Ma il pressapochismo delle previsioni fatte e la conseguente inadeguatezza delle misure prese sono a livello inimmaginabile, così come lo sporca guerra dei farmaci ( vedi vicenda del Remdesivir a fine post) e gli enormi errori di misurazione che sono stati parte integrante dello spettacolo scientifico Covid 19 dovrebbero riportarci a ciò che Lord Kelvin ha detto sulla scienza e sulla misurazione: ” Se non riesci a misurarlo allora non è scienza e la tua teoria tende a basarsi più sull’immaginazione che sulla conoscenza”. Di fatto viviamo nella più grande confusione, talvolta innocente, molto più spesso dolosa dai cui possiamo trarre la conclusione oggettiva che ciò che ci viene detto in qualsiasi momento è probabile che venga rivisto, se non invertito nel giro di poco tempo anche perché l’accuratezza dei dati di base è stata compromessa dagli interessi sottostanti all’epidemia che si era previsto non si sa bene in base a cosa facesse 60 milioni di morti e ne ha fatti invece 280 mila, un terzo dell’influenza annuale. In molti luoghi come l’Italia che in questo fa scuola, i decessi riferiti a Covid hanno incluso tutti coloro che risultano positivi al virus quando muoiono, rendendo fra l’altro impossibili studi epidemiologici accurati. Per uscire fuori dal campo di concentramento italiano dove la menzogna è verbo quotidiano, si può riferire ciò che ha detto la direttrice del Dipartimento di sanità pubblica dell’Illinois, Ngozi Ezike, ( democraticissima se per caso lo si vuole sapere e per di più sostenitrice della sanità pubblica) : “se qualcuno era in ospedale con una prognosi di poche settimane di vita e poi hanno anche scoperto un contatto col coronavirus questi è stato conteggiato come vittima del Covid”. Per quelli che in questa tragedia democratica ancora si aggrappano alle piccole dialettiche politiche si tratta della stessa cosa affermata dall’ epidemiologa Deborah Birx, specializzata nella ricerca del vaccino contro l’Aids di cui coordina la ricerca e che fa parte della task force guidata da Fauci: in un’intervista al Washington Post ha detto che il sistema di contabilità dei Centri per il controllo e la prevenzione delle malattie (Cdc) sta “raddoppiando” i casi e nella migliore delle situazioni sta aumentando le misurazioni di contagio e mortalità “fino al 25%”. Insomma il contrario di quanto dice Fauci. Per non parlare dei casi in cui condizioni di per sé mortali come avvelenamento da alcol o da sostanze tossiche viene attribuito tout court al coronavirus oppure – come è accaduto e accade a New York – si scambia l’influenza per Covid.
In compenso però sono state completamente ignorate le dimostrazioni della relazione tra densità di popolazione e diffusione del virus che impone misure radicalmente diverse nelle aree ad alta e bassa densità. O non si è tenuto conto del fatto che malattie infettive che colpiscono l’apparato respiratorio si diffondono sei volte di più nei trasporti pubblici di massa che nelle altre condizioni di contatto sociale. Eppure proprio questi mezzi hanno continuato a funzionare mentre si criminalizzavano le attività all’aperto. Il problema vero è che ci troviamo di fronte a una sorta di lotteria scientifica che pretende di fare da guida ma nelle cui pieghe si scorge molto bene il condizionamento di tipo politico ed economico. Lo dimostra insieme a tutto il resto la vicenda del Remdesivir, il costosissimo antivirale prodotto dalla Gilead ( di cui Blackrock è uno dei maggiori azionisti ) che secondo Fauci sarebbe stato la pallottola magica contro il coronavirus e che ha prodotto uno straordinario aumento in borsa per l’azienda produttrice: il farmaco è stato autorizzato prima che fosse completato lo studio cardine sulla sua efficacia, condotto su 1063 pazienti la metà dei quali trattati col farmaco e l’altra metà con placebo. Venerdì scorso sono stati comunicati i dati: non è stato riscontrato alcun beneficio e sono stati rilevati modesti miglioramenti solo tra i pazienti ospedalizzati che assumevano ossigeno supplementare anche a causa di altre patologie pregresse. In pratica il placebo e il farmaco hanno avuto effetti praticamente sovrapponibili. Ora a causa dell’estinguersi dell’epidemia non è più possibile mettere assieme gruppi tanto grandi e significativi. Ma non c’è preoccupazione, morto un Remdesivir se ne fa un altro.