37_Lezione_di_anatomia_del_dottor_TulpIn un sistema entrato in fase di instabilità  basta una variabile minima per spezzare definitivamente l’equilibrio e creare il caos. Cosi il Covid 19 uno dei patogeni che ogni tanto, ogni 15 o vent’anni, o magari più spesso con la globalizzazione, si diffondono sul pianeta, sta facendo da catalizzatore al crollo di un sistema, non perché sia particolarmente grave, ma perché mancano ormai le strutture sanitarie, morali e finanziarie per affrontarlo: lo certifica persino l’Istituto superiore di Sanità che in un comunicato dice che le persone morte di coronavirus sono soltanto 2, le altre sono morte di altre patologie, certo aggravate dal virus, ma sostanzialmente vittime di una sempre minor tutela sanitaria e oserei dire sociale. Per non dire che queste persone sono ormai viste come una sorta di ostacolo alla competitività del Paese e un pericolo per i suoi conti, perversi attori della guerra generazionale, sono state per così dire mercificate e poste psicologicamente  nel magazzino delle derrate scadute e dunque non meritevoli di eccessive attenzioni a meno che non abbiano santi in paradiso. Di qui il vero e proprio terrore per quell’accolita di cialtroni di nome governo che un’epidemia diffusa possa portare al collasso palese  di un sistema sanitario ornai largamente inferiore a quelli dei vicini europei, semi privatizzato, saccheggiato dai ladri di sistema, umiliato  da vent’anni da qualunque esecutivo e da qualsiasi forma di finzione politica. Tutto questo in nome di un’ideologia della disuguaglianza e dei suoi strumenti, ovvero i trattati europei e l’ euro che mai come in questo momento sono entrati in una crisi irreversibile.

Ora l’Istituto superiore di Sanità comincia a fare chiarezza dentro numeri che non stanno insieme, vedi Troppi conti non tornano  e dentro una psicosi del tutto indotta dai ceti dirigenti i quali hanno sostanzialmente messo il Paese in quarantena, danneggiandone l’economia in maniera gravissima, solo perché non esistono le strutture sanitarie minime per affrontare un’ondata influenzale un po’ più severa del normale e senza più  l’argine della prevenzione, come,  tanto per fare un esempio fra molti possibili, rendere gratuita la vaccinazione anti pneumococco dopo i 65 anni, cosa che eviterebbe gran parte delle complicazioni polmonari che si instaurano a seguito delle sindromi influenzali di origine naturale o meno, perché oggi anche questo è da mettere in conto.

Ad ogni modo lo choc non riguarda solo noi, ma tutto il contesto in cui si volge la grama vita del Paese Già il fatto di non aver avuto alcuna solidarietà concreta da parte della Ue avrebbe dovuto allertare anche  coloro che soffrono di inestirpabile cecità differenziale, ma adesso il fatto è palese: la Lagarde, forse senza nemmeno accorgersi della portata delle sue parole, ha distrutto l’euro negando la possibilità che la Bce possa difendere la stabilità dei conti dei Paesi deboli, i quali lo sono proprio per essere stati costretti ad operare con una moneta che non soltanto non possono gestire in proprio, ma che non corrisponde alla logica delle proprie economie. Contemporaneamente la Germania , già colpita da una crisi industriale di inquietanti proporzioni e già intenzionata a varare grandi piani di spesa pubblica alla faccia dei Paesi periferici costretti per due decenni ad assurde restrizioni,  ha preso come pretesto il coronavirus per comunicare l’intenzione di stampare attraverso una banca pubblica 550 miliardi euro da investire nella propria economia, per rivitalizzare il mercato interno adesso che quello estero comincia a scricchiolare e per riportare in patria le attività scappate via negli anni, a cominciare dalla chimica farmaceutica. Insomma siamo al completo ribaltamento di tutte le tesi dell’europeismo neoliberista che sono state così letali per noi e che sono state il faro di un ceto politico totalmente asservito al potere economico e alle sue ideologie: Berlino insomma si comporta come se fosse diventata sovranista e, attraverso la Lagarde,  persino antieuro, scavalcando i mentecatti nostrani che ancora vagano dietro le avvizzite bandiere dell’altro europeismo di marca destra e sinistra.

Tutto questo si stava preparando già da tempo, era assolutamente visibile, ma la nuova epidemia influenzale ha procurato quel minimo di choc necessario a far rompere gli ormeggi, a mettere in crisi l’euro come moneta comune così accanitamente difeso da Draghi, ma che adesso non avrà più copertura e ha messo in luce gli assetti egemonici che hanno attraversato il continente: se oggi la Germania può permettersi di spendere cifre colossali è grazie a una moneta che l’ha avvantaggiata a danno degli altri Paesi   caduti nella trappola. Peggio per loro, peggio per noi che siamo alle prese con una grottesca lotta non tanto con un virus, quanto con i disastri combinati in nome di qualcosa che si sta sfasciando. Disastri che il governo e il ceto dirigente si vergognano di mostrare alla popolazione, tanto più che essi si apprestano a stringere ancora di più il cappio attorno alla Stivale con il nuovo Mes in un contesto nel quale lo stesso meccanismo non ha più un senso politico, ma solo di rapina finanziaria, peraltro inevitabile dopo il fermo del Paese per settimane. Il bello è che quando si dichiarerà a torto o ragione di aver fermato il covid 19, anzi un altro coronavirus diverso da quello cinese e probabilmente già diffusissimo nella popolazione, gli italiani sospireranno di sollievo, senza sapere che il brutto deve ancora cominciare. Godetevi le vacanze forzate, prima di diventare dei forzati.