Al momento della sua elezione a capo della commissione europea in Germania ci furono non poche polemiche sul’ascesa al trono di un personaggio che nel corso della sua vita politica e in particolare sia come ministro del lavoro che della difesa aveva mostrato di essere una totale nullità il cui unico merito era quello di essere amica stretta della Merkel oltre che figlia del presidente per 13’anni della Bassa Sassonia e pronipote di industriali tessili infaticabili sfruttatori di lavoranti russe, nonché prolifica moglie di Heiko von der Leyen, ultimo rampollo di una famiglia di nobiltà relativamente recente nei cui stabilimenti per la seta a Krefeld si verificò nel 1828 “la prima rivolta operaia della storia tedesca” , come scrisse Marx, a causa delle condizioni di lavoro particolarmente dure. Insomma tutto un quadretto di ricchi figli di famiglia e figli d’arte perfetto per l’arredamento dell’oligarchia europea Per la verità Ursula Getrud von Der Leyen nata Albrecht aveva brillato di luce propria in due occasioni, quella in cui fu accusata di plagio per la sua tardiva tesi di laurea in medicina che per fortuna di eventuali pazienti non ha mai esercitato e quella in cui aprì le esportazioni di armi all’Arabia Saudita proprio agli inizi della guerra con lo Yemen. E se vogliamo concludere il quadretto era presente a Firenze, in qualità di emissario dell’amica cancelliera, quando insieme a Blair forzarono il Pd ad accogliere la candidatura di Renzi (vedi qui).
Ora si scopre, nel completo silenzio dell’informazione, che quando è stata eletta alla presidenza della Commissione europea Ursula era già da mesi sotto indagine da parte di una commissione del Parlamento di Berlino perché, da ministra della Difesa, avrebbe aggiudicato contratti del valore di milioni eludendo la legge sugli appalti pubblici”, una cosa che è stata tenuta segreta per far sì che la cocchina della Merkel fosse eletta e che tuttora è difficile leggere sull’informazione italiana. Ma recentemente ci sono stati degli sviluppi visto che la commissione parlamentare ha scoperto che il telefonino di servizio che Ursula usava per le sue funzioni ministeriali è stato cancellato per ragioni di “sicurezza” dallo stesso ministero della Difesa nonostante il fatto che fosse stato richiesto come materiale di prova fin dal febbraio scorso. Il ministero ha traccheggiato per mesi dicendo che lo smartphone era stato smarrito, per riapparire adesso con la memoria cancellata. In questo modo non si è riusciti a comprendere fino in fondo la rete attraverso cui si decidevano gli appalti e il motivo per cui sono stati assunti molti consulenti esterni profumatamente pagati. Certo è uno scandalo, ma in ogni caso visto che la von der Leyen, come capo della commissione gode della totale impunità farebbe poca differenza: qualcuno anzi avanza il sospetto che la candidatura della signora bene sia stata avanzata dall’amica Merkel proprio per sottrarla alla giustizia, cosa del resto non nuova nell’ambito europeo il cui parlamento funge anche da refugium peccatorum. E certo può anche darsi che questo abbia pesato nella scelta, ma non bisogna nemmeno dimenticare il ruolo simbolico della signora come rappresentante tipo dell’elite: doppiamente erede di padroni delle ferriere, espressione del dilettantismo svagato dei ricchi che passano da quello a quell’altro senza aver ma bisogno di impegnarsi visto che dappetutto trovano benevolenza e negazione vivente di quel “merito” che si pretende esclusivamente dalle classi subalterne. Ursula in qualche modo è l’incarnazione della disuguaglianza e delle sue ragioni, la faccia gradevole e accettabile del muro sociale che l’Ue va costruendo e allo stesso tempo e del tutto priva di prospettive proprie, un sempòio di perfetta mimesi ambientale, un pongo allo Chanel numero 5 per il potere reale. In certo senso si potrebbe dire che è il leader perfetto per il sardinismo. Solo è meglio non chiamarla sul cellulare, potrebbero essere guai.
Le sanzioni Usa sono riuscite a fermare in extremis la costruzione del NordStream2, proprio mentre Mosca e Kiev siglavano l’intesa per confermare il transito del gas russo dall’Ucraina.
Le sanzioni contro i gasdotti russi NordStream2 e TurkStream, approvate nei giorni scorsi dal Congresso Usa, sono state promulgate come previsto dal presidente Donald Trump poco prima che Allseas annunciasse lo stop alle operazioni.
https://www.ilsole24ore.com/art/le-sanzioni-trump-bloccano-costruzione-nord-stream-2-AC9Ohs7?refresh_ce=1
Le potenze marittime anglosassoni stanno reagendo al tentativo del blocco eurasiatico (Heartland) di connettersi attraverso i gasdotti e di coordinare una politica comune in grado di emarginare gli attuali dominatori del pianeta annidati a Washington e Londra.
La Von Der Leyen e la Merkel sono asset americani, ma in Germania per gli USA è sempre stato difficile imporre le proprie decisioni, con la Bundesverband der Deutschen Industrie e l’Associazione tedesca dell’industria e del commercio (DIHK) che guardano a est e sono in grado di imporsi ai governi.
E queste imprese poco gloriose della Frau Ursula illustrate dal Simplicissimus sono la punta dell’iceberg di altre nefandezze che molti organi d’informazione indipendenti teutonici non passa giorno che scoperchiano. Per non tediare chi legge con paginate sia di giornaloni che di controinfomazione germanica, fior da fiore, si possono leggere alcune amenità di questa indegnissima Commissaria che non passerebbe l’esame di anticorruzione nemmeno tra le maglie giuridiche del Gambia (e mi scuso col Gambia, hai voglia a dire Gambia, visto che è stato il primo promotore presso il Tribunale de L’Aja ad incriminare la Birmania rappresentata da Aung San Suu Kyi di crimini contro l’umanità e deportazione dei Rohingya), per esempio in questo articolo: https://europa.today.it/attualita/von-del-leyen-inadeguata.html
Come si stanno italianizzando i politicanti tedeschi, ma oramai la Merkel è al tramonto. Anche tra i cristiano-democratici, a non dire di molte fazioni social-democratiche, nonché della Linke e persino di qualche esponente di AfD si alzano cori quasi unanimi onde sganciare la politica estera della BundesRepublik da filo-yankee a Est-erofila, cioè a guardare verso Oriente (leggi: russia e Celeste Impero), mentre da noi, in Italia, qualche povero coscettino di pollo prezzolato col codice strisciato nel fondoschiena, tipo, che so? un mauriziomolinari qualsiasi, ancora vagheggia su un cadavere che si chiamava Occidente…