TsoCi si doveva pur immaginare che prima o poi contestare  una pestilenza nella misura assurda e distruttiva voluta dal potere, sarebbe stato considerato segno di follia: non potendo difendere in maniera razionale il coacervo di bugie e numeri falsati dati in pasto alla popolazione perché si chiudesse in casa e non reagisse alle razzie dei grandi ricchi e al tentativo di realizzare le loro oscene distopie, non c’è altra strada che condannare qualche eretico isolato marchiandolo come pazzo perché infedele alla nuova religione della paura. E’ accaduto come abbiamo letto tutti a un tal Dario Musso che nella lontana Ravanusa, cittadina che potrebbe benissimo essere stata inventata da Camilleri,  è andato in giro col megafono a gridate ciò che tutti potrebbero vedere, ma si rifiutano di vedere, l’imperatore nudo ossia una sedicente pandemia, meno grave di molte delle ventate di influenza che annualmente circolano per il globo, ma tuttavia contrabbandata come peste suprema al fine di perseguire scopi che con la salute non hanno niente a che vedere. Gli sgherri posti a guardia di questo santo sepolcro narrativo, mai così ligi a un dovere in pieno contrasto con la Costituzione, non gli potevano imputare nulla di preciso per fermare il suo megafono che tra l’altro è anche una protezione contro il virus né potevano contestargli il fatto di non credere a ciò che nessuno osa contestare: così non esistendo ancora il reato di opinione si dice che quell’opinione è follia e dunque va repressa. Punto e basta.

Eppure urlando che “la pandemia non esiste” Dario Musso non ha fatto altro che dire la pura verità anche in un senso burocratico, nonostante la voce del padrone faccia credere il contrario: l’Oms infatti  non ha mai dichiarato lo stato di pandemia, nessun documento  da parte dell’ Assemblea generale o Consiglio Direttivo lo dice o lo proclama  come prevede obbligatoriamente lo statuto dell’organismo. C’è soltanto una conferenza stampa del Direttore Generale Tedros Adhanom Ghebreyesus,  che l’11 marzo scorso ha detto:  “Abbiamo valutato che Covid-19 potrebbe essere caratterizzata come una pandemia”. Ma il fatto di non averla poi ufficialmente dichiarata è forse la migliore dimostrazione  del distacco tra realtà e narrazione forzosa. Dunque chi sono i pazzi? Quelli che dicono che si muore anche  giovani prendendo come esempio un 37enne emiplegico, diabetico e per giunta in dialisi? O quelli che urlavano dei 150 medici morti in Lombardia nella feroce lotta contro il coronavirus: avendo un minimo di  testa qualcuno si sarebbe potuto chiedere perché solo medici e non infermieri che sono anche più esposti al rischio? Ma nessuno si è fatta questa elementare domanda, il livello di Watson è inarrivabile dal popolo plebizzato dal sistema e dalla televisione. Infatti sono morti solo un anestetista ancora in attività e un epidemiologo di 38 anni per ictus, nessuno dei due per coronavirus tanto più che non operavano nei reparti di malattie infettive. Gli altri 148 sono medici in pensione già da molto tempo e in numero per altro del tutto in linea con quanto accade ogni anno nello stesso periodo.

Chi è il pazzo? Chi dice che la pandemia non esiste o quelli che hanno riportato queste notizie terroristiche o che ci hanno creduto senza porsi la minima domanda sulla loro consistenza? Ma per questa vicenda di Dario Musso silenziato tramite psichiatria perché la sua voce non mettesse inopportune pulci nelle orecchie, si è fatto un ampio riferimento all’arcipelago Gulag, mentre, al contrario, la psichiatrizzazione della soggettività indesiderata è  proprio una caratteristica del pensiero unico di marca neo liberista: basta prendere in mano il Dsm5, ovvero il Diagnostic and Statistical Manual of Mental Disorders, bibbia della psichiatria american style che però fa testo ( ma non testa)  dovunque, per rendersi conto di come ci si riferisca sempre a un modello standardizzato di essere umano, dove le caratteristiche e le differenze anche minime,  diventano patologia, salvo alcune condizioni che per ragioni di correttezza politica vengono annesse alla normalità, ancorché siano statisticamente marginali.  E’ molto interessante vedere come qualsiasi tratto umano interessante sia trattato come malattia e solo essendo degli automi computerizzati si può essere considerati perfettamente sani.

Allora meglio pazzi che scemi, meglio lunatici  che inquadrati come soldatini di piombo. E oggi l’unica maniera di salvarsi dalla follia dei ricchi che devono essere immuni non solo dal virus, ma soprattutto dalle loro malefatte come sta dimostrando a più non posso il governo teratogeno di Conte, è essere più matti di loro.