Salvini fa da capitan Fracassa, ma nella sostanza non perde occasione per ribadire la sua sudditanza e per giunta fa molta fatica a comprendere la vera dinamica degli eventi: tanto che si è prostrato di fronte a Trump per l’azione terroristica contro Soleimani, non riuscendo ad afferrare e nemmeno a sospettare che magari la Casa bianca non era precisamente contenta di un atto che mette in grave difficoltà la presidenza in vista delle elezioni. Eppure costui che non riuscirebbe a fare la sua porca figura nemmeno al bar del Giambellino è il nuovo fenomeno politico italiano. Non parliamo poi di tutti gli altri, gli ultimi seguaci della mummia di Arcore, i piddin renziani incapaci esprimere un’idea nemmeno sotto tortura, i leucemici e i Cinque stelle che sono riusciti a rinnegare se stessi senza nemmeno aspettare il canto del gallo. Vabbè che i poteri forti cercano in ogni modo di normalizzare il Paese, di impedire che si approntino delle difese nella consapevolezza che lo Stivale è la prossima vittima designata delle rapine alla greca, ma che in milioni si facciano così facilmente normalizzare facendo un tifo da stadio senza accorgersi che la squadra in campo è sempre la stessa, è segno che il sistema politico è in qualche modo figlio della paura e dei vizi più incalliti del Paese che fanno sinergia.
Così siamo immersi nel mediterraneo, ma non contiamo pressoché più nulla nel mare nostrum e ci facciamo prendere a pesci in faccia persino dalla Turchia, non siano in grado di dire di no a qualsiasi stratagemma e macchinazione euroberlinese per buttarci ai margini e magari soffiarci i risparmi per pagare i debiti di chi si finge virtuoso, città e infrastruture cadono letteralmente a pezzi mentre nemmeno si riesce a rimediare ai terremoti e i soldi svaniscono dentro un maelstrom d retorica, abbiamo abbandonato qualsiasi idea di solidarietà che non sia quella patinata e ipocrita dei salotti buoni che non sono mai solidali col popolo, ci riempiamo senza fiatare di basi militari e di armi atomiche che servono soltanto a renderci le vittime designate dei primi cinque minuti di guerra secondo la strategia del “primo colpo” che tuttavia la tecnologia militare ha reso impossibile e che oggi mira soltanto a saturare sull’Europa e non sugli Usa il potenziale avversario. Persino le piazze le piazze, deserte alla ragione, si riempiono di branchi e di banchi ittici, di tavvini e bambocci al soldo del sistema economico: che magari non lo sappiano o non se ne accorgano non è una scusante, ma un aggravante. Insomma si vive alla giornata dentro una disgregazione sociale che pare inarrestabile e che si va man mano trasformando in una disgregazione del Paese stesso.