Quello che abbiamo di fronte è un Paese impazzito, letteralmente esploso su se stesso dopo 40 anni di declino economico, politico, sociale e civile: l’influenza da Covid 19, è solo la goccia che fatto traboccare il vaso, l’inciampo inaspettato nel procedere da zombie, il terrore per il furto di futuro a cui non ci si è minimamente opposti, arrivando persino ad aiutare i ladri e i loro capibanda. Tutto questo non riesce più ad esprimersi attraverso il politico, una dimensione del tutto scomparsa o degenerata in chiacchiera televisiva ( vedi sardine o questione del numero dei parlamentari) che non riesce a suggerire e a visualizzare soluzioni reali. Anzi crea mostri come gli accaparramenti alimentari da una parte e la speculazione selvaggia dall’altra, ma soprattutto piani come l’ultimo partorito dal governo che di fatto sopprime la Costituzione e costringe i cittadini a rimanere a casa, a non spostarsi, a non fare vita sociale e collettiva, a non manifestare, salvo che per andare al lavoro, il che naturalmente toglie al provvedimento qualsiasi utilità pratica nel contenimento dell’epidemia influenzale, ma diventa prova generale per la soppressione della democrazia, esperimento per vedere fino a che punto ci si può spingere. I singoli, ignari che la normale influenza fa una strage annuale di migliaia di persone, semplicemente perché nessuno glielo ha mai detto – non sarebbe buona cosa per la produttività e i profitti – hanno trovato in tutto questo il modo di esprimere non una paura, ma tutta la paura e l’impotenza che hanno accumulato negli anni del declino.
Da quanto tempo questo Paese non è più in grado di esprimere una propria soggettività culturale, che rimane sepolto sotto montagne di merda americana, che si dedica esclusivamente all’imitazione modaiola di bassa lega, che ha bisogno disperato di tutela perché non riesce ad uscire dal proprio nulla? Se qualcuno pensa che le reazioni scomposte a cui assistiamo, compresa la ribellione pretestuosa e tragica delle galere non abbiano a che fare con questo sbaglia di grosso: non abbiamo di fronte un virus, abbiamo di fronte un fallimento più grande. Che in maniera isterica e sproporzionata ai fatti riproduce il fallimento umano del neo liberismo, ma anche il suo continuo sforzo di tramutare le situazioni di emergenza in occasioni per radicare ancora di più il suo potere: qualche anno fa Naomi Klein espose in un libro la “dottrina dello choc”, ovvero il modo con cui le ricche elite occidentali usano la confusione causata da catastrofi economiche e di altro tipo per forzare rapidamente una legislazione a favore del libero mercato che altrimenti incontrerebbe un’opposizione diffusa e coordinata. E infatti nei giorni scorsi il Bank Policy Institute, un’organizzazione di lobby con sede a Washington che rappresenta molte delle più grandi banche americane, ha pubblicato una serie di proposte, la più importante delle quali raccomanda che la Federal Reserve riduca a zero i requisiti di capitale. Ciò significherebbe che le banche potrebbero prestare un importo illimitato senza disporre di attività o ricchezza per sostenerlo: questo aiuterebbe l’America a combattere il Covid 19.
E’ abbastanza ovvio dunque che l’ apocalizzazione dell’epidemia influenzale favorisce il potere spostando su una malattia da virus, non molto diversa dall’influenza il male sociale: nel Paese nel quale le lobby vorrebbero togliere qualsiasi argine allo strapotere finanziario ( quale migliore proposta per le banche in crisi in tutto l’occidente), mentre nessuna emergenza si crea per il fatto che 37 milioni di americani non sono in grado di procurarsi il cibo e debbano ricorrere all’assistenza pubblica. Ma è ovvio che la stampa e la classe politica siano in gran parte disinteressate in primo luogo perché le vittime di tali condizioni sono povere e non contano nulla nemmeno come acquirenti dei servizi informativi, ma in secondo luogo perché sono le vittime dirette di un sistema che assegna risorse, tra cui le più elementari, come cibo e alloggio, sulla capacità di pagare, piuttosto che sulle necessità vitali. Pertanto, evidenziarli sarebbe un’accusa al capitalismo stesso. Il Covid al contrario può anche attaccare i ceti privilegiati e di comando, anzi soprattutto quelli perché i loro membri sono abituati a viaggiare tanto e a frequentare ambienti e compagnie variegate: così sebbene la sua gravità non sia non sia poi così preoccupante, si tratta di un rischio intollerabile per chi si sente al di sopra di ogni cosa. Ho la netta sensazione che quando ci dicono di rimanere a casa, salvo fare folla sugli autobus e sui metrò per andare al lavoro, non è principalmente per il nostro bene, ma soprattutto per quello di chi ce lo impone. Dopotutto siamo di fronte a un virus di alta classe.
Si può leggere:
http://contropiano.org/news/politica-news/2020/03/10/litalia-diventa-zona-rossa-ma-in-gioco-non-ce-solo-il-contrasto-al-coronavirus-0125044
A me da l’impressione che tutto sto allarmismo o al contrario minimizzazione dell’entità del corona virus, sia un modo per dissimulare lo stato di miseria sostanziale in cuyi è ridotto un SSNL, che agli italiani costa circa il 50% ( pressione fiscale reale per chi le imposte ed i tributi li deve pagare…) del loro reddito.
L’autoritarismo del sostanzialmente artificioso stato di eccezione ed emergenza, è il reciproco di mancanza di autorevolezza-etica della politica e delle istituzioni italiane… in una parola siamo in itaGlia , dove la pesante incuria, come minimo ne gestire il benessere pubblico, all’improvviso , di volta in volta si trasforma in ipocrita o fraudolento stato di eccezione, onde usurpare e comprimere i diritti del popolo.
Le bugie però hanno le gambe corte… per poter prima minimizzare e poi fare dell’autoritario allarmismo, si è dovuto in fine, ammettere il mancare dei mezzi ( nonostante un pressione fiscale del 50%, magari perché, detta risorsa è allocata in modo pessimo…) per contrastare un epidemia virale.
Per fare dei servizi professionali, ci vuole un organizzazione realmente professionale ed etica… esiste, o è mai esistita un cosa simile in italia
( paese capitalista e clericale…)?
Si può vedere:
scrive simplicissimus : la normale influenza fa una strage annuale di migliaia di persone
se il contagio da coronavirus si estendesse allo stesso numero di persone colpite da influenza, allora sarebbe una ben maggiore ecatombe poichè l’influenza fa lo 0,1% dei morti mentre il coronavirus uccide piu del 2% degli esseri umani contagiati (venti volte di più)
fino a ieri 631 morti su 10140 infetti da inizio epidemia , come si vede ben oltre il 2%. Per l’influenza che ha una mortalità del 0,1% , baste verificare su qualunque sito sulla materia
OK, il simplicissimus deve coprire la sua iniziale tesi minimizzante, concediamoglielo pure, ma ripetere, mantenere alla base dell’analisi questa tesi sbagliata, rende poi insensato accusare la upper class abituata a viaggiare, di aver bloccato l’italia per paura di contrarre una “banale influenza”
Coi soldi ed il potere che hanno, hai voglia di curarsi la “banale influenza”
Si può fraternamente consigliare al simplicissimus di chiudersi in un dignitoso silenzio circa la sua iniziale tesi minimizzante, così da poter accedere a livelli di analisi più seri.
Il covid 21 non è la peste bubbonica, ma è espressione del capitalismo, in specie nella sua fase globalizzante, la critica va rivolta al movimento anarchico di merci ed uomini, ed alla violenza sulla natura che sconvolge gli ecosistemi locali. E’ per questo che i morbi si determineranno e circoleranno sempre piu frequentemente e da tutte le direzioni verso tutte le direzioni
Non vale la pena di rinunciare ad una critica seria del capitalismo per dover riconfermare ad ogni post il proprio errore iniziale
Giulietto Chiesa : col covid 19 è cambiato il mondo, le epidemie sono strutturali dell’assetto economico globalista. Giulietto asfalta la lettura psicologistica e postmodernista del coronavirus
https://www.pandoratv.it/ptv-news-09-03-2020-ormai-e-incendio/
Chi ha chiesto la riduzione dell’IRAP che andava finanziare il servizio sanitario, per dire ?