mario-monti-660x400Che l’Unione europea fosse entrata in una crisi involutiva senza scampo non è certamente un mistero, anzi è un’evidenza troppo a lungo nascosta con ostinazione e pervicacia: dopo la mutazione neoliberista avvenuta negli anni ’90 all’indomani della celebrata caduta del muro e concretatasi nella moneta unica, alla proclamata solidarietà si è sostituita la dialettica dell’egemonia sia in senso verticale sull’asse basso – alto della configurazione sociale, sia su quello orizzontale di una vera e propria battaglia di aree per la supremazia e il comando. Il fatto è che adesso lo dice persino Mario Monti, il muezzin italiano di questo disegno economico politico e lo rivela a “Stasera Italia” di fronte alle facce sbigottite dei soliti venditori di caramelle informatiche ( vedi qui ) che mai si immaginavano di sentirle.

Vale la pena assistere al breve spettacolo del sicumerico circo mediatico completamente spiazzato dal professore da cui si attendevano nuvole di incenso e non l’impensabile blasfemia nei confronti delle verità di fede e/ o di redazione. Ma vale la pena soprattutto perché Monti dice pari pari ciò che molti si ostinano a non credere e a non vedere: la crisi dell’Europa sarebbe dovuta al fatto che è venuto meno l’appoggio degli Stati Uniti ” che ci avevano creato”. Insomma viene picconata da uno che sa quel che dice, anche se non sa quel che fa, una delle leggende metropolitane che dall’inizio e fino ad oggi hanno alimentato il corpus  argomentativo dell’europeismo nella sua versione simil sinistra, ovvero che la Ue sarebbe servita anche ad affrancarsi dagli Usa, che sia stata una costruzione sorta per motu proprio degli europei alla ricerca di una propria autonomia politica ed economica. Disgraziatamente non è certo casuale che l’estensione dell’Unione coincida con quella della Nato e che non c’è stato disegno degli Usa, anche il più assurdo e il più lontano dagli interessi europei o dalla semplice dignità politica a cui l’Ue si sia sottratta, nemmeno quando è sta aggredita la Jugoslavia che era ed è europa: anzi la quasi coincidenza fra Maastricht e la sconsiderata adesione alle guerre etno culturali  balcaniche, l’esatto opposto degli ideali europei, potrebbero essere presi  come spartiacque tra il prima e il dopo, tra l’illusione e la realtà.

Nel contesto della vicenda jugoslava va anche vista la nascita o comunque la manifestazione delle tentazioni egemoniche della Germania, l’unico Paese europeo che abbia partecipato alla divisione delle spoglie senza alcuna remora poiché corrispondeva in sostanza alle antiche direttrici di espansione obbligate dell’impero austroungarico e anche di Berlino  come finestra sul mediterraneo e contenimento delle aspirazioni russe. Spesso il passato non passa se il futuro è nebuloso e il presente colmo di infingimenti. Ad ogni modo ormai la malattia è conclamata se uno dei medici di famiglia come Monti arriva a dire “se va avanti così non sopravvive”:  vuol proprio dire che il paziente è allo stremo.  Naturalmente come ogni buon luminare di una scuola al tramonto, il professore vorrebbe spingere l’acceleratore sui fantomatici Stati Uniti d’Europa in uno slancio di ottimismo della volontà più futile e di  pessimismo concreto della ragione, vorrebbe che Trump non avesse messo in forse il credo globalista, rimane fermamente piantato come una cozza allo scoglio e vede la marea ritirarsi da ogni parte senza poter cambiare posizione ma tuttavia pur chiuso nel guscio sente che le chiacchiere stanno a zero, che ormai è questione di sopravvivenza del Paese, cosa che sta diventando chiarissima con le modifiche al Mes fatte apposta perché lo sgangherato complesso bancario tedesco, gravato da enormi debiti nelle sue espressioni più grandi come Deutsche e Commerz bank, ma anche da quelli delle banche locali, tenute al di fuori  dei controlli, possa salvarsi mettendo le mani sul risparmio italiano. Un obiettivo la cui realtà è dimostrata anche dall’improvvisa disponibilità di Berlino  ad accettare l’assicurazione europea sui depositi, a cui si era  sempre opposta per “non pagare i default delle banche meridionali”. Insomma il danno e la beffa a cui  le signorine sissignore del governo e del’opposizione, non riusciranno a dire di no.