25-aprile-resistenza-1Credo che sia un vero peccato che il coronavirus abbia una letalità inferiore all’influenza, che sia una patologia soprattutto mediatica usata ad altri scopi dai poteri più ambigui e reazionari per mantenersi in sella e anzi aumentare il loro potere di controllo: se fosse stata un vero morbo almeno gli italiani avrebbero potuto evitare di trovarsi di fronte a ciò che sono diventati, un gregge tremante per la propria incolumità fisica dove l’egoismo nei suoi minimi termini costituisce l’unica e ipocrita solidarietà possibile mentre  spinge a rinunciare volontariamente alla  libertà di movimento e di espressione a fronte di un rischio imprecisabile, ma comunque remoto a giudicare dai dati che arrivano da tutto il pianeta e non più alto rispetto alle normali epidemie influenzali anche se il livello infimo dell’informazione e della politica continua ad attribuire al Covid tutti i decessi.  Hanno persino accettato di abbandonare alle macellerie ospedaliere i propri congiunti senza accudirli negli ultimi istanti, senza sapere di cosa sono realmente morti e li hanno lasciati bruciare senza funerali, pratica insensata dal punto di vista epidemiologico, ma molto opportuna in caso di future anche se molto improbabili indagini. Magari sarebbero persino disposti ad accettare le deportazioni familiari, oltre alle app e ai braccialetti da galeotti e c’è addirittura chi assale chiunque se ne vada in giro senza la mascherina che non serve a nulla, anzi è un veicolo di contagio: insomma qualunque infamia e qualunque ridicolo pur di sottrarsi a un rischio puramente ipotetico ma moltiplicato dal nulla che ci circonda , che ci arriva alla gola e ci grida dentro o da una cosiddetta “scienza” guidata dagli interessi più opachi e osceni, ma su cui confidano coloro che intendono  farsi complici del potere.

Questo non per qualche giorno o per qualche settimana, ma per mesi e chissà ancora per quanto tempo: solo degli ingenui possono pensare che tutto si concluda in poco tempo perché lo stato di eccezione e di fuoriuscita dalle garanzie costituzionali durerà a lungo e vivrà di paura e di cattiva coscienza, se non se non sarà il coronavirus  sarò qualche emergenza che andrà è verrà a secondo di ciò che farà comodo specialmente ora che si è accertata l’atarassia politica popolare quando si è in stato di terrore: così la salute pubblica abbandonata per anni agli ortiche  – e le conseguenze si sono viste – è ora diventata l’arma perfetta contro la democrazia. Intanto in assenza di qualunque dato credibile e di protocolli precisi sulla loro raccolta, in pratica in balia di chiacchiere di mestierante e imbonitori con in più evidenti segni di forzature e di manipolazioni,  si comincia a parlare di due anni e del resto le stesse opposizioni non si sognano di rilevare l’assoluta incoerenza tra le misure di segregazione inutili dopo i 15 giorni dall’inizio del contagio come prescrive una delle poche cose sicure che sappiamo sulle epidemie virale e al massimo  si limita a discutere del fatto che il governo sapeva e non agiva o ha agito in stato confusionale o ha scelto, sai che novità, di tutelare meno le fasce della popolazione più deboli. Tutto vero, per carità ma nulla di fronte al fatto di aver scientemente seminato un terrore completamente ingiustificato, di aver sostituito la buona pratica della precauzione mirata con la paura. Ma per dio i numeri sono numeri, alla fine se si vuole davvero capire che ti stanno manipolando ci si arriva facilmente persino andando a prendere siti come quello della a Johns Hopkind University  che pure  è in un certo senso uno degli sponsor della pandemia in quanto coté scientifico della Fondazione Gates, dove ci si può rendere conto delle vere dimensioni di questa sindrome, però la verità è che molta gente non vuole assolutamente  prendere atto di essere diventata esattamente ciò che disprezza ed è per questo che preferisce lasciarsi ingannare. Crede nella peste perché non può più credere in se stessa e a ciò che si è diventati.

Finché l’influenza rimane terribile morbo  possiamo evitare  di guardarci allo specchio. Giorgio Agamben dà qui una spiegazione filosofica di questa sindrome interpretandola  come la separazione fra esperienza corporea e spirituale in qualche modo innescata da una scienza che si è autodistrutta divenendo culto apotropaico, sciamanesimo da rotocalco determinando un crollo politico ed etico, ma io preferisco ricorrere al solipismo indotto dal pensiero unico, dalla cancellazione delle radici come fossero ragione di scandalo e dunque dalla inconsapevole cancellazione degli altri nella loro concretezza che così possono diventare semplici entità astratte, mentre l’umanità diventa un fattore geometrico variabile, che può essere applicato  – come accade per esempio con i flussi migratori – alle conseguenze, ma non alle cause. Così possiamo sopportare che dei mentecatti ci guidino e che il massimo esperto a cui chiediamo salvezza sia in realtà un ex attore vernacolare nei film di Mario Merola, un “malamente” che il ministro Senza Speranza ha spacciato come uno dei massimi esperti dell’Organizzazione mondiale della sanità e che invece all’Oms non hanno mai visto. Sempre che essere esperto dell’Oms costituisca un titolo di merito del che c’è fortemente da dubitare  (vedi qui) .

Ma quello che vorrei sottolineare è che la società italiana si va rapidamente frantumando, man mano che passano i giorni, tra chi vive di attività proprie o lavora nelle fabbriche ed è ormai con l’acqua alla gola per la segregazione del Paese e la parte che invece lavora nel pubblico e che si è bevuta il cervello a tal punto da pensare di essere immune alle catastrofiche conseguenze economiche che verranno indotte dalle scellerate scelte del governo minchio globalista: lo stipendio corre e per giunta nemmeno si lavora, cosa c’è di scandaloso nella quarantena e nell’abolizione dei più elementari principi costituzionali che “ci salvano la vita”? Gli antifascisti per abitudine, per mestiere, per slogan, quelli che ci invitano a cantare Bella ciao oggi, ma standosene ben tappati in casa, perché per tutti è una “giornata particolare” stanno diventando i peggiori fascisti e infatti sono perfettamente allineati alla Meloni nel considerare angelico lo schieramento repressivo che agisce in virtù di decreti del tutto illegittimi, senza che i costituzionalisti, grilli parlanti quando conviene, osino profferire parola, perché non c’è miglior muto di chi non vuol parlare. Questo ceto che si pensa protetto e garantito non arriva a capire che molta dell’economia parassitaria che rappresenta, non tale in se stessa, ma per struttura ormai marcita, voto di scambio, clientelismo intrinseco e prassi opache, sarà spazzata via dalla tempesta che si sta abbattendo sul Paese e dopo la quale, avendo accettato di rimettere tutto il potere alla tecnocrazia, niente tornerà davvero come prima. E’ chiaro che in queste condizioni il patto sociale è destinato a saltare completamente, vista anche la straordinaria ventata di disoccupazione che si attende anche nelle più caute previsioni. Le conseguenze saranno drammatiche anche perché non ci sarà nessuna ripresa né rapida, né lenta, ma un avvitarsi sempre maggiore di una crisi alla greca, visto che non possiamo creare moneta e che il Governo ha solo fatto finta di stanziare denari, ma di fatto ha solo magnanimamente dato il permesso ai  cittadini di indebitarsi anche a nome delle generazioni future. E tuttavia con una menzogna ancora più grande di quella epidemica, anche se strettamente collegata ad essa,  finge di aver vinto la sua battaglia in Europa mentre ha solo raggranellato debiti su debiti.  Ma ancora una volta è già troppo tardi persino per pentirsi, e in compenso si dovrà pagare a caro prezzo per il vaccino gentilmente venduto da Bill Gates e compagni di merende filantropiche, che potrebbe facilmente rivelarsi inutile o peggiore del male come è successo in altre situazioni ( vedi Il vaccino dei killer ) . Il fatto è che per alzare la testa bisogna averla e questo il potere l’ha capito perfettamente e ha agito per eliminare questo spiacevole inconveniente. Così nel giorno della Liberazione si dovrà festeggiare l’arrivo di nuove prigioni e il Bella Ciao sarà rivolto alle libertà perdute.