Una decina di giorni fa Putin ha partecipato alla cerimonia di inaugurazione del gasdotto “Potenza della Siberia” che si sviluppa per 2200 chilometri fino in Cina, è stato progettato per resistere a temperature di – 62 gradi e a terremoti dell’ordine di 8 gradi Richter, mentre il presidente cinese Xi Jinping in video conferenza ha detto che “questo passaggio sta portando la cooperazione strategica russo-cinese nel settore energetico a un livello completamente nuovo”. L’opera inizia nel giacimento di gas Chayanda in Yakuzia e completa la sezione russa a Blagoveshchensk dove, attraverso due gasdotti subacquei sotto il fiume Amur, si collega con il gasdotto Heihe-Shanghai lungo 3.371 chilometri che come si evince dal nome porta il gas nell’area della megalopoli cinese al ritmo di 38 miliardi di metri cubi l’anno, ma anche nelle regioni del nord est favorendo anche lì lo sviluppo industriale. Tuttavia questa è solo una parte della storia perché Gazprom ha dato il via alla costruzione, ai margini del gasdotto e a 160 chilometri dal confine cinese, del più grande impianto planetario di trasformazione del gas per produrre etano, propano, butano e 60 milioni di metri cubi di elio ogni anno, elemento questo richiestissimo dalle industrie di punta, da quella dei semiconduttori a quella aerospaziale e missilistica dove finora Usa e Qatar erano in pratica i soli produttori. Per la sua costruzione saranno impegnati centinaia di ingegneri e fino 25 mila operai (non si vuole perdere tempo) , di cui tremila saranno poi stabilmente addetti alla produzione. Se vogliamo aggiungere un altro elemento geopolitico si può aggiungere che il socio principale di Gazprom in questa impresa destinata a rivitalizzare la regione assieme a tutto l’oriente russo, ma anche a far cadere un monopolio di fatto, è la tedesca Linde.
Però la cosa davvero interessante è che tutto questo non sarebbe mai nato se il noto politco, mestatore e corrotto Joe Biden, al tempo vice di Obama, uno di quei “competenti” a cui, secondo il furbetto da mentecatti Santori, bisogna affidarsi senza pensieri, non avesse avuto la malaugurata idea di provocare il golpe in Ucraina con l’espulsione del legittimo presidente da parte di formazioni naziste e oligarchi dentro un regime fantoccio degli Stati Uniti. Il colpo di stato fu pensato quando il governo di Viktor Yanukovich aveva deciso di accettare generose condizioni russe per aderire alla sua Unione economica eurasiatica piuttosto che una vaga promessa di un possibile status di candidato all’adesione all’Ue e quindi a qualche imbecille dovette sembrare un colpo da maestro, senza minimamente pensare che invece avrebbe cambiato tutte le carte in tavola e non a favore di chi si ritiene il banco. Fino ad allora infatti i negoziati tra Mosca e Pechino per il gasdotto si stavano trascinando da più di dieci anni senza alcun costrutto, perché Cina e Russia non avevano idea di quanto accanitamente e ossessivamente gli Usa intendessero assediarli. Anzi i due Paesi erano, per quanto blandamente, rivali riguardo alle risorse dell’immenso territorio siberiano, ma col golpe a Kiev tutto è diventato immediatamente chiaro, i responsabili dei due Paesi si sono resi conto che l’irresponsabilità americana e dei suoi ceti dirigenti non aveva limiti né ritegno: in poche settimane dopo tanti anni di melina, Mosca ha raggiunto un accordo finale con Pechino nell’ambito di un progetto complessivo volto a creare un perno politico ad Est, lontano dalla Nato.
Insomma la hybris di ceti politici subalterni ai poteri economici e ai loro interessi ha fatto commettere loro un enorme passo falso risvegliando resistenze che prima erano state riposte in un cassetto e agevolando la formazione un blocco continentale di straordinaria potenza economica e militare che prima era soltanto in uno stato larvale. La cosa è indirettamente ammessa anche da uno dei massimi rappresentanti e complici del sistema liberista, ovvero Emmanuel Macron che in una recente intervista all’Economist parla di un necessario riavvicinamento alla Russia rendendosi conto che la prima vittima di tutto questo è proprio l’Europa che pure ha tenuto bordone alle avventure Usa – Nato. Insomma ha cercato in qualche modo di accodarsi alla doppia politica della Germania che non vuole assolutamente essere tagliata fuori dal gioco adesso che il Pacifico ha sostituito l’Alantico come centro della geopolitica e da una parte aderisce alle sanzioni Usa, dall’altra le bypassa senza pensieri. Forse è la rivolta sociale in Francia che porta Macron a meditare, anche sull’assenza reale di un’Europa che non è altro che un coacervo di ideologie commerciali guidate dalla Nato, ma non c’è il minimo dubbio che occorre ripensare completamente il futuro e rifiutare il presente se non si vuole trovarsi ai margini della carta geografica dove si accumulano le cacche delle mosche.
Per quanto riguarda la strategia cinese per arrivare a diventare la prima potenza mondiale, un esperto militare di Pechino sostiene che per capire il comportamento dei suoi connazionali bisogna considerare l’importanza del gioco del Go nella cultura del Paese.
La Cina sta conquistando il mondo mediante parametri che non sono di facile comprensione per noi occidentali.
Raggiunge i suoi obiettivi molto lentamente, quasi in modo inavvertibile, occupando tutti gli spazi.
In questo caso il Go ci aiuta a comprendere più dei tradizionali giochi con le carte o degli scacchi, più vicini alla nostra cultura.
Con le carte e con gli scacchi, il più delle volte si prene il posto di qualcun altro attraverso un percorso.
Nel Go, gioco di strategia che i nobili cinesi consideravano parte fondamentale della loro educazione, avviene qualcosa di diverso. Vince chi costringe l’avversario ad abbandonare il campo perchè non ha più spazio e tutto è stato occupato.
Così si spiega molto bene l’acquisto da parte di compagnie cinesi di terreni in Africa, di aziende e di hub attrezzati per la logistica nelle grandi città europee e di energia.
I cinesi arrivano in questi mercati dopo essersi accordati con i governi locali, che riempiono di soldi, di know-how e di infrastrutture secondo la tattica win-win.
Ogni azienda cinese che si muove ha la copertura dello Stato e del partito comunista cinese, quindi offre le massime garanzie.
I cinesi prendono quello che gli serve e in cambio offrono sempre qualcosa che può interessare ai poteri locali ma, come nel gioco del Go, occupano uno spazioulteriore spingendo l’avversario strategico: USA India o Russia, ai margini.
Chiaramente è solo una curiosità, ma chissà che non ci sia qualcosa di vero in queste osservazioni e che, alla fine il mondo non sia altro che un grande Goban, com’è chiamata la scacchiera del gioco cinese.
La perdita dell’Ucraina ha rappresentato un duro colpo per Putin anche dal punto di vita dell’immagine, visto che l’antica Rus di Kiev è sentita da tutti i russi come la culla della civiltà e della cultura del Paese.
Aver annesso la Crimea ha comunque garantito il controllo della fondamentale base navale di Sebastopoli e del Mar Nero perchè, dal punto di vista militare, chi domina questa penisola ha il vantaggio strategico sul bacino idrico circostante e può proiettarsi sul Medio Oriente e sul Mediterraneo orientale.
La NATO non può riequilibrare la situazione d’inferiorità sul fianco orientale perchè la Convenzione di Montreaux del 1936, ancora sostanzialmente valida, limita il numero di navi da guerra che possono transitare attraverso gli stretti turchi.
Anche il ruolo della Turchia è da rivedere perchè con Erdogan la sua fedeltà alla NATO non è più così scontata, soprattutto dopo il colpo di Stato del 2016 probabilmente organizzato dai servizi segreti americani e l’acquisto del sistema difensivo russo S-400.
Ma esiste un pericolo ancora più grave nel caso in cui, come auspicato dal segretario generale della NATO Stoltenberg, l’Ucraina entrasse a far parte dell’organizzazione.
L’articolo 5 del Trattato NATO prevede in caso di attacco di un membro, l’intervento degli altri.
In un Paese come l’Ucraina, in cui le forze nazionaliste sono perennemente alla ricerca di un catalizzatore per esplodere, che conseguenza potrebbe avere l’ingresso in un’organizzazione, come quella atlantica, in funzione anti russa?
Qui non si parla di nazionalismo spicciolo, ma di un mix letale di revanscismo e suprematismo bianco in grado di organizzarsi anche in strutture paramilitari.
Se consideriamo poi la strategia dei neocon americani, sempre alla ricerca di provocazioni nei confronti della Russia, possiamo tranquillamente affermare che l’ingresso dell’Ucraina nella NATO porterebbe il rischio di una guerra mondiale al limite estremo.
Ha indubbia rilevanza economica e geostrategica l’avvicinamento russia cina, che si osserva anche con le manovre militari congiunte che queste due enormi nazioni svolgono dall’ epoca del golpe a kiev contro Yanucovich.
Però leggere questo avvicinamento russia cina per dire che gli americani avrebbero fatto un “passo falso” sfilando l’ucraina alla russia di putin è un pò una forzatura, con questo sfilamento gli americani hanno portato il loro confine geo strategico alle porte di mosca colpendo al cuore la strategia russa che da sempre è quella di avere degli stati cuscinetto tra se e l’occidente
L’eliminazione di tali stati cuscinetto, portata piu o meno a termine dagli usa con il loro colpo di mano in ucraina, è qualcosa che mai si era avuta in maniera tanto radicale in secoli di storia, ed espone mosca come mai prima
Nonostante le tante iniziatve vincenti intraprese da putin, compresa la riannessione della crimea ed il fomentamento di repubbliche sepratiste nell’ est dell’ucraina, da fomentare alla bisogna come spina nel fianco per kiev, il piede messo dagli usa nell’ ucraina resta un grave vulnus per la russia che non può essere letto come un passo falso degli stati uniti, i quali anche calibrano la loro politica verso la cina come si vede dall’accordo commerciale appena siglato
opportuno e condivisibile il riferimanto di andrea z alla tendenza usa di promuovere il disordine in giro per il mondo, allo scopo di di indebolire ogni possibile oppositore, spesso questa tendenza a promuovere il disordine viene erroneamente interpretata come semplice debolezza o follia degli usa
Ps: circa la repressione fascista evocata da…. ma no, stop, forse e meglio non evocare il cane che dorme… o sonnecchia…..
È ricominciata una repressione di stampo para fascista ?
https://comedonchisciotte.org/lallarme-democratico-quello-vero/
Un altro settore geografico in cui l’alleanza tra Cina e Russia rischia di rivelarsi pericolosa per le ambizioni di dominio planetario delle potenze marittime anglosassoni è l’Artico.
A causa del global warming tra il 2040 e il 2050 le acque artiche saranno navigabili per tutto l’anno e questo significherà accorciare del 40 per cento il viaggio via mare dall’Europa all’Asia: tremila miglia nautiche in meno da Amburgo a Shanghai, senza dover attraversare il canale di Panama o di Suez, con il vantaggio di navigare in acque più profonde con navi più grandi.
Inoltre, ecologicamente parlando, si risparmiarieranno tonnellate di CO2 per la gioia di Greta Thunberg.
La Cina ha già avviato accordi con Mosca per la ricerca di minerali, più accessibili grazie allo scioglimento dei ghiacci e con imprese finlandesi per posare cavi sottomarini in fibra ottica tra Nord Europa e Asia.
In più ha annunciato investimenti per mille miliardi di dollari, allo scopo di creare una “via della seta” marittima per portare le merci in Europa e importare il petrolio.
Quello che colpisce è la differenza tra l’espansione russo-cinese che sembra improntata sulla diffusione di sviluppo economico e di stabilità politica e la risposta statunitense basata sulla programmazione scientifica del caos per la conservazione della supremazia: rivoluzioni colorate come in Ucraina, colpi di Stato come in Bolivia, sostegno a regimi sanguinari come le petromonarchie arabe oppure a organizzazioni terroristiche come in Siria, balcanizzazione violenta di intere aree come la ex Jugoslavia o il Medio Oriente.