccontano a se stessi, si devono pagare. E a carissimo prezzo.