Ormai è fin troppo chiaro, anche prendendo i dati che arrivano dall’Istituto superiore di Sanità, ma anche che provengono da tutto il mondo: si sta facendo del catastrofismo senza catastrofe dopo aver terrorizzato la popolazione per quella che in sostanza è un’ondata di sindrome di tipo influenzale particolarmente severa e per la quale non sembra che vi siano molti più decessi quelli di che mediamente si verificano nella stagione invernale nella più completa indifferenza, salvo in qualche ristretta zona nella quale per motivi che andrebbero ben accertati – per esempio una presenza endemica di meningite che costringe a vaccinazioni intensive, il virus assume una maggiore aggressività. Si sa che ci sono delle motivazioni precise quando gli indici di mortalità sono sballati: o errori di diagnosi, magari non del tutto innocenti, oppure motivi sanitari reali. Per esempio in Iran si è notata una letalità maggiore ( ma c’è anche per l’influenza,cosa che ovviamente non fa notizia) per il fatto che molti anziani sono reduci dalla decennale guerra con l’Irak e hanno i polmoni lesionati dai gas che gli Usa fornivano in abbondanza a Saddam Hussein prima di impiccarlo. Ma ancora peggio si sta evocando una catastrofe inesistente per provocare la catastrofe reale del Paese e darlo in pasto agli squali. Che ci sia una direzione informativa in tutto questo è confermato anche da alcuni indizi secondari: cosa sappiamo dell’epidemia in Emilia – Romagna che praticamente mai compare nella continua saga ansiogena che ci fornisce l’informazione? Quasi nulla eppure la regione vien subito dopo la Lombardia per numero di casi accertati e supera di gran lunga il Veneto, ma evidentemente il regno piddino va tenuto fuori dai riflettori della crisi.
Non è una sindrome solo italiana: dovunque si sta premendo sull’acceleratore della paura, facendo balenare alla gente un nemico mortale e invisibile per il quale chiedere la protezione a qualunque costo. In un’intervista di qualche giorno fa Naomi Klein, riferendosi direttamente all’esperienza americana, ha detto che : ” La “dottrina dello shock” è la strategia politica per utilizzare crisi su larga scala i modo da far avanzare politiche che approfondiscono sistematicamente le disuguaglianze, arricchiscono le élite e indeboliscono gli altri evitando che le crisi cedano il passo a momenti organici in cui emergono politiche progressiste. Se sei un economista del libero mercato, capisci che quando i mercati falliscono, ti presti a un cambiamento incrementale che è molto più organico del tipo di politiche di deregolamentazione che favoriscono le grandi imprese.” E da noi questo “cambiamento incrementale” sarà permanente, è inutile illuderci che passata la buriana, fallite centinaia di migliaia di piccole imprese, svenduto il Paese alla finanza euro tedesca, le restrizioni alla vita pubblica, comprese quelle che riguardano la libertà di espressione, diventeranno permanenti nell’ambito di un dispotismo emergenziale che cercherà di arginare le rivolte con il dispositivo militare. Se pensate che non sarà così, allora dovreste urgentemente curarvi, il virus lo avete già anche se non lo sapete.