Imagoeconomica_1370779-scaledIn condizioni eccezionali ci si rende conto di quella normalità che di solito viene equivocata o che fa comodo non vedere: ha fatto scalpore la frase di Boris Johnson che ha detto agli inglesi “abituatevi a perdere i vostri cari”, una cosa che sembra aver scioccato l’intellighentia (si fa per dire) italica per il fatto che il leader inglese avrebbe dato la precedenza al pil invece che alla vita umana. Com’è facile immaginare questo è un voluto equivoco della stampa euro adorante, perché il senso della frase di Johnson era diverso ed esprimeva  l’opinione scientifica prevalente in Gran Bretagna, ma di fatto adottata in tutti i Paesi europei, salvo qualche eccezione mirata più che altro ad incassare benefici pubblici a fronte di una produzione largamente diminuita per ragioni economiche (vedi Volkswagen) secondo cui è praticamente impossibile fermare un contagio già ampiamente diffuso e che le mezze misure all’italiana grazie alle quali si vieta la vita sociale e civile, ma si esige quella lavorativa, si chiudono i negozi e si tengono aperti i supermercati servono a ben poco, magari a rallentare una diffusione che ci sarà comunque, col rischio però di rendere endemica la presenza del coronavirus .

Quella espressa dall’elite inglese è naturalmente un’opinione, seppure fondata, ma che va presa come tale perché a dire la verità di questo nuovo agente patogeno si sa ben poco: nessuno può dire se si esaurirà, se diventerà praticamente innocuo, se provocherà una immunità costante come le malattie virali esantematiche o muterà di tempo in tempo come i virus influenzali provocando sindromi più o meno simili, non abbiamo nemmeno un’idea precisa di quale sia il reale rapporto tra diffusione e mortalità, perché finora si ha solo un’idea della relazione fra i contagi accertati e casi di morte, il che non significa molto in una patologia che nell’85% dei casi accertati  è praticamente asintomatica, senza parlare poi dell’assoluta inaffidabilità dei test. Ma tralasciando tutto questo, anche se le parole di Johnson avessero il significato che è stato attribuito loro, dove sarebbe lo scandalo? Non sono forse decenni che i tagli alla sanità vengono perpetrati in nome del Pil  rendendolo  così preminente rispetto alla vita umana? Non sono forse decenni che gli scandalizzati di oggi agitano vigorosamente  il turibolo di fronte alle misure di austerità che hanno fatto carne di porco del diritto alla salute, ai trattati europei che le impongono e all’ideologia neo liberista che le tematizzano? Chissenefrega se magari queste condizioni causano alla fine la morte di molte più persone  rispetto al coronavirus. Davvero non capiscono di essere stati tutti Johnson in sedicesimo e che lo scandalo è solo il fatto che l’ipocrisia venga apertamente svelata? In realtà lo stato di eccezione instaurato in Italia deriva dalla necessità di contenere momentaneamente il contagio, in modo che una sanità ormai al lumicino, messa molto peggio che altrove,  non crolli definitivamente, anche se questo costerà immense fette di Pil e rischi pure di essere controproducente.

Ma c’è anche l’idea – in un periodo di marcescenza politica senza riscatto  – che lo stato di eccezione approntato per nascondere le magagne di vent’anni di disarmo sanitario e sociale, possa fare estremamente comodo per instaurare una sorta di fascismo del capitale, per permettere ai poteri economici di saccheggiare i risparmi e portarsi via ciò che resta dell’industria e infine impedire qualsiasi opposizione reale. Non è certo un caso se poche righe di Giorgio Agamben su Quodlibet nelle quali  il filosofo, partendo dai dati disponibili, parla di “invenzione di un’epidemia” in quanto pretesto per la militarizzazione del territorio e la messa in mora delle libertà costituzionali , abbia trovato una risposta isterica in Micromega, pubblicazione della Fiat e ormai rappresentante della sinistra alla Lapo Elkann, nella quale si accusa Agamben di delirare, attaccandosi, per questo giudizio così volgarmente tranchant,  al “valore della scienza”. Peccato che Le Scienze, pubblicazione appartenente allo stesso conglomerato editoriale, mostrino pienamente tutta la confusione e l’incertezza che esiste sul coronavirus e sulla cosiddetta pandemia. Almeno leggere prima ciò di cui parla, no? Ma è del tutto evidente che certi cortigiani sono stati punti sul vivo quando qualcuno di loro ha fatto notare che si usa la paura per fare accettare alla gente ciò che in condizioni normali non accetterebbe mai.Tra l’altro il noto decreto con cui si è imposta la cancellazione della vita pubblica e sociale , se nell’articolo 1 specifica tutte le fattispecie vietate, nell’articolo 2 fa riferimento ad “ulteriori misure” non specificate ( magari un bel prelievo forzoso sui conti correnti, come si comincia a mormorare) , il che porta tutto questo completamente al di fuori della Costituzione.  Se non c’è più il terrorismo adesso c’è il virus, il che ovviamente non vuole affatto dire che non esiste  il terrorismo o il Covid 19, ma che la loro rappresentazione pubblica e dunque la loro percezione  è orientata politicamente e geopoliticamente, un fattore essenziale che molti ignorano o vogliono ignorare.  Adesso il potere ha testato definitivamente che le persone impaurite sono disposte a rinunciare completamente alla loro libertà e quindi sarà facile mettere in piedi una emergenza di qualche tipo quando occorrerà.  Questa è la vera malattia che preannuncia un rimodellamento di sistema.