Dunque si continua ad agire come se le conoscenze sul virus e sui suoi deboli effetti non scalfissero minimamente i decisori centrali, le task force, governatori e i sindaci, assiduamente impegnati a trovare sempre più grotteschi e ridicoli meccanismi di segregazione, tutti peraltro illegittimi prima ancora di essere contraddittori e cretini, a perpetuare lo stato di allarme tanto per continuare a rigirare la minestra, fare affarucci repellenti con app o mascherine, e allontanare il momento del redde rationem. E con questo si appesantisce in maniera irreparabile il danno economico al quale non c’è possibilità di rimedio nell’attuale condizione di sovranità ridotta se non inesistente e di sospensione dello stato di diritto: un circolo vizioso che ci porterà all’inferno. Eppure ormai ci sono certezze incontrovertibili sul fatto che il virus circoli ormai da ottobre e che per mesi ci abbiamo convissuto senza alcun allarme, che insomma da noi, come del resto ovunque il virus è stato ben poca cosa rispetto all’occasione che si è presentata alle oligarchie di addossare ad altro il loro fallimento e di accrescere invece un potere che sembrava star sfuggendo dalle loro mani.
Ormai come un entomologo cerco di scrutare il momento in cui anche la massa di coloro che oggi si sentono al riparo dalle conseguenze economiche della inutile segregazione e che perciò possono più facilmente dare retta alla paura, scopriranno di essersi rovinati “con le mani sua” che non ci saranno più soldi per mantenere gli enfatici apparati della burocrazia di ogni livello. Quello sarà il momento della svolta che tuttavia si rivelerà inutile a risollevare le sorti di un Paese che sarà ben presto saccheggiato dei suoi risparmi privati attraverso il Mes e che non potrà risorgere dal sua doppia condizione di stato di polizia e di mafia, secondo la manzoniana profezia del “servaggio della minuta gente”, incapace di riappropriarsi di una condizione di piena cittadinanza che in realtà non ha mai davvero sperimentato. La liberazione dei boss della criminalità organizzata, con motivazioni palesemente fraudolente, ci parla di un nuovo patto Stato – mafia per mantenere l’ordine nel Sud quando si scoprirà che i miliardi millantati da Conte esistono solo nella fantasia, che al loro posto c’è solo la libertà di indebitarsi, che la disoccupazione dilagherà aggredendo anche il lavoro nero, che la ripartenza è solo il momento in cui si prenderà consapevolezza della sua impossibilità. Qualche virologo, di quelli messi a guardia della narrazione ufficiale, comincia a rendersi conto che il coronavirus è un’arma a doppio taglio, che l’esagerazione lucidamente perpetuata finirà per diminuire carriere e soldi invece di aumentarli nella qualità di sacerdoti del culto pandemico, ma a questo governo, a questo stato non importa nulla se non la sopravvivenza di un nucleo di potere il cui unico istinto è di perpetuarsi ad ogni costo.