Una delle cose più improbe in assoluto è leggere i libretti di istruzioni non solo perché sono scritti da cani ovvero da gente le cui abilità linguistiche si stanno riducendo a vista d’occhio, ma anche perché sono estremamente noiosi e dopotutto vorremmo che fosse la cosa stessa a “parlare” ed ad essere trasparente nel suo uso. E infatti quando pensiamo a cose e relazioni che non hanno manuali d’uso, sebbene non sappiamo da che parte prenderle, le utilizziamo in maniera assolutamente automatica e sbagliata non riuscendo a venirne fuori. Eppure qualche volta sarebbe utile leggere i bugiardini e i libretti perché d’un tratto potrebbero farci comprendere cose che ci confondono a tal punto da preferire l’ubbidienza passiva allo sforzo cognitivo. Così oggi voglio sfogliare, in senso figurato, ma anche concreto un manuale sui famosi tamponi che sono diventati uno dei simboli dei tempi del coronavirus, lo scettro per eccellenza della tirannide sanitaria: andando avanti a leggere capiremo che non misurano la pandemia, ma che la creano.
Se avrete la pazienza di uscire dalla facile canea mediatica e di seguire le istruzioni purtroppo non facili e non immediatamente intuitive sarete ripagati dalla fatica: vi si spalancherà una frattura nel matrix che stiamo vivendo e vi permetterà di ritornare a riveder le stelle. Dei tamponi si è detto di tutto: che sono estremamente inaffidabili, che alcune partite erano addirittura infettate, che la loro gestione specie in alcuni Paesi come l’Italia è stata paradossale ed è tutto perfettamente vero, ma non è la radice della questione. Innanzitutto cos’è un tampone? Semplicemente un pezzo di plastica con un po’ di garza o ovatta destinato a raccogliere tracce organiche in questo caso dalle narici e dalla faringe dei pazienti per accertarsi, mediante reagenti e microscopia di sequenze chimiche tipiche di un microrganismo. Ma attenzione questo non significa che siamo malati e nemmeno portatori sani ma solo che siamo venuti a contatto con l’agente patogeno o con qualcosa di simile, il che è un’eventualità assai probabile visto che ad ogni istante ingeriamo milioni di microbi di ogni genere: ciò che il tampone trova possono essere semplicemente i resti chimici di microrganismi già distrutti dai meccanismi di disattivazione immunologica e dunque totalmente innocui. Infatti i tamponi servono solo quando ci sia un quadro clinico ben definito e ben conosciuto nei particolari, per il quale si vuole confermare o escludere qualcosa, ma nel caso di un nuovo agente patogeno ci dice solo se siamo venuti a contatto. E questo tampone ce lo dice anche in maniera completamente inaffidabile.
Ora se prendiamo la documentazione tecnica dei tamponi per il Covid vi possiamo leggere una cosa sorprendente, ovvero che esso non è impreciso per negligenza ma è stato specificamente studiato per avere l’80% di falsi positivi: l’amplificazione estrema della catena degli acidi nucleici è stata concepita per dare la minore precisione e al tempo stesso la maggiore sensibilità possibile. In effetti il tampone è stato creato ( è scritto a chiare lettere) per prevedere tutte le eventuali mutazioni del virus e quindi in realtà segnala facilmente la presenza di altri coronavirus e addirittura di altri virus a Rna. Ora dietro questo non esiste alcun complotto o alcun errore: il tampone è stato messo a punto in Cina proprio per fornire la minima possibilità di falsi negativi, ovvero per essere uno strumento per lo studio epidemiologico di massa in grado di selezionare non chi fosse venuto a contatto col virus cosa che presenta i problemi che ho spiegato in precedenza, ma di escludere coloro che con ragionevole certezza non erano venuti a contatto con l’agente patogeno in modo da permettere un maggiore contenimento in zone ristrette o comunque studiare meglio le dinamiche di diffusione. Tutti noi sappiamo che i metodi per escludere o includere qualcosa in un insieme sono molto differenti a seconda degli scopi che vogliamo raggiungere e dunque che il tampone fornisse l’80% di falsi positivi non era importante per i fini che si prefiggeva
Naturalmente una volta che il virus si è diffuso ben oltre l’ area di origine e peraltro a macchia di leopardo, continuare utilizzare questo tipo di tampone, poi prodotto praticamente dovunque, come strumento di diagnosi effettiva e non di semplice esclusione è stato un grave errore concettuale e non si capisce come esso sia stato possibile senza ipotizzare una volontà di trasformare una semplice sindrome influenzale in morbo universale. Peraltro è del tutto evidente che anche per quei pochi decessi attribuiti in maniera piuttosto perigliosa al coronavirus non basta dire che esso è forse presente, magari come residuo puramente molecolare, ma bisogna anche dimostrare l’assenza di altri patogeni, come ad esempio i virus dell’influenza o decine di altri. Ma questo che è una cosa assolutamente essenziale non è mai stata fatta, ben sapendo tra l’altro che anche l’influenza, qualora si lasci intatto per molti giorni un importante quadro febbrile, provoca le stesse condizioni trombotiche attribuite adesso dopo confuse polemiche al coronavirus al quale si potrebbe assegnare anche un semplice ruolo di rinforzo e di azione crociata.
Dunque basta leggere un po’ di istruzioni per capire che quello che stiamo accettando è inaccettabile anche, anzi soprattutto dal punto di vista scientifico, quando si prescinda dai tromboni ignoranti, insolenti e bugiardi o forse solo ottusi, che in televisione spezzano abusivamente un pane della scienza che evidentemente non hanno mai assaggiato.
Saluto con grande stima il ritorno tra gli interventi in questo Blog di Roberto Casiraghi, voce estremamente lucida e stimolante che era mancata (al sottoscritto in modo sentito ) per molto tempo. Appena ho letto le prime 4 righe del suo post sempre intelligente del 27/04/20 h 08:19, non ho avuto dubbi che si trattasse proprio di Casiraghi (anche se la procedura del login di WP, più complessa da un po’ di tempo, gli ha erroneamente attribuito un account Anonimo). Già letto con piacere il suo intervento del 25/04 nella pagina a disposizione della Dott.ssa Lombroso.
Bentornate alle sue analisi sopraffine e documentate.
-Angelo Kinder –
In effetti se per ogni persona ricoverata in ospedale e poi deceduta si fosse provveduto a rilevare non solo la presenza del coronavirus di quest’anno ma anche la più che probabile compresenza di altri virus influenzali di ceppo differente (e per i quali esiste una possibilità tecnica di identificazione) avremmo avuto un ben altro quadro della situazione. E sarebbe stato pressoché impossibile addebitare i decessi solo al coronavirus. Senza contare le ulteriori aggravanti della proibizione di effettuare autopsie e del ricorso obbligatorio alla cremazione anziché alla sepoltura che, come ha già ricordato altrove Mr. Simplicissimus, impediranno per sempre di conoscere di cosa siano morte veramente moltissime delle vittime di questa influenza multivirale. Quando questa farsa sarà conclusa, ossia quando saranno stati soddisfatti gli appetiti insaziabili dei giganti del web e di Big Pharma, si ritornerà a una relativa normalità e le verità esposte su questo sito, oggi decisamente sottorappresentate sui media, verranno probabilmente riprese e diffuse ovunque. Quando però ormai non potranno più nuocere ai piani dei nostri controllori globali.
Fu del resto Mario Monti a rivelarci con implacabile serietà in un famoso video di Youtube nel lontano 2011 che i momenti di crisi sono utili per ottenere “grandi progressi” in quanto i popoli (da lui evidentemente considerati come bambini recalcitranti che non sanno dove sta il loro bene) nei tempi di crisi finiscono per accettare soluzioni che altrimenti non avrebbero mai accettato. Monti concludeva la sua analisi rilevando che quando la crisi sparisce rimane un sedimento, ossia tutte le nuove leggi e istituzioni nate per fronteggiare la crisi, che impediscono ai popoli di fare dietrofront. Un’osservazione acuta, ancorché cinica, che serve, ahinoi, a smontare per sempre il mito del popolo soggetto della propria storia.
Non so perché ma il mio intervento qui sopra è risultato anonimo. Comunque ne approfitto per riprodurre la citazione integrale delle parole di Mario Monti (la punteggiatura è mia e serve ad attenuare la difficoltà di comprensione dovuta al fatto che quando si parla improvvisando ci sono pause, ripetizioni, enfasi e ripartenze di frasi che complicano un po’ la comprensione del testo):
INIZIO CITAZIONE DAL VIDEO SU YOUTUBE
Si potrebbe, credo, fare un grafico del tasso di soddisfazione che gli osservatori hanno ritratto dalle varie riunioni del G20 negli ultimi due anni:
– nei momenti di crisi più acuta, progressi più sensibili
– rientro dell’emergenza della crisi, affievolimento della volontà di cooperare
E qui, naturalmente, io ho una distorsione che riguarda l’Europa ed è una distorsione positiva che riguarda l’Europa. Anche l’Europa, non dobbiamo sorprenderci che l’Europa abbia bisogno di crisi, e di gravi crisi, per fare passi avanti. I passi avanti dell’Europa sono per definizione cessioni di parti delle sovranità nazionali a un livello comunitario. È chiaro che il potere politico, ma anche il senso di appartenenza dei cittadini a una collettività nazionale, possono essere pronti a queste cessioni solo quando il costo politico e psicologico del non farle diventa superiore al costo del farle perché c’è una crisi in atto visibile e conclamata.
Però, siamo a convincimenti, però c’è una differenza. Siccome il G20 per ora non ha in modo serio, e noi in Europa abbiamo istituzioni, leggi, norme, abbiamo bisogno delle crisi come il G20, come gli altri consessi internazionali per fare passi avanti ma quando una crisi sparisce rimane un sedimento perché si sono messe in opera istituzioni, leggi eccetera per cui non è pienamente reversibile.
FINE CITAZIONE
Si può leggere:
https://comedonchisciotte.org/forum-cdc/#/discussion/103422/il-problema-della-tracciatura-è-al-solito-il-privilegio
Si può vedere:
Si può leggere:
CRONACHE VIRUSIANE
su
ComidadPuntoOrg
Al minuto 9 , si descrivono le devianze del capitalismo, che Non è libera concorrenza, ma che anzi la rifugge , alla faccia delle baggianate propalate da Jorge che predicava principalmente secondo dogmi marxisti ottocenteschi, la crisi del capitalismo per eccessiva concorrenza, cosa, che nella migliore delle ipotesi È SOLO(!!) UNA PARTE DELLA VERITÀ ( che magari riguarda parzialmente le grandi corporation…).
Chiaro indizio che la concorrenza secondo le teorie economiche neo liberiste, NON esiste è il fatto che ad esempio quantomeno le piccole aziende formano il prezzo con il metodo del mark up, e non adeguandosi ai prezzi “imposti” dal mercato di concorrenza.
La realtà come dice il video qui sotto al minuto 9, è che il prenditore capitalista che NON ce la fa a stare nel mercato , attua un serie di strategie per “estorcere” sussidi pubblici ed assistenzialismo per benestanti e classe dominante, con relative privatizzazione degli utili e socializzazione delle perdite…cosa che ha ben poco a che fare , con le teorie della concorrenza… Non esiste, in buona sostanza, in fin dei conti, il mercato concorrenziale, MA ESISTE IL CAPITALISMO CON LE SUE DEVIANZE E DISTORSIONI, DANNOSE E PERICOLOSE: