La differenza che abbiamo in partenza si accentua ancora di più se si pensa che chi già guadagna molto potrà detrarre l’ammontare dei contributi dalle tasse e inoltre la sua futura pensione sarà per il 70% esentasse, creando una netta differenza di trattamento colpendo meno i più ricchi e tartassando i più poveri. Ma non basta perché sui contributi obbligatori al servizio pensionistico nazionale ci sarà uno sconto sempre più forte e che dai 120 mila euro lordi in su arriva al 30 per cento, diviso nella proporzione del 40 e del 60 per cento tra il dirigente e l’azienda per la quale lavora. Sebbene anche in Francia l’evasione fiscale sia uno sport nazionale, non c’è paragone con l’Italia quindi i redditi alti sono molti di più che da noi con la conseguenza che il servizio previdenziale nazionale perderà circa 7 miliardi l’anno di contributi ( di questi 4,2 miliardi entreranno direttamente nelle tasche degli azionisti sotto forma di maggiori utili esentasse ) che naturalmente dovranno pagare i poveracci che non possono permettersi la previdenza privata. Si tratta di una cifra enorme che si tradurrà o in aumento dei contributi per i bassi redditi cosa praticamente automatica nel sistema francese o in diminuzione delle pensioni pubbliche oppure indirettamente in tagli del welfare a causa dell’allarme deficit. A questo va aggiunta l’eliminazione di un altro tipo si contribuzione, ovvero quella che sostiene la solidarietà sociale riguardo alla maternità e alla disoccupazione facendo mancare altri 3 miliardi. Insomma si tratta di una riforma che toglie ai poveri per dare ai ricchi, in una maniera così scoperta da essere persino rivoltante.
Tuttavia il governo e l’informazione, ormai tutta in mano a un pugno di miliardari dicono che far defilare i dirigenti dal sistema nazionale è una misura di “giustizia sociale”, pensando di prendere per il naso i cittadini, mentre la cifra che viene a mancare nelle casse pubbliche è di molte volte superiore a quella eventualmente risparmiata, Si tratta di un perfetto esempio di manipolazione informativa con cui il sistema cerca di confondere la gente. Come si vede dalle manifestazioni in Francia non ci sono granché riusciti tanto più che si è arrivati alle dimissioni del commissario alla riforma delle pensioni (nonché suo ideatore) Jean-Paul Delevoye in parte a causa dei suoi conflitti di interesse e di evasione fiscale visto che si è “dimenticato” di ben 13 incarichi di consulenza presso quelle stesse assicurazioni che dovrebbero fornire le pensioni private. Si tratta dell’esempio personificato dell’inganno insito nella sua riforma, la spia della mentalità che ad essa sottende e anche dell’ottusità onnivora da cui nasce. Secondo alcuni della sua stessa parte politica Delevoye non avrebbe capito la sua stessa riforma che evidentemente gli è stata dettata dai suoi datori di lavoro alternativi. Anzi questa è una certezza avendo egli rinunciato ai suoi emolumenti parlamentari ( in Francia c’è l’incompatibilità con incarichi esterni) in favore del ben più alto compenso fornitogli dall’ Istituto Parallaxe, creatura del mondo assicurativo e dalle sue tentacolari consulenze. La riforma nasce insomma ad immagine e somiglianza di un mondo che predica etica e merito solo per gli sfruttati.