getimageDa quanto tempo sentiamo dire che non esiste più destra e sinistra? E quante volte abbiamo dovuto ingoiare il rospo di fronte a questa falsificazione megafonata da ogni parte? Non di meno tale tesi di carattere pre politico e insieme post politico ( che sono la medesima cosa anche se vista se da angolazioni differenti) conteneva due verità contigue ovvero l’estinguersi di un pensiero di sinistra dopo la vittoria del neoliberismo, lasciando come dopo la risacca solo ossi di seppia e la necessaria traslazione dei suoi temi su spalti differenti. che apparentemente non hanno nulla a che vedere con quelli tradizionali , in qualche caso ribaltandoli, ma che sono quelli che contano rispetto agli ideali di uguaglianza. Così se l’internazionalismo è stato fagocitato dal cosmopolitismo capitalista che tende a cancellare i diritti di cittadinanza, ovvero quelli collettivi che nascono dalle carte costituzionali, per imperniarsi sull’immediato soggettivo come misura del tutto, allora la difesa degli interessi della comunità nazionale come organismo politico fondante di quei diritti passa dal ruolo negativo che ha avuto un secolo fa a una funzione positiva.

Capisco che dentro un sistema di pensiero nel quale hanno disgraziatamente prevalso le facili e rassicuranti tentazioni dell’automatismo dialettico sia difficile accettare il fatto che i fattori possono cambiare valenza nel corso degli sviluppi storici, il fatto è che invece  il capitalismo di nuovo conio  lo ha capito benissimo e così se all’inizio del secolo scorso si è servito delle comunità nazionali per i propri scopi, adesso tenta di castrale come nemiche mortali del suo disegno di oligarchia planetaria barattando la tirannia con una pax servile e per farlo mette sullo stesso piano il nazionalismo dei popoli oppressi e quello degli oppressori, i patriottismi di matrice democratica e universalistica coi nazionalismi sciovinisti o di natura etnica. Lasciamo perdere gli ideologismi di basso rango con cui queste tesi vengono elaborate nelle cucine dell’impero, perché il discorso sarebbe troppo lungo, ma la conseguenza è che ormai da vent’anni vediamo la sinistra come la più fedele alleata del globalismo pronta a inneggiare a tutti quegli strumenti di disuguaglianza sociale che fanno riferimento alle tesi globaliste.

Così non c’è da stupirsi se esse, almeno nelle espressioni politiche a cui è rimasta attaccata per sbaglio l’etichetta, sono tra le sostenitrici della firma sul nuovo trattato sul Mes, il meccanismo europeo di stabilità tramite il quale un Paese in difficoltà viene salvato concedendogli i soldi che esso stesso ha versato, ma non prima di aver ubbidito ai voleri della troika. Insomma un metodo per alimentare come prima e più di prima i massacri sociali, ma anche per far sì che le banche  tedesche ormai sull’orlo del fallimento possano mettere le mani sul risparmio italiano, il più grande nel continente e forse di tutta l’area occidentale. Insomma una via ancora peggiore di quella greca a cui la cosiddetta sinistra incarnata dal Pd e dalle sue espressioni collaterali vuole partecipare senza se e senza ma, cercando anche di dare a questo delitto una sorta di volto sociale facendo scendere in strada i figli di papà e sperando di attirare i tonni con le sardine. Essi dicono con la più incredibile svagatezza dei privilegiati “amiamo le nostre case e le nostre famiglie, cerchiamo di impegnarci nel nostro lavoro, nel volontariato, nello sport, nel tempo libero” e si illudono di rimanere in eterno nell’area protetta nella quale sono vissuti, anzi pensano persino di essere persino di sinistra inalberando il più perfetto manifesto qualunquista di tutti i tempi. Ma niente come il qualunquismo è l’espressione della destra, sia essa in doppio petto, in orbace, in maglioncino o in capi firmati. Essi vogliono diventare cittadini del mondo perdendo la cittadinanza e i suoi diritti, pensano di non averne bisogno perché è più efficace la rete di protezione in cui allignano.

Non hanno idea di non essere affatto sardine, ma remore che nuotano nell’ombra dello squalo, si fanno trasportare per gli oceani e si cibano dei suoi resti. Appaiono innocue, perché esercitano la violenza per interposto pescecane.