Anna Lombroso per il Simplicissimus
È stato il sottosegretario alla presidenza della giunta dell’Emilia-Romagna, Davide Baruffi, con quella sanguigna e ruspante schiettezza che ha decretato il successo di personaggi letterari e cinematografici regionali, a sintetizzare efficacemente quello che in tanti sospettano, pensano e dicono a rischio di censure, gogne morali, anatemi.
La confessione è datata 25 aprile, ma la dice lunga sulle scelte che hanno “suggerito” di imporre al paese restrizioni, leggi marziali, sanzioni, penali, di concedere deleghe in bianco a autorità che non possiedono un mandato del Parlamento, cui è stata data perfino facoltà di sottoporre i cittadini a tracciamento grazie alla concessione a una società privata dell’applicazione di un software che ha suscitato dubbi perfino da parte del Copasir sia per le modalità di affidamento che per le eventuali conseguenze sulla “sicurezza nazionale”.
E infatti, ammette Baruffi, hanno proibito l’attività fisica non perché la situazione sia più a rischio, ma perché “volevamo dare il senso di un regime molto stringente”.
La ragione per la quale ciò che è stato fatto, si fa e si farà non ha nessuna credibilità da un punto di vista “sanitario” e della sicurezza dei cittadini, se come è giusto non la intendiamo come declinazione restrittiva dell’ordine pubblico, è l’evidente contraddittorietà delle misure in atto e di quelle che verranno prese, alcune delle quali sono state oggetto dell’ultima annunciazione del Presidente del Consiglio, accompagnata da nuova modulistica, timing complesso e soggetto a decodificazioni articolate su scala regionale e comunale.
E dire che per capire tutto basterebbe porsi e porre qualche quesito semplicissimo, di quelli che i bambini fanno agli imperatori mettendoli a nudo. Ma anche se siamo trattati come bambini da guidare, mettere in castigo, sgridare e vezzeggiare “per il nostro bene”, si vede che abbiamo perso quell’innocenza e pure la libertà di pensare e parlare proprie delle creature.
Così non si può contare sulla tradizione di RepuStampa perché qualcuno si sogni di domandare e domandarsi perché se il Covid19 è una patologia così contagiosa, se richiede limitazioni dei contatti, delle relazioni, di movimenti così restrittive, se sono diventati a rischio tutti i mezzi di trasporto, luoghi chiusi e perfino quelli aperti, come mai allora milioni di lavoratori hanno viaggiato in metro, treni e bus sui quali è previsto solo dal 4 maggio la “segnaletica” per l’opportuno distanziamento.
Ed anche secondo quali criteri sono state selezionate le cosiddette attività essenziali, i cui addetti sono stati comandati con dispositivi e procedure di sicurezza inadeguate e elargite dalle proprietà e dirigenze nell’ambito di un protocollo volontario e non vincolante, quindi arbitrario e discrezionale, in modo da dimostrare che si tratta di disposizioni temporanee cui non faranno seguito provvedimenti a garanzia della protezione dei dipendenti.
Ed ancora sulla base di quali valutazioni, quando l’allarme sarebbe ancora alto per numero di contagi e decessi in Lombardia e Piemonte, si stanno indicando delle date per la ripresa delle attività e delle produzioni, su pressione confindustriale certo, ma anche delle regioni e dei comuni, da Bonaccini che intende riaprire al più presto i cantieri di grandi opere e infrastrutture a Brugnaro che interpreta come un todaro brontolon il malcontento della fiera popolazione veneziana “semo stufi de star a casa”, sotto pressione per i ritardi registrati nell’esecuzione del prodigio ingegneristico del Mose e per la sospensione delle incursioni dei corsari delle crociere, da Zaia che promette novità epocali per le prossime ore con l’allentamento delle inique restrizioni a Sala che vanta la diminuzione da 6000 a 1500 ingressi all’ora nella metro, ma scalpita per la ripresa degli interventi per le Olimpiadi.
E se le statistiche, anche quelle dichiaratamente più inaffidabili delle rilevazioni e dei sondaggi sui voti di Italia Viva, hanno accertato che gli anziani sono a alto rischio, a causa, almeno questo è sicuro, della inadeguatezza del sistema sanitario e di cura, perfino a partire dai sessantenni (quelli che contano un anno e mezzo più del suggeritore degli arresti domiciliari per la terza età) c’è da supporre che sia in arrivo finalmente la cancellazione della legge Fornero che fino a due mesi li annoverava tra la forza lavoro con pieni potenziali di attività.
Da ieri sera abbiamo appreso che la comunità scientifica che si presta per appoggiare coscienziosamente le decisioni del governo, avrebbe maturato una teoria secondo la quale i vincoli tra consanguinei stretti fornirebbe la totale protezione dal contagio, a differenza di quelli amorosi, affettivi e di amicizia tra “estranei”, definizione che Sordi dava anche delle mogli, mettendoci nella possibilità di andare a sternutire in faccia allo zio d’America avaro e alla cugina Gertrude che ogni Natale vi regala la stessa acqua di Colonia, ma non di vedere il fidanzato e nemmeno l’amante che vi ha atteso con pazienza per due mesi (stante anche che non vi è permesso l’atto di contrizione per adulterio durante la messa).
O potremmo chiedere per che strana coincidenza temporale adesso che si è consolidato il brand mascherine, diventano obbligatorie in tutta Italia, in tutti i luoghi chiusi, nelle feste di famiglia, pure in qualcuno di aperto, le piazze ad esempio, a disincentivare assembramenti che potrebbero attentare, proprio come gli scioperi, all’unità del Paese.
Stancamente ormai ripeto da due mesi che all’origine dello stato di eccezione imposto non ci sia stato un complotto, ma che siamo oggetto di una cospirazione che approfitta di una epidemia che in condizioni normali sarebbe stata gestita con misure normali per incrementare la produzione normativa di leggi marziali e provvedimenti di ordine pubblico repressivi, per favorire la distanza “sociale” dei cittadini, isolando possibili focolai di dissenso. E soprattutto per giustificare con i costi del prevedibile cigno nero, dell’incidente inatteso della storia, l’impotenza degli esecutivi a spendere e decidere in virtù delle cravatte degli strozzini europei, accettate sempre e comunque come doverosa accondiscendenza i padroni e come atto di fede alla teocrazia del mercato e della finanza.
E infatti da tempo vivevamo appunto la normalizzazione della crisi, la quotidianità delle disuguaglianze sopportate cristianamente come giusta punizione per aver troppo voluto e troppo avuto, e come pena preventiva per non garantire ai figli lo stesso immeritato benessere, lavando la macchia della dissipazione delle risorse e dei veleni in terra, acqua e aria, dovuta a consumi individuali e collettivi e non certo alle stesse attività oggi dichiarate essenziali, con l’assoggettamento alle imposizioni di una austera severità, indulgente e collaborativa solo all’atto di salvare banche criminali e imprese assassine.
Da tempo rinuncia di diritti, abiura di convinzioni diventate impopolari, sono diventate doveri per riconquistare la reputazione e l’appartenenza al contesto della civiltà occidentale, alla cerchia dei sudditi dell’impero che ratifica la sua superiorità muscolare con guerre coloniali esterne e interne, fuori e dentro i patri confini, Nord contro Sud, regioni operose contro geografie meritevoli solo di invasioni turistiche non proprio pacifiche.
Ma non bastava, serviva qualcosa di straordinario che accelerasse la fine delle incomplete democrazie, che ratificasse l’improduttività della pretesa di diritti e dello stato di diritto, in coincidenza con la fine dello Stato, privato di poteri e sovranità e pure dell’arcaico concetto di popolo, retrocesso da massa di consumatori a target ben divise tra lavoratori e galeotti agli arresti domiciliari, anche grazie a barriere di plexiglas, recinti, segnaletico, perché non si corra il rischio che guardandosi negli occhi, parlandosi, confrontandosi possano rievocare il gusto della solidarietà e della libertà.
Un gentile lettore ha commentato il mio intervento su questa pagina segnalandomi che, tra le varie cose, mi sarei dimenticato di indicare la necessità di leggi contro la corruzione e la criminalità organizzata. Premesso che queste leggi già esistono e, direi, ad abundantiam, ritengo strano che neppure dopo quanto sta succedendo faccia fatica a farsi strada il concetto che la maggiore corruzione e la maggiore criminalità è da sempre e sempre sarà appannaggio di chi detiene il potere. Un assassino può uccidere alcune persone, un corrotto può ledere nel peggior dei casi gli interessi tangibili di alcune centinaia o migliaia di persone (e, anzi, quando ci lamentiamo della corruzione di solito non siamo noi ad essere stati vittime di quell’episodio specifico di corruzione per cui si tratta di lamentazioni un po’ accademiche, sia pure giustificabili dalla rabbia che qualcuno abbia dei privilegi ingiustificabili), ma i decreti del governo e le ordinanze di regioni e sindaci toccano fisicamente e moralmente milioni di noi e, tramite decisioni riprensibili o addirittura assurde che solo adesso si stanno cominciando ad indagare, sono la causa indiretta di migliaia di morti. Altre migliaia di morti indirette e di menomazioni del nostro diritto alla salute si hanno con il colpevole intasamento del sistema sanitario pubblico mentre l’accanita lotta contro le partite IVA soprattutto di piccole dimensioni tramite protratte sospensioni di attività e la successiva imposizione di regole che solo le grandi aziende possono implementare, è responsabile sia della disoccupazione di massa, che è ormai nei fatti, sia del micidiale ridimensionamento dell’intera economia italiana.
Intendiamoci però sul concetto di criminalità. Un governo non potrà mai essere criminale dal punto di vista legale (a meno di non far intervenire tribunali internazionali che sono nati però più per esigenze geopolitiche delle grandi nazioni che per il reale desiderio di far giustizia per cui anche adendoli si fa solo un buco nell’acqua) ma dal punto di vista morale lo è ogni volta che prende decisioni oggettivamente erronee o addirittura assurde pur avendo la possibilità di prenderne di buone o quando simula una confusione che al cittadino normale, non particolarmente perspicace, sembrerà “la solita storia” ma che noi su questo sito sappiamo essere volutamente voluta, per così dire, ossia lucida creazione di caos che serve a mascherare, ma neanche tanto, le sue vere intenzioni. Sono anni che rifletto su queste cose e ho coniato il concetto di “riminalità” per indicare la criminalità operata dagli organi dello stato e dei poteri locali che non è perseguibile per legge ma, eticamente, è molto peggiore di qualsiasi reato esistente apparentandosi forse solo a quello di genocidio. Quando fosse riconosciuto giuridicamente il concetto di riminalità (con l’aggettivo “riminale” come corollario specificativo) potremmo rinvenire nel comportamento delle nostre autorità centrali o locali numerosi lampanti esempi di riminalità. Per quanto riguarda l’affaire coronavirus, si può partire dalla raccomandazione rivolta al pubblico contenuta nei primi decreti del governo di non usare le mascherine, fonte di innumerevoli contagi che si sarebbero potuti evitare, per continuare con la decisione di richiamare in servizio medici che in quanto pensionati facevano proprio parte del target dell’influenza coronavirus ed erano dunque destinati, in parte, ad ammalarsi e, passando per mille altre cose che non cito, per finire con i decreti ambigui e scritti in modo da consentire alle forze dell’ordine di interpretare la norma ognuno a modo proprio comminando multe astrali ai cittadini, vittime una prima volta della reclusione forzata e della perdita del lavoro e poi vittime una seconda volta di una polizia che come si ricorda spesso su questo sito sembra preferire il ruolo di gendarme esattore piuttosto che quello di assistenza alla cittadinanza alle prese con regole confusionarie.
Almeno il 35% degli alberghi romani non sarà in grado di riaprire e di proseguire l’attività nel futuro. È il grido d’allarme di Francesco Gatti, presidente di Assohotel Roma e Lazio. “Sembra non si siano colte le reali condizioni in cui versa il settore turistico e in particolare quello alberghiero. Viene confusa l’emergenza economica con una profonda emergenza sociale e socioeconomica che vede le strutture alberghiere ed i propri dipendenti senza ricavi da oltre due mesi e con prospettive di recupero non prima di due anni, con molte spese correnti che seguitano ad accumularsi e spesso ad un passo dallo sfratto per l’impossibilità di far fronte al canone di locazione. I dipendenti sono in attesa del pagamento della cassa integrazione da parte dell’Inps che non ha ancora provveduto ad inviare neanche l’accettazione delle pratiche”.
Il punto è , che già da almeno un decennio l’italia, Non è più fra i primissimi paesi per economia turistica… guardando recentemente alcune trasmissioni tedesche con tema vacanze-viaggi, mi è sembrato di notare, una maggior propensione a promuovere le ferie a livello nazionale e, al limite, in paesi di lingua simile al tedesco ( Olanda-Austria) … non vorrei che la crisi economica che ha colpito anche la Germania, spingesse i tedeschi a scegliere prevalentemente ferie in luoghi nazionali, per spirito “patriottico”, sarebbe un ulteriore batosta per l’Italia, specie se un simile cosa, fosse emulato dagli altri Paesi.
In Europa siamo al quarto posto dopo Francia, Spagna, Gran Bretagna. I tedeschi rappresentano il 14% dei turisti e sono nettamente i primi. Il settore turistico, però, incide sul 13,2% del nostro PIL, pari ad un valore economico di 232,2 miliardi di euro e rappresenta il 14,9% dell’occupazione totale, per 3,5 milioni di occupati. Il danno se continua il blocco sarà davvero importante per tutti noi.
Nella situazione ben descritta da Anna Lombroso e nell’emergere di mille opportunismi tra chi coglie l’occasione d’oro di spingere le proprie iniziative online, le app, le piattaforme di studio e di lavoro, lo smart working, i processi penali fatti senza il pubblico, il digitale contro il reale ridotto a essere solo business di mascherine, detergenti e plexiglas manca un opportunismo, questo sì desiderabile: qualcuno che “approfitti” della situazione per finalmente creare un nuovo partito che proponga una democraticità diretta sul modello elvetico, rafforzi la costituzione impedendone la manomissione ed elusione anche e soprattutto nei periodi di “emergenza”, elimini il sadismo di stato (le mille oppressioni di cui soffre la popolazione dalla galera per cose di nessun allarme sociale alle megamulte per chi è sorpreso a respirare oltre i 200 metri da casa in Lombardia), fuoriesca dalla NATO (unica garanzia di non essere trascinati in una futura guerra mondiale), ristabilisca la piena sovranità italiana e la piena sovranità monetaria, renda le banche solo custodi del nostro denaro anziché nostre debitrici, riscriva la legislazione vigente per dare finalmente al cittadino leggi brevi, chiare, comprensibili e non in contrasto con altre leggi, elimini l’istituto della fiducia che serve a neutralizzare il parlamento e l’abitudine ai decreti omnibus e alle leggi fatte di mille articoli e diecimila riferimenti a norme esterne, riporti i giganti del web nei confini di una legalità effettiva nel quadro della costituzione rafforzata di cui parlavo prima, impedisca la raccolta e l’uso dei dati oscurando i siti recidivanti, impedisca ai giornalisti di essere espropriati della loro deontologia (fantastica sulla carta ma tradita ad ogni frase) eliminando la sua soggezione alla cosiddetta linea editoriale, democratizzi la massoneria imponendone l’apertura a tutti i cittadini – uomini, donne o ragazzi – che ne facciano richiesta, elimini la segretezza dai servizi segreti perché uno stato democratico non può e non deve tollerare chi agisce nell’ombra e, last but not least, modifichi urgentemente i programmi scolastici infarcendoli di buon senso, logica e spirito critico in modo da evitare quello che è sotto i nostri occhi: il rimbecillimento quasi totale della nostra popolazione, la credulità da bambini nei confronti del potere, della cosiddetta scienza, dei cosiddetti esperti, dei cosiddetti giornalisti, opinionisti e influencer.
C’è molto da fare, anche se non ce lo lasciassero fare. Con un motto non violento: disarmiamoci e partiamo.
Ovviamente “la loro soggezione”, non “la sua soggezione”. Sorry!
magari, se possibile, sarebbe necessaria pure una seria legge sul conflitto di interessi;
leggi serie contro la corruzione, le mafie e, più in generale, contro le criminalità organizzate;
leggi in grado di fare da deterrente per chi delinque sapendo che facilmente la fa franca;
l’obbligo della trasparenza economica e publbicazione dei “contributi” ricevuti dai “prenditori” e padroni…, per gli eletti a cariche politiche!
elenco incompleto per ragioni di spazio, ma già questo sarebbe un buon segnale di svolta a U per questo disgraziato paese in mano ai tarli, ai punteruoli rossi e neri che stanno distrugendo il pese su cui pure loro… sono seduti…!!!
“Stancamente ormai ripeto da due mesi che all’origine dello stato di eccezione imposto non ci sia stato un complotto, ma che siamo oggetto di una cospirazione che approfitta di una epidemia che in condizioni normali sarebbe stata gestita con misure normali per incrementare la produzione normativa di leggi marziali e provvedimenti di ordine pubblico repressivi”
Io ricordo invece che nei primi post della Lombroso ( sia lei che Jorge, che talvolta gli fa da clack), si tendeva a considerare eroi i dipendenti del SSN… Ma se c’è bisogno di un eroe per risolvere un problema, detto problema deve essere Grave ( cosa che in realtà, a riguardo del virus Non sembra, ma a riguardo dell’organizzazione del SSN, sembra Eccome !!) …
e ho fatto notare ciò postando la massima di Bertolt Brecht: “sfortunato il popolo che ha bisogno di eroi”, come ho fatto sin dall’inizio notare che si stava instaurando uno stato di eccezione-emergenza autoritario, anche citando ,la massima di Benjamin Franklin :
“chi rinuncia alla propria libertà in cambio di sicurezza, Non merita ne libertà ne sicurezza”.
Ho fatto notare inoltre sin dall’inizio ( e questo ne la Lombroso ne Jorge , lo hanno voluto capire …), che era contraddittorio considerare il SSN italiano “il migliore del mondo”, e perciò stante che non disponeva di adeguato posti di ricovero d’urgenza, di respiratori, di personale adeguato , chiedendo aiuto alle strutture sanitarie di altre nazioni, tra cui la Somalia (!!) e la Turchia, detto SSN in “combutta” con i politicanti di turno ci hanno costretti chiusi in casa e camuffati con mascherine e guanti vari.
In somma, gli eroici dipendenti del SSN, tenuti per Costituzione a garantirci i diritto alla vita ed alla salute, in fin dei conti essendo degli incapaci, ci hanno notevolmente ristretto “”””per motivi sanitari”””” anche la libertà di circolazione… un vero successo la cui portata, Jorge e la Lombroso sembrano Non aver notato, ma che sembra aver notato Mr. Simplicissimus.
@ Anonimo, come al solito lei è preda di una decodificazione aberrante. Io nono dico di nulla che è la cosa migliore del mondo, nemmeno della Costituzione, perchè non sono Benigni che poi vota per macellarla. A trasformare gli operatori sanitari in martiri e eroi è stata la vulgata della pandemia, che si serve delle celebrazioni per far dimenticare che si tratta di lavoratori che sono stati umiliati, spinti alla fuga dal servizio pubblico, sottoposti a una selezione avvenuta per fidelizzazione ai primari. Riservo a loro lo stesso giudizio che dedico agli insegnanti, maltrattati ma pure correi perchè non hanno mai partecipato in alcun modo a battaglie di difesa dei diritti, manco quello ad abortire, il più spiacevole, me lo lasci dire anche se obbietterà che non la interessa trattandosi di tematica femminile. Ma immagino anche che lei sia di quella categoria che preferisce parlare di sistemi così si dimenticano le persone, gli interessi, le vittime. Quindi la sollecito visto il suo ossessivo interesse a chiosarmi, di leggersi con più attenzione il mio altrettanto ossessivo ripetermi sulle caratteristiche della biorepressione in corso, limitativa di prerogative, diritti e libertà
“Ma immagino anche che lei sia di quella categoria che preferisce parlare di sistemi così si dimenticano le persone, gli interessi, le vittime. ”
Io per le vittime, uomini, donne bambini, vecchi od alieni che siano, provo come minimo solidarietà…
provo disprezzo per i vittimisti, per i cinici lagna e fotti, che creando caos, impediscono l’individuazione con buon grado di precisione delle vere vittime.
Quello che ragiona per teoremi astratti, fideistici ed ottocenteschi, qua dentro è il suo fan, Jorge, manco fosse entrato in possesso del libro della magia, con ste teorie marxiste ( talvolta anche poco precise…), che si son rivelate nel medio lungo periodo perdenti, purtroppo.
“che si tratta di lavoratori che sono stati umiliati, spinti alla fuga dal servizio pubblico, sottoposti a una selezione avvenuta per fidelizzazione ai primari.”
“Talvolta chi si fa pecora, il lupo se lo mangia” , detto da me che in condizioni di oggettiva debolezza mi sono ribellato con mezzi minimi (!!) e scarso successo al mobbing lavorativo, ma anche sociale, in quanto anti conformista.
Molte de ste vittime, sembrano vittime beatamente volontarie, che opportunisticamente nei casi più vantaggiosi si lagnano, per poi magari fottere non appena fuori dal cono dell’attenzione pubblica… io fra il personale sanitario non ho notato alcuna evidente sollecitazione agli scioperi generali, nei decenni scorsi, e se tanto mi da tanto posso anche azzardare un “chi è ( beatamente?) causa del suo mal, rimpianga se tesso”.
Riflessioni di grande rilevanza politica scritte, tra l’altro, con ammirevole stile letterario. Il sottoscritto lavora on line e offline sulle stesse vie maestre di critica radicale del sistema neoliberistico e dei suoi burattini e mi sento in obbligo di ringraziare Anna Maria e tutti gli scrittori (perché questo sono) di Il Sinplicissimus per avermi dato conforto nelle mie peregrinazioni politiche e culturali e per avermi più volte dato lo slancio per le mie scritture…un cordiale saluto…ed un augurio di sempre buon
lavoro…
ma grazie Antonello, rileggeremo il tuo commento ogni mattina come preghiera laica per incoraggiarci a scrivere anche quando ci coglie un terribile senso di impotenza che temiamo abbia il sopravvento sulla collera
Anna, Alberto,
siamo in tanti, da quanto ho potuto capire, ad abbeverarci alle vostre limpide e gustosissime analisi sociopolitiche.
non fate scherzi.
non smettete mai di far sgorgare, dalle vostre sorgenti, acqua buonissima capace di dissetare le menti libere…!
Dedicato ai nostri (s)governanti e compagnia ( stonata?) cantante: