Ma non basta: si è detto che si tratta di Uv C, cioè di quei raggi che sono debolissimi al suolo perché vengono intercettati quasi completamente dall’atmosfera e tuttavia con un salto logico e una bella capriola scientifica si arriva a sostenere, per pura analogia, che l’aumento estivo di raggi Uva e Uvb che in ogni caso sono meno filtrati dall’atmosfera, si possano ridurre significativamente i contagi e dunque in spiaggia potrebbe non esserci bisogno sarebbe bisogno di mascherine. Ma questo varrebbe anche durante tutto l’anno perché l’indice Uv varia più in relazione alla copertura nuvolosa e all’ora piuttosto che con la stagione. Insomma si va un po’ a tentoni per cercare di salvare il salvabile, di rassicurare, ma anche di tenere la paura sottotraccia, perché è ovvio che il senso di questi zibaldoni di sconcertante banalità – e che in quanto tali hanno fatto immediatamente il giro del web – è quello di far intendere che una volta finita l’estate ecco che ricomincia il pericolo. Ci sarebbe anche da dire a questo proposito che proprio le mascherine potrebbero proteggere il virus dai raggi solari e che è comunque un bene esporsi al alla luce e al sole piuttosto che rimanere detenuti in casa, ma è inutile introdurre una qualsiasi razionalità in una narrazione che ormai ha le cadenze della paranoia, della favola e della farsa insieme.