Dagli Usa arrivano i primi numeri aggregati sull’ondata di disoccupazione da Covid e… sorpresa uno settori più colpiti oltre a quello del commercio e della ristorazione è il settore sanitario e dell’assistenza dove in tre mesi sono state licenziate poco meno di 3 milioni di addetti. Ma davvero pensiamo che questo possa accadere durante una vera e terribile pandemia? Non so, magari esiste chi riesce con sforzi sovrumani a convincersi anche di questo, però di certo qualcuno comincia a tirare il freno a cominciare dagli Usa stessi dove i ricercatori che stanno sperimentando il Remdesivir della Gilead, con esiti peraltro pessimi, dicono di non poter andare avanti per mancanza di contagiati e lo stesso avviene in Gran Bretagna per la messa a punto del fantomatico vaccino che con tutta probabilità non vedrai mai la luce. Ma anche da noi si comincia a rompere la crosta di consenso forzato alla narrazione epidemica: il professor Zangrillo, primario al San Raffaele ha aperto il fuoco dicendo che ormai il virus è “clinicamente inesistente” : è una cosa che qualsiasi medico onesto e non ricattato potrebbe sottoscrivere, ma la cosa notevole è che queste dichiarazioni sono state fatte di fronte all’Annunziata e su Open il sito sorosiano di Mentana, ovvero nel cuore pulsante della peggiore covvideria globalista.
Chi ha anche una minima esperienza di come funzioni la televisione e l’informazione in genere sa benissimo come queste dichiarazioni non vengano a sorpresa o casualmente, ma siano accuratamente preparate: che alcuni tra i maggiori referenti televisivi del Pd inneschino la marcia indietro è un segnale che per Conte suona come l’avvicinarsi di un redde rationem che ha il ritmo degli stivali di Draghi. Naturalmente nessuno ammetterà le proprie colpe per la gestione più assurda, incoerente e disonesta della crisi che si possa trovare nell’intero pianeta, per gli immensi danni provocati intenzionalmente all’economia o per il dramma della Lombardia innescato dal panico e dalla mancanza dei presidi sanitari territoriali – secondo il modello dell’eccellenza riservato a chi può permettersela – ma usato in maniera sciacallesca per aumentare la paura e al contempo per imbrogliare sui numeri, arrivando ad impedire le autopsie che in situazioni del genere sarebbero la prima cosa da fare. Tuttavia i luoghi da dove promana quella che fino a ieri sarebbe stata eresia da esorcizzare e condannare ad una grama esistenza tra i dannati di You Tube, fa comprendere che le vittime sacrificali della situazione saranno i Cinque stelle che si estingueranno come il virus e che la macchina piddina sta lavorando in questa direzione.
Purtroppo nessuno chiederà scusa al Paese, nessuno si attribuirà delle colpe. Anzi la massima parte di questi carnefici dell’Italia che hanno approfittato dell’occasione per svenderla, dei giornalai che hanno tenuto loro bordone, dei taskforzaioli inutili che si sono riempiti le tasche in misura proporzionale al vuoto della loro scatola cranica e dei ladroni sceriffi di Comuni e Regioni che hanno mostrato a pieno il loro valore, cioè meno di zero, troveranno modo di sostenere che loro lo avevano sempre detto che si era esagerato. In realtà chiunque avesse semplicemente fatto caso ai numeri che venivano dalla Cina fin da febbraio si sarebbe potuto rendere conto che vittime e contagiati rappresentavano percentuali irrisorie e simili a quelli di batteri o virus “banali” come quelli che provocano le comuni influenze stagionali. Nonostante questo si è subito stabilito un vero e proprio culto pandemico e chiunque non agitasse fino in fondo il turibolo dell’angoscia e della paura è stato considerato un complottista assimilabile ai terrapiattisti, forse perché il virus è rotondo. Ma insomma c’era modo e modo di interpretare la narrazione imposta e da noi abbiamo trovato la filodrammatica di paese che ha capito molto in ritardo il copione che doveva interpretare e che proprio per questo poi ha esagerato in maniera catastrofica e ora è prigioniero della pandemia e dell’emergenza di cui ha bisogno per sopravvivere: non appena si allenterà la presa verrà in primo piano la drammatica crisi economica e istituzionale a cui l’esecutivo non potrà più fare fronte perché le chiacchiere sui miliardi gratuiti staranno a zero. D’altronde anche ai successori in pectore di Conte non dispiacerà troppo la militarizzazione del Paese e gli impedimenti alla formazione di nuove forze, con la benedizione del Palazzo “orgoglioso dell’Italia” come dice Mattarella che assolve in anticipo proprio per preparare l’ipocrita passaggio del Mar Rosso e avvisare il personale di macchina che la verità non verrà mai fuori.
Mi ha fatto venire l’immagine di una mosca dietro al vetro di una finestra chiusa, che continua a volare ronzando in continuazione fino a sbattere di testa nel vetro, per poi riprendersi, mezza tramortita, e riprendere ronzando a volare ma solo per tornare a sbattere di nuovo la testa nello stesso vetro, solo pochi centimetri più in là. Così come lei ce ne sono tante di mosche, stupide, inutili, in fondo innocue, fanno solo un po’ di ribrezzo ma tanto uno le lascia lì a sbattere la testa nel vetro che si sono scelte, fino alla fine.
Non ho verità in tasca. Ma ci sono segnali di triste ritorno alla loro “normalità” che lo spagnolo Ángel Luis Lara, sceneggiatore e storico del Cinema, definisce nefasta normalità, cioè il problema, che adesso – dopo che si vanno diradando le cortine fumogene dell’effettiva entità del Covid-19, il suo tasso di mortalità e l’effettivo tasso di letalità su base infettati – non potrà che peggiorare. Ma al Centro dell’Impero dove si ordiscono tutte queste trame qualche matrice ogni tanto sfugge. Perché in Cina, dove per primi si è subita l’onta di infettati globali, se la sono legata al dito. E aspettano la prova che il virus, anche fosse stato creato in laboratorio, è però stato coltivato fuori dai confini della Repubblica Popolare. E anche se questa prova non c’è, la si può sempre creare ‘ad usum populi’ (occhio per occhio, dente per dente).
Come la legge del taglione, da input di Pechino e la messa a ferro e fuoco delle metropoli yankees, di cui il caso del povero George Floyd (simbolo di tutti gli “asfissiati” dall’arroganza del Potere Globale: “I can’t breathe”, l’urlo soffocato che da epitaffio si è trasformato nel grido di battaglia della ribellione che dal Black Power si estende per ogni dove tra i diseredati della Terra) non è stato che la prima scintilla di un acciarino già ardente per ogni dove in USA, il cui fuoco covava sotto la cenere da ben prima della pandemia, da ben prima dell’ascesa di Trump. Legge del taglione che non vede a mio parere del tutto estranea Pechino quale abile mantice della rivolta di piazza in nome di Floyd, in risposta alle sobillazioni targate Zio Sam nelle sedizioni di Hong Kong. E non dimentichiamo neanche che la Repubblica Islamica iraniana (e mezzo Medio Oriente) attende il momento più propizio per consumare il piatto freddo della vendetta dovuta all’efferato omicidio del Generale Qassem Suleimani 5 mesi orsono. E Joe Biden incasserà le royalties, anzi i dividendi passivi delle decisioni del Potere che conta, che ha deciso di calarlo sul trono, sfruttando anche la gnukkaggine di Donnie Trump, che Lorsignori han sentenziato aver fatto il proprio tempo.
Sì, siamo tornati alla “Normalità”.
Ma che brutta “Normalità”!