WhatsApp-Image-2019-10-08-at-19.00.48-1050x700Oggi dovete essere felici perché dalle prossime elezioni spenderete 1 euro e 20 centesimi in meno l’anno: certo non vi entreranno in tasca perché in un certo senso si tratta di denaro “immateriale” per i comuni cittadini, né potrete usarli per pagare l’aumento delle bollette che sarà di almeno 20 volte superiore alla cifra simbolica risparmiata, ma per anni è stato fatto credere che quegli 81- 100 milioni (le cifre esatte sono diverse a seconda delle valutazioni) derivanti dal taglio di 345 parlamentari sarebbero stati fondamentali. I numeri vanno fatti perché, come si nota dalla foto pubblicata, il M5S ha cavalcato appieno e da anni una campagna senza senso, sfruttando l’effetto anti casta e appoggiandola a cifre assolutamente fantasiose e altrettanto truffaldine nella comunicazione in merito ai possibili risparmi: se senza dover cambiare la Costituzione si fosse ridotto con legge normale di un terzo l’appannaggio lordo di tutti 945 parlamentari (compresi i senatori vita) e si fossero ridotte le prebende a loro favore si sarebbe ottenuto un risparmio più che doppio, ancorché ancora bagatellare rispetto al complesso del Pil. E’ vero che moltiplicando con una proiezione meccanica e avventata per 10, 20, 30 anni queste cifre, si arriva a numeri consistenti, ma tutti gli altri parametri di spesa devono essere moltiplicati dello stesso fattore, ed è quindo solo una corsa della regina rossa di Alice nel Paese delle meraviglie. Senza Tav e senza F35 il Parlamento attuale potrebbe funzionare 300 anni senza risparmi.

Il fatto stesso che forze politiche da sempre contrarie a questo taglio numerico si siano ora allineate con entusiasmo, testimonia del fatto che la posta in gioco non sono certo i 100 milioni massimi di risparmio, vale a dire lo  0,0047 scarso del debito pubblico , né tutte le narrazioni fantastiche di centinaia di scuole, migliaia di ambulanze e altrettante assunzioni realizzabili con quei milioni. La vera posta è quella di rendere il governo molto più forte rispetto al Parlamento, in vista delle macellerie sociali prossime venture, la possibilità di controllare meglio i rappresentanti e arrivare per una via diversa ad avere lo stesso effetto di un sistema maggioritario assoluto che elimina le possibilità di discussione e di approdo al Parlamento di ogni formazione di dissenso, togliendo perciò rappresentanza ai cittadini: la diminuzione dei parlamentari alza di fatto la soglia di ingresso stabilita dal Rosatellum al 3%  fino al 10 % per il senato, come nella Turchia di Erdogan insomma. Si tratta in ogni caso della medesima formula magica cercata da Berlusconi insieme alle destre, da D’Alema e da Renzi, nonché fortemente sponsorizzata da J.P. Morgan e dalla Ue elitaria. Altro che meno spese e meno privilegi: i parlamentari superstiti saranno maggiormente in balia del’ubbidienza, del trasformismo e di quella corruzione che vale 1000 volte di più in termini monetari del micragnoso risparmio sbandierato. Il fatto che dopo tanto tempo si sia arrivati in poche settimane  a questa soluzione, deriva dal fatto che i pentastellati avevano bisogno di portare a casa un provvedimento di immagine anche se poi provoca effetti del tutto contrari a quelli narrati, ma anche dalla  necessità del nuovo governo e di tutte le forze politiche che lo sostengono di reprimere ogni dissenso per il futuro: con meno posti a disposizione  in prospettiva elettorale tutti i poltronari diventeranno ubbidienti come scolaretti e diranno sì ad ogni nuovo sfascio.

Mi piacerebbe tralasciare gli altri argomenti puramente demagogici e insulsi con cui la nuova legge costituzionale ha nutrito le menti deboli: il fatto per esempio che in altri Paesi come la Germania, l’Olanda e la Francia ci sia mediamente un deputato ogni  115 mila abitanti mentre in Italia c’ è un parlamentare ogni 64 mila. Questo in realtà dovrebbe essere visto come un vantaggio democratico, ma in ogni caso è un effetto della maggiore complessità del nostro Paese rispetto ad altri dove è possibile distinguere al massimo fra 4 o 5 grandi aree o praticamente nessuna come per l’Olanda. D’altronde il fatto che la Gan Bretagna ne abbia parecchi più di noi e dei Paesi succitati non sembra averle procurato troppi problemi . Certo bisognerebbe conoscere la storia un Paese e valutarne le sue singolarità invece di ripetere a pappagallo tutti i più triti luoghi comuni sull’avvicinasi all’Europa, ma questo non è disgraziatamente  un retaggio né dei parlamentari, di solito ignoranti come capre e ancor meno dei comuni sudditi. Il secondo risibile scenario dato in pasto ai mangiatori di loto è che con meno parlamentari ci sarebbe più efficienza cercando di sopperire con la minore quantità alla maggiore qualità necessaria: si tratta di uno dei topoi della tecnocrazia capitalistica che in realtà non ha dimostrazioni e rimane un semplice tunnel  mentale: se fosse vero allora la massima efficienza si raggiungerebbe con un uomo solo al comando. E abbiamo visto a quali disastri si va incontro. Il fatto che si possa credere una simile sciocchezza dimostra come molti italiani abbiano sotto pelle voglia di balcone e di capi cui ubbidire, ma in realtà significa soltanto – tanto per parlare in termini aziendali che forse sono più comprensibili – che ognuno avrà una minore parte nell’elezione di un parlamentare, il suo azionariato varrà di meno. In termini politici significa che la riduzione del numero di parlamentari, è l’equivalente  della riforma costituzionale di Renzi: accentramento dei poteri nell’esecutivo, svilimento del ruolo del Parlamento e meno rappresentatività democratica.

Alla riforma Renzi gli italiani hanno detto no, ma è bastato riformulare  i termini della questione offrendo una versione demagogica dello stesso contenuto perché esso si trasformi in un sì. Se qualcuno chiedesse: volete una riforma costituzionale in senso autoritario si vederebbe rispondere no. Ma se la domanda fosse: volete meno persone che discutono sulle cose da fare?  la risposta sarebbe sì anche se si tratta delle medesima cosa. Bene però adesso avete un caffè sospeso all’anno pagato dal Parlamento: sono soddisfazioni.