I tardi anni ’80, in vista della dissoluzione dell’Unione sovietica e dunque delle briglie che avevano costretto in qualche modo l’ultra capitalismo ad auto moderarsi, furono pieni di profeti che dalle università, dai giornali, dai pensatoi e dalle centrali dell’intrattenimento proclamavano una nuova verità di fede: computer e robot avrebbero progressivamente aggredito il lavoro manuale e costruito una società del terziario avanzato , nella quale tutti, senza confini, avrebbero svolto lavori ad alto contenuto cognitivo, dal manager, al programmatore, all’animatore turistico e dunque le contrazioni salariali e di agibilità sindacale oltre che le flessibilità contrattuali che già si palesavano, costituivano in realtà un indizio di futuro e le resistenze a questa logica si configuravano come una battaglia di retroguardia, una sorta di luddismo contro la società del sapere. Anzi andavano abbandonati quei sistemi di pensiero, ideologie e politiche che facevano riferimento allo sfruttamento e all’eguaglianza perché questi temi, in fondo, non erano che l’alibi dei perdenti.
Presi da questa visione edenica e dalla cornucopia che mostrava ai dubbiosi non si fece caso al trucco che conteneva: ovvero che la produzione materiale, pur sempre necessaria, anzi ancora di più in questa visione, veniva semplicemente trasferita altrove, in Asia dove i salari erano inferiori di venti volte provocando carenza di lavoro e dunque abbassamento dei salari e disoccupazione in tutto l’occidente quasi in contemporanea con l’affermarsi del post fordismo e del declino delle classi medie. Un effetto che gli Usa e il sistema di potere che li governa hanno tentato di superare attraverso l’abbandono della posizione di nazione leader per trasformarsi in potere unipolare assoluto del tutto noncurante di qualsiasi diritto internazionale mentre la Germania si è abbandonata a un modello economico basato sull’export a detrimento dei suoi vicini che incredibilmente hanno lasciato fare. Nessuno però di questi profeti e dei loro successori, immersi nel complicato semplicismo dei numeri e degli algoritmi che possono servire altrettanto bene sia l’intelligenza che la stupidità, calcolò che lo spostamento del fare avrebbe provocato anche un gigantesco trasferimento del sapere che ha finito per indebolire la società occidentale e chiudere progressivamente quelle vie di uscita che si erano escogitate per far fronte al progressivo declino della domanda aggregata. Questo sia perché in questo modo il peso del mondo non occidentale è cresciuto in maniera esponenziale compromettendo anche i tradizionali rapporti di potenza, sia perché è problematico, nelle attuali condizioni politiche, un ritorno a un capitalismo di tipo keynesiano che riporti parte della produzione in occidente.
Quelle di Trump sono illusioni perché è il sistema stesso che non lo consente e fa una disperata resistenza visto anche che questo significherebbe una sostanziale riduzione dei profitti. Ma anche se ci fosse accordo sarebbe molto difficile risalire la china a causa di molti fattori il più strategico dei quali è la caduta verticale dell’istruzione che si è avuta negli ultimi decenni, a causa dei finanziamenti pubblici alla scuola sempre più ridotti, dell’iperprivatizzazione, della concezione della scuola come addestramento al lavoro e non come luogo di formazione culturale, delle stesse aspettative inoculate dal neo liberismo. Cosicché la prospettiva della società del sapere ha prodotto paradossalmente una caduta verticale del sapere racchiuso dentro l’omologato, lo standardizzato e il banale, tanto che si può misurare con dei test. E l’Erasmus potrebbe essere preso a modello dell’istruzione puramente nominale. A questo punto non è più nemmeno una questione di salari perché nelle aree industrializzate della Cina essi sono ormai superiori a quelli dell’Europa dell’Est e uguali a quelli di molta parte dell’Europa mediterranea e crescono di anno in anno, laddove da noi diminuiscono in termini reali: si tratta del fatto che ormai i molti campi che hanno subito la delocalizzazione, compresi quelli di punta, non si è più in grado di competere. Oggi tanto per fare un esempio, se si esclude il settore automobilistico, il 40 % dei prodotti col made in Germany vengono fatti in Cina e un altri 10 % in altri Paesi asiatici, ancorché questo venga accuratamente nascosto attraverso i trucchi dell’import export. Ma in generale molte aziende occidentali sono ormai più che altro uffici commerciali dove si studiano le caratteristiche di mercato di un prodotto, mentre è altrove che viene effettuato il lavoro vero.
In un certo senso la prospettiva dei vecchi profeti si è avverata: il lavoro manifatturiero, anche nei suoi aspetti intellettuali è sempre meno, ma non perché sono ormai tutti “caballeros” come avrebbe detto Carlo V, ma perché a forza di non volerlo non lo si sa più fare. E’ da questa situazione che nascono movimenti che non riescono ad esprimere alcuna idea compiuta o si propongono di non avere idee: sarebbe molto strano il contrario.
Assolutamente d’accordo. Stavo aspettando la tua analisi. La Cina NON è un esempio di comunismo e nemmeno di social democrazia. La Cina è un paese che adotta il capitalismo più liberista per fare guerra commerciale (ha imparato dai migliori, gli USA di Kissinger andavano in Cina dagli anni 70, per delocalizzare le industrie USA e smettere di pagare quegli esosi di operai statunitensi e la Cina chiedeva parte della proprietà e i brevetti. I cinesi hanno copiato di brutto e copiano di brutto) e al suo interno è autoritaria e per nulla gentile. L’opacità dei rapporti di lavoro in Cina è una cosa tipica. Solo nel 2006 hanno scritto i primi contratti. Leggo molti di sinistra che guardano alla Cina in chiave anti USA. Ma senza conoscere la Cina e le sue modalità autoritarie. E razziste. No grazie, la Cina non la voglio. Non ci sono robot in compenso ci sono gli schiavi umani che probabilmente costano molto meno.
@ Dani
Cara Dani, scorrendo l’articolo che hai indicato, si vede , ho ripreso per intero la frase che anche tu hai postato, che l’articolo paragona le RETRIBUZIONI MEDIANE cinesi, allo STIPENDIO MEDIO dell’est europa
Le retribuzioni mensili mediane cinesi a Shanghai ($ 1,135), Pechino ($ 983) e Shenzen ($ 938) sono più alte che in Croazia, nuovo paese membro dell’Unione europea. Lo stipendio medio netto in Croazia è di $ 887 al
mese. Ha aderito all’UE nel 2013.
Da parte dell’articolista di Forbes, si tratta di una grave falsificazione ideologica, infatti lo stipendio mediano indica la fascia media delle retribuzioni di una nazione, mentre il salario medio è la retribuzione media degli operai
nei fatti , è come se l’articolista paragonase i guadagni mensili ed es di un infermiere che collabora ad operazioni chirurgiche, con la retribuzione mensile di un operaio che lavora lavando le scale di un condominio per una ditta di pulizie
anche dopo, l’articolo gioca volutamente sull’ambiguità, la stessa cifra riferita alla retribuzione mediana di Shanghai, viene ripresa per un poco chiaro confronto col salario medio polacco
il senso di questa mistificazione è chiaro, far credere che il capitalismo almeno in cina funziona bene, e quindi con adeguati aggiustamenti in senso autoritario e liberista, può funzionare bene anche nel resto del mondo, mentre esso è in crisi mortale. Cosa poi aspettarsi da Forbes, giornale vetrina dei ricconi e degli arricchiti ?
Sono alterazioni della realtà, spesso anche da parte siti che si dicono comunisti, di cui spesso il Simplicissimus riprende i dati sulla cina, che omettono sempre di dire che in cina non c’è ancora un welfare come nei paesi occidentali ricchi, per cui il salario naminale cinese è ancora più basso di quello che appare
Almeno, quei siti propongono una visione ideologica della Cina per dimostare che un certo controllo pubblico sull’economia funziona,, essi che vorrebbero nazionalizzare il più dei settori produttivi e instaurare una area di scambio con l’europa mediterranea e il nord-africa.
La stessa mistificazione sulla cina diventa reazionaria quando serve a decantare le virtù del modello dirigista democristiano di spesa pubblica e svalutazioni competitive, che salvaguardava rendita ed evasione fiscale ed i cui costi erano comunque scaricati sui lavoratori dacchè la scala mobile era una protezione meno che parziale. In questa seconda prospettiva il simplicissimus eccelle.
Grazie Jorge. Il venerdì sono meno attenta. Mediano è BEN DIVERSO da medio. Hai ragionissima. Questa tua frase è PERFETTA:
“il senso di questa mistificazione è chiaro, far credere che il capitalismo almeno in cina funziona bene, e quindi con adeguati aggiustamenti in senso autoritario e liberista, può funzionare bene anche nel resto del mondo, mentre esso è in crisi mortale. Cosa poi aspettarsi da Forbes, giornale vetrina dei ricconi e degli ARRICCHITI? ”
Forbes è una rivista neoliberista spinta, le sue parole pro Cina sono da leggere all’interno della sua visione del Mondo. Se percorrono lo stesso viaggio, anche le modalità del” socialismo alla cinese” vanno benissimo. Anzi vendiamole a chi pensa alla Cina, con i suoi piani quinquennali, come a uno Stato di sinistra. Io spero che gli USA li fermino, sennò il rischio è questo. https://youtu.be/BzCqQKnF9Oo
I lavoratori cinesi a Shanghai, Shenzhen e Pechino, in media, guadagnano più dei lavoratori in Albania, Romania, Bulgaria, Slovacchia e Montenegro, nuovo paese membro della NATO, che ha un reddito medio di appena $ 896 al mese.
I salari medi di Shanghai non sono molto diversi da quelli della Polonia, a $ 1.569. Lo stesso vale per la Repubblica Ceca, dove lo stipendio medio a Praga, la sua città più ricca, si aggira intorno a $ 1.400. Il salario medio lordo dell’Ungheria sta proprio al livello di Shanghai, a $ 1.139 al mese.
La crescita dei salari in Cina è impressionante.
Ottimo per i cinesi.
Ma ha lasciato indietro la crescita dei salari in molti dei paesi a basso reddito in Europa. Ciò che questi numeri dimostrano è che il ruolo della Cina come centro manifatturiero ha posto le basi per qualsiasi aumento futuro delle retribuzioni, in particolare per gli operai non qualificati del settore manifatturiero, ma anche ben presto in altri nuovi settori come l’e-commerce.
FONTE
http://vocidallestero.it/2018/03/06/salari-cinesi-pari-o-superiori-ad-alcuni-salari-europei/
Quindi:
1) i salari cinesi stanno crescendo a gran ritmo;
2) la nuova “Cina” del lavoro a basso costo sono i paesi dell’Europa dell’est, quelli che non a caso l’Unione europea sta puntando a inglobare.
il modello cinese è dirigista per quanto riguarda una certa programmazione dell’economia, ma è paternalistico e liberista nel modo di trattare i lavoratori, a molti capitalisti nostrani piacerebbe abbassare il welfare europeo ai livelli cinesi, dopo di che l’ ideologia potrebbe dire che i cinesi hanno raggiuntol le social democrazie europee sul piano dello stato sociale. ,
Bisogna fate attenzione a proiettare sul fururo dinamiche di crescita riguardanti fasi già trascorse, i cinesi già delocalizzano in viet nam, per esempio, e l’economia cinese è viziata da una bolla finanziaria non meno impressionante di quelle dei paesi occidentali
Si può leggere:
https://it.sputniknews.com/politica/201911288343489/
Insomma, secondo il Nostro tutto quello che è successo negli ultimi deenni è dovuto alla generale stupidità, alla ottusità dei ceti dirigenti in occidente, ai calcoli ingenui e sbagliati un po di tutti. Se la Cina è cresciuta quasi quasi non è neanche per intelligenza e merito suo, ma per i calcoli momgoloidi degli altri
D’alta parte, ormai siamo tutti mentalmente sottosviluppati, dice il Nostro, a causa dei neoliberisti decerebrati che hanno distruttio istruzione, scienza etc
Di conseguenza non potevano arrivare che le sardine, mononeuronali ed ottuse come mai si era visto nella storia
Precedentemente il muro di berlino costringeva le menti dei capitalisti, di per se simili a quella della gallina, ad essere un po più lungimiranti
Ovviamente il muro di berlino non è presentato come il risultato della lotta di classe, addirittura di una rivoluzione, per quanto degenerata, altrimenti si riproporrebbe l’esigenza della lotta di classe, che al simplicissimus deve apparire come la cosa piu stupida di tutte in assoluto
Nessuna ondata di lotta di classe, neanche a scala minima, per risolvere i problemi, forse il simplicissimus sogna che si vada lui ed anonimo armati di cazzuola, andrea z e forse jorge con cemento e mattoni, a ricostruire il muro nel centro di berlino, la lombroso che rammenda le calzette (eventuale maschilismo suo, in ogni caso non mio)
Che dire, di fronte ad analisi così motivate profonde ed intelligenti non resta che rimanere a bocca aperta
Questa poi, circolata in qualche commento, deve essere proprio il parto di qualche uomo di neanderthal, sopravvissuto con unioni consanguinee in qualche valle alpina d’alta quota :
Ci vuole ben altro che la sovranità nazionale, e neanche serve necessariamente questa come fosse una base propedeutica, la lotta di classe erode margini alle borghesie nazionali e la costringe a ricontrattare a muso duro le regole con l’Europa, che altrimenti a tali borghesie starebbero più che bene
Non si può che provare la maggiore delle vicinanze al Simplicissimus, un uomo di livello che deve sentirsi immensamente solo dati gli abissi di stupidità da cui è circondato
“… non si è più in grado di competere…” Quindi, tutti i paesi dovrebbero essere in grado di competere e superare gli altri… Vi rendete conto che se non vi liberate di questo ossessivo feticcio del lavoro, della crescita e della produttività (ovvero della competitività) sarete, a buon diritto, considerati alla stregua del più gretto capitalista ottocentesco. Ancora con la Cina? Ribadisco che solo la prospettiva multipolare può essere vista con favore, non certo l’emergere di modelli economici mostruosi come quello orientale. Si stigmatizza l’assurda ondata di privatizzazioni selvagge avviata negli anni ’80, ma poi si annega nel solito peana per l’istruzione in avanzato stato di decomposizione, senza proporre alcunché, se non magari rimedi della nonna (disciplinarismo, studio duro nozionistico e dogmatico che prescinda totalmente dall’interesse, giocato sulla vergogna, la colpevolizzazione, la paura del brutto voto, l’ambizione, dei genitori più che di altri…). I mezzi di produzione? L’uomo finalmente liberato?
senza nulla voler sovrapporre al suo pensiero, a me sta cosa dei salari cinesi che sono pari e superano quelli occidentali, sembra la più grande delle boiate.
Sono i salari occidentali che sono scesi fino ad avvicinarsi a quelli cinesi e non sono certo i salari cinesi ad essere cresciuti fino a raggiungere i salari ed i livelli di vita che avevamo in occidente negli anni 60 e 70.
Eppure, uno che parla continuamente della svalutazione del lavoro in occidente, dovrebbe rendersene conto in automatico
Signor Giordano ha ragione. L’unico fatto positivo dell’emergere della Cina statalista e autoritaria è la prospettiva multipolare. Con Russia accanto e con la speranza che torni il Brasile di Lula. Perché è in America Latina che emerge il socialismo, non certo in oriente. E infatti gli USA usano il maglio contro l’america latina, usando invece un trattamento “cortese” con i loro amici cinesi. Niente Cinagate. Ma l’odio contro la Russia e Cuba e Venezuela e Argentina e Bolivia e Ecuador e Cile e Perù mi pare evidente.
del tutto d’accordo, in effetti a noi può andare bene che al posto della unica superpotenza usa egemone vi sia anche il contrappeso della cina, ma questo non deve significare aderire al modello sociale cinese, sul piano sociale è interessante l’america latina
anche il livello di inquinamento e di consumo delle risorse da parte cinese è del tutto insostenibile, con un modello del genere esteso a tutta l’umanità oggi povera l’ecosistema collasserebbe
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puo essere interessante ricordare che anche del giappone, negli anni 80, si diceva che stava conquistando il mondo,
il suo corporativismo non liberista (mai licenziamenti e posto a vita nell’azienda giapponese, il dipendente che si suicida in caso di chiusura di questa), veniva esaltato quale antitesi del neoliberismo reganiano
in effetti i giapponesi comprarono metà costa pacifica degli usa e col loro toyotismo sembravano inarrestabili e acquistavano gran parte del debito pubblico usa, poi gli usa decisero di cambiare, svalutarono il dollaro riducendo i tassi ed in poco rovinarono il Giappone (era la guerra commerciale regan nakasone, se non ricordo male)
Bisogna fare attenzione ad ideologizzare troppo l’ascesa della cina, rafforzando o svalutando il dollaro gli usa ottengono sommovimenti piu grossi delle guerre mondiali
certo, se la migliore istruzione della cina non liberista, significa il confucianesimo come quello del lavoratore giapponese che si suicida se fallisce la sua azienda, ed in effetti il governo cinese inplementa sempre piu il confucianesimo, dio scansi e liberi…