300px-Chimera_ridicolo_fotomontaggioLo spettacolo deve continuare, la favola bella che ieri ci illuse sembra non avere mai fine. Non volevo crederci, non pensavo che fosse possibile, ma parecchia gente ha scritto ad amici e conoscenti che lavorano in Gran Bretagna per chiedere come se la caveranno adesso che l’Inghilterra è fuori dall’Europa e su di essa si abbatterà l’Armageddon per aver abbandonato questo paradiso terrestre che è l’Ue. Si, mi rifiutavo di pensare che ci fosse qualcuno ancora disposto a dare credito alle baggianate dette e ripetute infinite volte sul disastro economico che avrebbe colpito la Gran Bretagna dopo la Brexit, sebbene non vi fosse alcuna ragione concreta o teorica per queste fosche previsioni, in realtà proposte per instillare da noi una dannata e irrazionale paura verso qualsiasi contestazione dell’Europa e dell’euro.

Una favola bella che finora ha fatto gioco all’establishment nostrano per aumentare la propria “raccolta” di ricchezza privandone i ceti più deboli grazie alle assurde regole di bilancio imposte da Berlino che hanno umiliano e ridotto al lumicino lo stato sociale e soprattutto all’euro, (moneta unica, ma tutt’altro che comune cosa questa impossibile da far comprendere alle troppe teste di legno)  che ha tradotto la svalutazione competitiva della Lira in svalutazione dei salari e dei diritti del lavoro. Insomma una macchina della disuguaglianza che ora viene rivendicata dai rampolli dei ceti in qualche modo, anche se spesso modestamente privilegiati, con il più sfacciato e ipocrita qualunquismo piazzaiolo. E tuttavia anche questo meccanismo si va incagliando da quando la Germania ha visto il suo modello mercantilistico entrare in crisi  per aver essa stessa castrato il mercato interno ed europeo dando maggior rilevo alle gigantesche sofferenze del sistema bancario tedesco così da indurre Berlino a pretendere la trasformazione del Mes  in modo da accedere al risparmio privati di altri Paesi e in particolare quello italiano tra i più rilevanti del mondo occidentale. Bisogna pensare che nonostante le regole neoliberiste sugli aiuti di Stato la Germania, così come altri Paesi come la Spagna o l’Austria non hanno ancora superato la crisi bancaria del 2010 e Berlino ancora l’anno scorso ha sborsato più di 180 miliardi di euro in aiuti agli istituti di credito. E chissà cosa potrebbe nascondersi dietro Deutsche e Commerz bank, piene fino all’orlo di titoli tossici.

E’ quasi ovvio che la grande borghesia italiana e le sue banche siano assolutamente contrarie al nuovo Mes almeno non prima che si stato risolto il nodo tedesco e che siano stati i tedeschi stessi a farsi carico delle perdite. In questo caso però si verifica forse per la prima volta dopo decenni, una sorta di sintesi tra gli interessi del ceto padronale e della piccola borghesia italiana fin quasi a lambire le classi più povere perché un Mes trasformato in una sorta di agenzia di rating dei titoli di stato che agisce in modo che di fatto Germania e Francia, possano fare il bello e cattivo tempo, mette a fortissimo rischio la tenuta dei titoli di stato italiani che sono detenuti al 70 per cento dalle nostre banche ( che non mancano di criticità, ma sono sostanzialmente solide)  e attraverso di esse anche da molti milioni di italiani, dando il via a un collasso molto più grande di quello greco. Insomma l’arrendevolezza del ceto politico ai dikat europei, che era benvenuto in altri tempi, adesso si sta rivelando letale e già sulla stampa padronale si comincia ad accennare alla caduta del governo Conte bis per far posto a un esecutivo di salvezza nazionale guidato da Draghi e con tutti i partiti dentro compresi ovviamene Pd e Lega. Così si comincerebbe in qualche modo a concretare quella uscita a destra dalle logiche euriste, ormai in crisi di credibilità, che modestamente avevo preconizzato. E nel mezzo di questo dramma c’è la risibile farsa dei jovanotti che sventolano bandiere europee o si preoccupano per l’Inghilterra, incapaci di uscire dalla favola bella che ancora li illude.