GRCompete-6Immaginate il mondo come una grande bilancia e noi seduti su uno dei piatti: si tratta intrinsecamente di una posizione piuttosto scomoda e mutevole, ma noi non riusciamo più a percepirlo perché da tre secoli e mezzo il nostro piatto è costantemente a fine corsa senza che sull’altro siano stati appoggiati pesi di qualche rilievo, tanto che ormai siamo fermamente convinti di essere il peso campione. E’ difficile sradicare questa convinzione, nonostante che da un secolo a questa parte vi siano stati profondi scossoni e il nostro piatto abbia cominciato a salire. Il primo grosso peso che la storia ha gettato sull’altra parte della bilancia, quando ormai ci sembrava di poterci azzuffare e suicidare a volontà senza che nulla cambiasse, è stata la rivoluzione di ottobre che ha trasformato l’enorme e tardigrado impero russo, in una forza estremamente dinamica che dalla fine degli anni venti ha prodotto una crescita annuale  a due cifre.

C’è stato un grande allarme perché quel peso rischiava non solo di stravolgere gli equilibri esterni, ma anche quelli interni, però dopo settanta anni di accerchiamenti, tranne il breve periodo della guerra, è stato annunciato che il grande pericolo era scomparso, che il peso sull’altro piatto era diminuito, che la situazione di stabilità e quella di peso di riferimento era stata assicurata per sempre. Ora invece ci ritroviamo in una situazione molto peggiore di prima perché mentre i ricchi, i loro ideologi e i loro lacchè ci assicuravano la fine della storia sul piatto opposto della bilancia si sono accumulati pesi enormi: la Russia che si era pensato di aver messo in ginocchio per secula saeculorum si è risollevata e ha recuperato peso, l’Asia è diventata  la fabbrica del mondo a causa dell’avidità senza freni che ha spinto a delocalizzare follemente mentre  un antico e grande impero che si era pensato di annichilire con l’oppio, è tornato sulla scena: il nostro piatto si sta alzando vertiginosamente mentre le elite ordinano di nascondere il più possibile questa situazione, di truccare la bilancia e di conseguenza molti sono convinti che a Pechino si costruiscono solo cineserie, ad onta del fatto che quasi tutto quello che usano, al di là dei marchi fasulli è prodotto nell’ex celeste impero. Si tratta oltretutto di nascondere il fatto che un’economia centralizzata e allo stesso tempo ampiamente decentrata nelle regioni, provincie, città si stia rivelando vincente. La grande muraglia contro il muro di Berlino.

Per ristabilire un minimo di realismo citerò qualche dato esclusivamente tratto dalle pubblicazioni specializzate del grande nemico di Pechino, ovvero quello che comanda sul nostro piatto e vedrete che ne rimarrete scossi: 1) nel 2018 la Cina  ha lanciato più missioni spaziali rispetto alla Russia o all’ America messe insieme, anche se naturalmente noi non ne sappiamo nulla,  inoltre è il principale costruttore ed esportatore di droni oltre che di caccia da combattimento leggeri, mentre il suo motore a reazione con post bruciatori  Ws-15 è il più potente al mondo; 2) entro quest’anno saranno funzionanti tre linee ferroviarie a levitazione magnetica, mentre per ciò che concerne la tecnologia ferroviaria ordinaria i cinesi sono in testa nell’assicurarsi le gare e gli appalti in tutto il pianeta; 3) la Cina è leader mondiale nella ricerca e produzione di energia eolica e solare e lo scorso anno  ha installato più energia rinnovabile rispetto al resto del mondo messo insieme ed è anche leader planetario nella produzione  di batterie e di auto elettriche: se Greta non fosse un androide della narrazione occidentale andrebbe in Cina non nell’America che puzza di petrolio e carbone; 4) la quota cinese nella ricerca sulle nanotecnologie cresce di anno in anno, ha superato in quantità gli Usa nel 2014 e quest’anno ne ha prodotte più che il resto del pianeta mentre è già di gran lunga il maggior produttore di grafene, il materiale che sostituirà il litio nelle batterie dei prossimi anni; 5) la Cina è il secondo principale produttore di articoli di ingegneria biomedica dopo gli Stati Uniti e a giudicare dal rateo di crescita li supererà fra tre anni; 6) grazie a un sistema scolastico, ovviamente pubblico, di eccellenza  un quarto delle persone che nel mondo  lavorano nel settore Stem , ovvero scienza, tecnologia, ingegneria e matematica è cinese.

Si tratta solo di alcuni settori visto che ho trascurato quelli dove già si sa che la Cina la fa da padrona, computer,  telefonini ed elettronica di consumo. In più va detto che mentre cresce a vista d’occhio il reddito delle popolazioni cittadine, ci sono ancora 500 milioni di cinesi – un terzo della popolazione – che vive nelle campagne e nelle aree più lontane dai grandi centri manifatturieri, oggi a basso salario, che sono pronti a entrare nel meccanismo produttivo. Ed è questa la ragione per cui nella tabella pubblicata all’inizio del post (basta cliccarci sopra per ingrandirla) , ricavata da  dati Fmi, nel 2025 nove  provincie cinesi con complessivamente 495 milioni di abitanti, molto più degli Stati Uniti e pari agli europei,  avranno un reddito pro capite superiore a quello medio Usa, anche se complessivamente l’intero Paese avrà un reddito nominale  leggermente inferiore. Se lo confrontiamo però col costo della vita, quel poco in meno è parecchio di più in termini concreti. A livello macro mentre gli States avranno un potere di acquisto aggregato di 12,5  mila miliardi di dollari, la Cina ne avrà uno da 30 mila miliardi. 

Chi pensasse di mettere tutto questo in crisi arruolando i mafiosi di Hong Kong in cerca di estradizione o cercando strade per la guerra commerciale, ha proprio la vista corta: non fermerà certo la salita del piatto e dovrà rinunciare alle sue nefande illusioni fino a che non si renderà conto che fare la guerra alle proprie stesse popolazioni in nome del profitto infinito porterà alla catastrofe.