09_-AMUNISe ancora si avesse la testa sulle spalle ci si dovrebbe chiedere di che cosa stiamo parlando. Se di un virus o non piuttosto di sanità ridotta in coma dai tagli, di errori e di misure grottesche prese da poveri scappati di casa che però grazie alle potenti bocche da fuoco dell’informazione, sono adesso nel cuore degli Italiani. Se prendiamo i dati tedeschi e coreani, dunque numeri e fatti veri, non borionate o cazzate da giornali e da Tv, si vede che il tasso di letalità del virus è intorno allo 0,3% sui contagi accertati che per ovvie ragioni sono solo una piccolissima di quelli effettivi da 10 a 35 volte più numerosi:  dunque saremmo di fronte a numeri di letalità largamente inferiori  a quelli dell’influenza. E se quest’ultima godesse della stessa attenzione e dello stesso allarme riservato al Covid, peraltro impossibile in un contesto nel quale la sanità è solo una spesa da tagliare e conta solo la produttività, farebbe molto meno dei 600 mila morti annuali. 

Questo è il quadro  nel quale va compreso l’annuncio di Berlino di voler mettere sul piatto  della bilancia 1500 miliardi per contrastare gli effetti economici dovuti all’epidemia dando esplicitamente per scontato che gran parte della popolazione tedesca è ormai già venuta a contatto col virus o che addirittura, come pensano illustri virologi, esso sia endemico e ubiquo nei suoi molteplici ceppi. Solo che non aveva un nome e dunque non veniva né cercato, né rilevato. Tralascerò in questa sede di analizzare i motivi dell’allarme apocalittico prima scatenato per questioni geopolitiche poi per far fronte a un declino dell’economia con un allarme che sgonfiasse  le bolle speculative in via di scoppiare e con gigantesche iniezioni di denaro che non apparissero come una sconfessione delle politiche di stampo neoliberista, ma come risposta a un’emergenza. Ora i grand commis dei massacri sociali, a cominciare da Draghi, scoprono all’improvviso che non è il debito pubblico ad essere pericoloso, ma quello privato. E in questa rida di voltagabbaneria rispetto a un’ideologia che si vuole conservare nei suoi aspetti più antisociali, pur abbandonando parti del credo economico,  la Germania sta ribaltando quarant’anni di dogma austeritario legato all’euro proprio nel momento in cui la crisi industriale che si è cominciata a manifestare da due anni, non ha reso i suoi diktat sulla spesa pubblica altrettanto nefasti per se stessa come è avvenuto per gli altri Paesi aggiogati al suo carro. Sono finiti i tempi della rendita euro e con essa finirà probabilmente anche l’euro.

In tutto questa la situazione italiana è assolutamente particolare, sia perché le cifre di mortalità vere o errate che siano, sono inesplicabilmente di gran lunga le più alte del pianeta, ancorché di fatto concentrate nell’area padana e nelle arre di Bergamo e di Brescia, sia perché il governo è formato da dilettanti allo sbaraglio in gran parte anche senza più partito che non hanno la minima idea di cosa fare, ma che hanno visto nell’apocalisse virale una buona occasione per allontanare indefinitamente le elezioni e per quanto riguarda le eminenze grigie per rinsaldare le catene europee proprio nel momento in cui esse si potrebbero allentare.  La sinergia fra queste due cose, oltre alla situazione gravissima in cui versa la sanità pubblica, ha creato una situazione di collasso che probabilmente è il vero motivo del differenziale di mortalità. La gestione dell’emergenza è stata così schizofrenicamente influenzata dal panico e insieme dagli interessi che il governo ha ondeggiato tra minimizzazioni ed esagerazioni fino a che preso dal terrore non ha deciso di chiudere tutto il Paese infliggendo danni economici enormi peraltro del tutto inutili e anzi dannosi perché creeranno più vittime del virus. E ora non sa come cavarsela dopo aver giocato tutta la posta sulla pestilenza, se non continuare ad alimentare la paura per giustificare il proprio operato, al punto da stimolare azione legali nei confronti di chi , come Byoblu, si permette di intervistare virologi non allineati con la tesi ufficiale: mentre J. P. Morgan che dell’Italia se ne intende, prevede una diminuzione del Pil del 20 per cento (ed è la stima più ottimistica, altri arrivano al 30%), il patetico ministro Gualtieri dice che la diminuzione sarà dell’1 per cento, dando la netta impressione di un esecutivo che ha ormai perso qualsiasi contatto con la realtà. Ma minimizzare dicendo che la tigre è un gatto soriano (in realtà un 1 per cento in meno di pil  era già nelle aspettative  in  una situazione normale) significa anche rinunciare a spendere i nostri soldi che generosamente Bruxelles  ci dà il permesso di utilizzare o di mettere in piedi i piani di spesa pubblica da centinaia di miliardi simile a quella che gli altri partner europei stanno varando. I suggeritori occulti che stanno dietro le mezze figure al governo spingono affinché somme da considerare ormai meno che modeste vengano erogate dal Mes così che l’Italia ricada sotto la troika e si perpetui, anzi si approfondiscano i tagli alla spesa pubblica e dunque anche alla sanità.

Questi sono talmente fuori di testa da pensare che dopo due mesi di fermo abusivo del Paese, dovuto alla pessima governance che ci trasciniamo sul groppone da troppi anni,  tutto ritornerà come prima, che la ripresa sarà come dice a V, cioè con una rapida risalita dopo un’altrettanta rapida discesa. Ma questa è un’illusione che rende perfettamente la misura della mediocrità di chi è al potere: se anche fosse possibile richiederebbe almeno trecento miliardi da buttare subito nella mischia per sostenere aziende e redditi: non dobbiamo dimenticare che non si tratta solo di superare un momento di emergenza, ma i guasti profondi di una lunga crisi economica e morale sui quali il blocco del Paese ha avuto la funzione di ultima goccia. Se dell’ingiustificato  differenziale di mortalità rispetto al resto del mondo ci si dovrebbe occupare per comprendere se l’anomala mortalità sia dovuta a errori o a particolari condizioni come potrebbero essere la particolare frequenza di certe vaccinazioni o di certe patologie degli errori catastrofici del governo ce ne dovremmo occupare noi quando finalmente la grande paura svanirà.