Anna Lombroso per il Simplicissimus
Non ho ricevuto un’educazione confessionale e così non ho fatta mia la consuetudine di conservare nel portafogli una immaginetta sacra incaricata di proteggere il fiducioso possessore da ogni sorta di pericoli.
Tra l’altro, negli anni, il target di numi tutelari si è via via esteso ed anche l’esibizione dei loro ritratti in vari formati, materiali e media: poster e foto sul profilo del Che, ma anche di rapper, sindaci disubbidienti, vignettisti, replicati ed esposti in funzione di ispiratori, maestri di pensiero e modelli di vita e comportamento.
E’ quindi naturale che nei periodi di crisi si assista alla ricerca di icone di culto e ultimamente la preferenza è stata riservata a figurine femminili, portatrici naturalmente di speciali valori attribuiti al codice di genere: sensibilità, indole all’ascolto, alla cura e all’accoglienza, legate indissolubilmente alla funzione materna, dei quali peraltro avrebbero dovuto essere dotate, oltre a Carola o Greta o Sanna, anche la Fornero, la Lagarde, la Clinton.
È di oggi per esempio la notizia che il segretario del Pd candida alla presidenza del partito la sindaca di Marzabotto, affiancata da due vicepresidenti Anna Ascani e Debora Serracchiani (quella che lo stupro indigeno è meno deplorevole di quello forestiero), che vanta nel suo curriculum politico e di amministratrice lodevolissime iniziative a sostegno della memoria dell’eccidio e niente più, a conferma che ormai conta la “facciata” più di esperienza, competenza, programmi considerati controindicazioni a suscitare consenso e approvazione e delegati interamente a addetti ai lavori, tecnici, kapò e caporali.
E infatti la liturgia, in piena eclissi del sacro presso le sinistre tradizionali, propone l’ostensione di una nuova Giovanna d’Arco, che unisce all’ardimento della guerriera, alla tenacia delle suffragette e all’instancabile perseveranza dei pellegrini, dimostrata, tra l’altro, mettendosi a capo della campagna slowfoot, una mobilitazione collettiva, fatta a piedi e in mezzo alla gente per far girare l’ideale europeo in una simpatica riedizione del cammino di Compostela o della via Franchigena.
Parlo naturalmente di Ely Schlein, scesa in terra a miracol mostrare, incarnando il meglio della religione del politicamente corretto: impegnata femminista, appassionata ecologista, fervente europeista, orgogliosa omosessuale. E poi creativa (al Dams e negli anni di università si occupa di comunicazione, grafica e organizzazione di eventi) cosmopolita per nascita, studi, esperienze e per la militanza sul campo, quello di Obama, alla cui elezione contribuisce formando i volontari durante la campagna elettorale. E anche pluridecorata al merito nientepopòdimeno che con il premio Maraini al Liceo di Lugano per i migliori risultati dell’anno di maturità 2004 e nel 2017 come “miglior deputato europeo” dell’anno (cito dal suo sito).
Non le manca niente insomma per ricoprire un ruolo salvifico: ha dato vita a Occupy Pd per denunciare le larghe intese che affossano la candidatura di Prodi a Presidente della Repubblica, europarlamentare dal 2015 nelle liste del Pd, a seguito di fratture insanabili con il vertice, lascia il partito insieme a Pippo Civati e con lui lancia Possibile, che diventa ufficialmente partito nell’aprile 2016. Infine con la lista Emilia Romagna Coraggiosa, insider virtuale delle sardine, contribuisce al successo di Bonaccini entrando a far parte della sua squadra di governo regionale.
E infatti Left, che si autodefinisce spericolatamente l’unico giornale della sinistra, ci informa in estasi che è stata animatrice qualche giorno fa di un costruttivo confronto tenutosi “nell’ambito delle iniziative che precedono e accompagnano il percorso verso il congresso che terrà Sinistra Italiana”, e nel quale numerosi esponenti politici e personalità della cultura sono intervenuti: “dal messaggio di Cuperlo, alle appassionate analisi di Vendola, Mussi, Fratoianni, tra le più lucide riflessioni sullo stato della sinistra e insieme coniugate a tangibili sentimenti e passioni, mai scaduti in sterile nostalgia”.
Non stupisce dunque che tutti quei simpatici attrezzi sopravvissuti a ogni tempesta e a ogni corrente, contagiati dal suo ardore e ardire, abbiano convenuto sull’opportunità di estendere a tutto il Paese e in tutte le tornate elettorali il suo format vincente sul quale la record-woman di preferenze scommette per – sono le sue parole – “spostare a sinistra il Pd …. grazie al giusto equilibrio tra le spinte civiche e le forze politiche che hanno sostenuto il progetto di Coraggiosa: Articolo 1, Sinistra italiana, È Viva e Diem25 di Varoufakis”.
Rivendica il raggiungimento del suo obiettivo ambizioso la nuova vice presidente della giunta, ringraziando Bonaccini per essersi fatto contagiare dalla sua audacia per “coniugare in modo nuovo e incisivo la lotta alle diseguaglianze che segnano la nostra società e la transizione ecologica”, incaricandola di prestarsi con “un impegno diretto sulle politiche sociali e sul coordinamento del Patto per il clima che abbiamo lanciato durante la campagna elettorale, con una forte vocazione europea e l’obiettivo di allineare le politiche regionali al raggiungimento dei nuovi obiettivi ONU per lo Sviluppo Sostenibile dell’Agenda 2030”.
A guardare il suo sito, a leggere le innumerevoli interviste, a prendere atto del suo poliedrico attivismo che sconfina nel simultaneismo marinettiano, dal volontariato alla regia, dalla presenza nel gruppo per la riforma del trattato di Dublino a quella in ben 5 Commissioni europarlamentari, si può capire che le sia sfuggito qualcosa. Che nel suo fervore che non si sia accorta che la regione nella quale si accinge a coprire un ruolo strategico si propone di sperimentare un non nuovo e nemmeno originale esperimento di disuguaglianza sociale, economica, morale, culturale, con la richiesta – allineata perfettamente all’avanguardia leghista di Veneto e Lombardia – di una autonomia regionale che spaccherà l’unità del Paese, penalizzerà le regioni meridionali, favorirà l’arrembaggio dei privati in settori già largamente “infiltrati” grazie alle riforme dei governi di centrosinistra, assistenza sanitaria, scuola e università.
Si può capire che probabilmente mentre era a Roma a unire i progressisti intorno alle parole d’ordine dell’ambientalismo non sia stata informata che il suo presidente ha sollecitato un incontro con il governo per contrastare la proroga dello stop all’attività estrattiva, che “non porta con sé alcuna soluzione concreta e strutturale, aggravando le difficoltà e lasciando in una pericolosa incertezza l’intero comparto ravennate”, replicando così il già visto a Taranto e in altri siti industriali nazionali, nei quali viene imposta come inderogabile l’infame alternativa ricattatoria tra occupazione o ambiente, salute o salario.
Adesso direte che non ci va mai bene niente. Ed è vero perché niente va bene nella resa al capitale e al mercato e alle loro regole ormai assunte a leggi naturali, alla constatazione che dovrebbe suscitare rabbia e ribellione che al momento destra e sinistra “tradizionale” sono come giano, due facce del liberismo, che il riformismo, che raccoglie consenso negli strati più elevati in termini di reddito e di educazione delle classi medie ha svenduto i suoi valori dimostrando che le sue riforme non erano aggiustamenti per addomesticare la bestia feroce del capitalismo, ma al contrario medicine per tenerlo in vita senza critica, opposizione e reazione delle classi più penalizzate, anestetizzate dal bisogno e criminalizzate anche moralmente in quanto ignoranti, rozze, viscerali, perché se non sappiamo immaginare una salvezza di tutti, allora ci si adopera per il “si salvi chi può”, ognuno a modo suo e per i proprio miserabili interessi. Sicché la supposta contrapposizione destra e sinistra si riduce a quella tra compassione e cinismo, modernità e passatismo.
E niente va bene nella trasformazione del solidarismo comunitario in individualismo e leaderismo, dell’internazionalismo proletario in cosmopolitismo borghese, nell’egualitarismo in meritocrazia, nella interpretazione della sovranità di popolo convertita in trogloditico sovranismo e arcaico populismo. O nella riduzione del riscatto di genere in rivendicazione di parità perché se sfruttamento e repressione, lavoro di cura, rigida divisione di compiti e ruoli non verrebbero superati con la morte del “capitalismo”, meno che mai si aggirano con la sostituzione nei posti chiave di femmine al posto dei maschi, di sopraffazioni femminili su maschi e pure su donne che non possono aspirare all’appartenenza e all’affrancamento appannaggio di un ceto privilegiato.
Niente va bene nello sperare di addolcire la pressione del totalitarismo come si configura oggi, si rabbonirlo entrando al suo interno, di cambiarlo dall’interno come volevano persuaderci di poter fare quelli come Ely che non sappiamo quanto in buona fede promettono un’altra Europa grazie alla loro augusta presenza nelle segrete e nelle intendenze della fortezza, se ormai Sanders, Podemos, soggetti isolati che una volta sarebbero stati l’incarnazione di un pacifico e inoffensivo riformismo nemmeno “strutturale” oggi paiono antagonisti e insurrezionalisti a fronte di certe piccole, grandi slealtà.
Per riprendere il discorso della Lombroso, sulle false alternative proposte dal Capitale, le quali servono ad anticipare e riportare nell’alveo del Capitalismo le proteste che potrebbero mettersi sulla strada dell’ autonomia di classe dal Capitale stesso, illustro quanto occorsomi nella giornata di oggi
mi trovo in centro, passano delle scolaresche, non più che adolescenti , spesso bambini, le maestre poste come un tempo i servizi d’ordine delle varie parti politiche
al posto degli striscioni grandi pupazzi rappresentanti bruchi, libellule, piante, onnipresenti ai riferimenti al Cò2 ed a Greta
i ragazzetti e ragazzette scandiscono slogans che richiamano alla moderazione nel consumo dell’ecosistema e delle risorse, spesso vere e proprie richieste di moderazione nel consumo e di sacrifici rivolte ai potenti ed al mondo degli adulti in generale, onde non sperperare le risorse naturali da lasciare invece agli adulti di domani
Falso ecologismo ? Rimettere il pallini in mano al Capitale rivolgendosi a questo come si fa ad un preveggente padre di famiglia ? Certo, ma vedere solo ciò sarebbe in fondo riduttivo
A vederli tutti insieme, i ragazzetti, si materializzava improvviso un incubo nella mente, ma questi adolescenti stanno educando prima di tutto se stessi , oggi hanno un fare rivendicativo che ricorda manifestazioni di altri tempi, ma si tratta della rivendicazione di un uso parco dell’ambiente e delle risorse non certo di una critica al Capitale, quando questi ragazzetti saranno adulti dovranno incolpare se stessi di un consumo eccessivo dell’ambiente che oggi attribuiscono al mondo de “grandi”
Quando saranno uomini fatti, saranno già preformati a ritenere la distruzione dell’ambiente qualcosa da combattere moderando il loro già scarso tenore di vita, quindi l’accettazione di salari più bassi quasi una medaglia al merito della tutela dell’ambiente, e via autoflaggellandosi
trovo interessante cio che scrive Andrea Z, conosco la Collot solo di nome o poco più, ma credo che ci siano molte esperienze che andrebbero valorizzate, e soprattutto messe in comunicazione, sì che raggiungano una massa critica tale da guadagnare l’autonomia mentale e politica ( il Capitale la vuole distruggere nella culla come la citata manifestazione secondo me dimostra) . Di sotto posto un materiale informativo come esempio al riguardo, che ho ricevuto e volentieri diffondo
mettere in comunicazione le esperienze antagoniste sparse, lo possono fare delle avanguardie, ma anche molecolarmente ciascuno di noi, serve questo, i critici del sistema non lo fanno più anche se ciò è sempre stato il proprio di chi il sistema contestava : ha imparato a farlo il Capitale ed ovviamente a suo favore, collegando scolaresche e movimenti, anticipando le proteste come con Greta e collegando i vari settori in preda allo scontento su cui si ingegna a lanciare una opzione. Rispetto al Capitale, l’antagonismo ha il vantaggio di poter proporre mobilitazioni vere, che fanno emergere un campo di interessi reali (la classe), quando ciò avviene la dinamica è molto più difficile da fermare ( non mi dilungo)
ecco perché non mi pare per nulla comprensibile l’atteggiamento di chi (es. il Simplicissimus), ha invitato a scendere in piazza per difendere l’esecutivo Lega 5 Stelle, il governo in cui Salvini produceva la cortina fumogena dei porti chiusi partecipando al contempo alle riunioni governative sul Mes, senza dire nulla del pericolo a noi italiani.
Tale inganno leghista pentastellato, o il reddito di cittadinanza che colpevolizza i beneficiari sì che questi non hanno fatto neanche una manifestazione a favore di Di Maio, sono guasti che demotivano e fanno rifluire ogni accenno di mobilitazione politica o sindacale progressiva, per questo poi gli individui si presentano come atomizzati, troppo comodo colpevolizzarli schifati da parte di chi ha contribuito al loro inganno quindi alla loro atomizzazione (il citato simplicissimus)
Ora il nostro dice che la spallata verrà dalla India o dalla Cina verso il fradicio occidente ( in particolare quello a stelle e strisce ), in verità è recente l’accordo tra Usa e Cina per cui il Dragone si impegna a comprare più merci dagli Usa per 200 miliardi di dollari dopo due anni di guerra commerciale, tanto fradicia la potenza Usa non sembra la cifra è enorme ed ha un valore politico ancora maggiore : la Cina deve accettare la potestà edi limiti decisi per lei dagli Usa, tanto più se non realizzasse in pieno l’accordo che qualche difficoltà la presenta, ora gli Usa hanno una perenne arma di ricatto nei confronti del Dragone lo spirito della quale è stato riconosciuto ed accettato dal Dragone stesso
Anche il Giappone sembrava colonizzare gli Usa negli anni 80, aveva in mano il debito pubblico Usa, aveva comprato per investimento economico mezza costa pacifica Usa, Pianificazioe e robot vincenti su neoliberismo Usa, poi ci fu la guerra commerciale Regan Nakasone ed il Giapone entrò in un coma da cui non è ancora del tutto uscito
Ovviamente il Nostro si guarda bene dal dare rilievo a questa svolta epocale marcata dall’accordo Usa Cina, sul cui significato rinuncio a dilungarmi, per lui la Cina è il Sol dell’Avvenir…
quello del simplicissimus è il tipico atteggiamento dei gauchisti anni 70 che sostenevano improbabili rivoluzioni e dopo la prevedibile sconfitta dichiaravano morta la classe operaia, il blogger ha apoggiato il governo legastellato espressione del piccolo capitale il quale strumentalizza le masse per ricontrattare margini col grande capitale, quando le masse hanno subito lo scacco il simplicissimus ha preso a denigrarle dimentico di averle (nel suo piccolo) male indirizzate
Sull’accordo Usa Cina
https://www.ilsole24ore.com/art/guerra-dazi-due-anni-usa-e-cina-firmano-pace-ecco-che-cosa-prevede-l-accordo-ACkER5BB
“incarnando il meglio della religione del politicamente corretto: impegnata femminista, appassionata ecologista, fervente europeista, orgogliosa omosessuale.”
In una parola ?
“Una catastrofe politicante sinistrata”.
La sinistra sinistrata avanza:
Le recenti elezioni emiliane hanno portato alla ribalta, insieme alle figurine Sartori e Schlein, una giovane rivoluzionaria dal volto angelico e dallo sguardo ipnotico, tale Marta Collot, che ha condotto una coraggiosa campagna di sinistra fondata non sui soliti diritti civili, LGBT etc. tanto cari ai banchieri in quanto poco costosi, ma su argomenti legati al lavoro, alle imposte, ai salari. Insomma, i temi sostenuti dalla sinistra di un tempo, ma ormai caduti in disuso al punto che, la povera Marta, nonostante l’impegno, ha preso percentuali da prefisso telefonico.
Ma, qualcuno del settore televisivo deve averla notata e, infatti, sono iniziate le prime apparizioni in talk show di regime importanti, dove la ragazzetta ha affrontato monumenti del pensiero neoliberista con grande coraggio. Ho trovato un suo articolo piuttosto interessante, quasi un salto nel lontano passato, anni ’70 o giù di lì.
“Ad esempio, ci dicono che la progressività del nostro sistema fiscale negli ultimi 30 anni è diminuita. Dal 1974 ad oggi, le aliquote Irpef per i più ricchi sono scese dal 72% al 43% del reddito da lavoro. E che basta guadagnare circa 2000 euro lordi al mese per essere tassati al 38%.
I dati ci dicono che l’82 percento del gettito che proviene da questa imposta non è pagata dai grandi capitani d’impresa, ma da lavoratori e dipendenti, che non possono evadere le tasse. I dati ci dicono anche che c’è tanta parte della ricchezza, quella che non proviene dai redditi ma dai patrimoni, e in particolare dalle rendite finanziarie, che oggi sono tassate al 26%. Ricchezze speculative che vengono tassate giusto l’1% in più di quanto paghi tu, lavoratore o lavoratrice che prendi 1300 euro lordi al mese”.
http://contropiano.org/news/politica-news/2020/02/20/la-ricchezza-va-redistribuita-i-patrimoni-sono-quelli-da-colpire-0124256