ProdiLa ricordo bene la sera del 4 aprile 1978 perché ero in una trattoria della zona universitaria per una cena di saluto agli amici e da poco ex colleghi dell’istituto di filosofia teoretica, frequentato per tre anni dopo la laurea in qualità di assistente e poi lasciato  definitivamente a causa delle bizzarrie del cattedratico che voleva a tutti i costi farmi fare un seminario sui fantasmi, invece di quello proposto su mente e cervello tema che cominciava appena allora ad essere investito dalle neuroscienze. Fu in quel consesso di gente che praticamente viveva nelle aule e nei corridoi dell’Alma Mater studiorum bononiensis  che ascoltai praticamente in anteprima un gustoso aneddoto sul prof. Romano Prodi che assieme ad altri colleghi aveva fatto una seduta spiritica per sapere dove fosse tenuto prigioniero il leader democristiano, in quei giorni in  mano alle Brigate Rosse. La notizia era così colorita, ma anche così frammentaria che lì per lì pareva quasi una battuta, anzi uno sfottò nei miei confronti e in ogni caso faceva ricordare quel mot d’ esprit di Einstein secondo cui dio aveva creato gli economisti per non far sfigurare gli astrologi.

Invece pochi giorni dopo, il pettegolezzo era su tutte le prime pagine dei giornali: a Zappolino, lontano sobborgo  di Bologna cosparso di  trattorie che facevano le tigelle con la “cunza” e le crescentine fritte da mangiare ripiene di crudo, mortadella o salame felino,  i giovani professori che si preparavano ad entrare nelle aule del potere, riuniti nella casa di campagna dell’economista Alberto Clò,  avevano evocato  le anime di don Sturzo e di La Pira per farsi dire dove si trovasse Moro e il piattino rispose loro Gradoli. Praticamente conoscevo, se non altro di vista e di nome  tutti  i partecipanti oltre ovviamente a Prodi con il quale avevo dato un esame: gli economisti Fabio Gobbo e Mario Baldassarri oltre a mogli, figli e parenti e francamente quella storia pareva davvero incredibile. Non che fosse impossibile quel gioco spiritico in un pomeriggio di pioggia e di noia campestre, ma era improbabile che docenti in via di affermazione si sputtanassero in questa maniera precipitandosi dagli inquirenti a dare notizia di ciò che avevano riferito le anime dei morti. E ancor più improbabile era che gli spiriti avessero dato un suggerimento sensato. Poi sappiamo come quel Gradoli fosse stato interpretato come la cittadina vicina al lago di Bracciano e non come via Gradoli a Roma dove c’era il covo di Moretti, ma in ogni caso è abbastanza evidente, anzi certo, che quella seduta spiritica fu inventata di sana pianta per trovare un modo di rivelare qualcosa che era stato orecchiato in giro senza compromettersi.  In mezzo a una ridda di teorie divergenti si disse e si è ripetuto per anni che a Bologna Autonomia Operaia era molto forte e  radicata, aveva in Bifo uno dei suoi agitatori, l’ideologo principale dell’operaismo a poca distanza, parlo di Toni Negri che insegnava a Padova, aveva una voce popolare in Radio Alice e una più sosfisticata nella rivista A/traverso: insomma qualcosa avrebbe potuto trapelare ed essere rivelato in forma così curiosa da essere insospettabile.

Ma non ho mai sentito nessuno dire, anche quando sono emersi dubbi e incoerenze sull’azione delle Br durante il sequestro Moro, che al tempo non solo autonomia operaia era forte, ma anche la Cia che aveva la sua base operativa nella Johns Hopkins University, nel Dikinson College e nel consorzio dell’università dell’Indiana : questo può sembrare strano alle nuove generazioni, ma a quel tempo Bologna era la città occidentale con la maggior presenza di comunisti e brulicava di agenti segreti e informatori di ogni parte, non tanto perché ci fossero chissà quali cose da scoprire, ma perché era considerato un laboratorio nel quale studiare e sperimentare tecniche e reazioni politiche, oltre che un avamposto della confrontazione. Secondo voi dove era più probabile che un docente di economia ricevesse qualche confidenza? Naturalmente questa ipotesi non è mai stata presa in considerazione, perché getterebbe una luce del tutto nuova sull’affaire Moro nonostante il fatto che la trovata della seduta spiritica riporti a topoi narrativi di oltre atlantico più che autoctoni. Si tratta naturalmente di pure ipotesi, senza alcunissima prova, ma testimoniano dell’ambivalenza della storia del Paese dove ad ogni biforcazione si trovano enigmi mai risolti e di certo non rassicura il  fatto che il principale protagonista della seduta spiritica di quel lontano 1978 sia stato anche il protagonista della cattività sotto l’euro: quali anime glielo hanno suggerito?

E le stesse domande possono essere poste su molti altri fatti per esempio sui rapporti del pool mani pulite e segnatamente di Di Pietro con l’ambasciata americana retta a suo tempo da Reginald Bartholomew che non ha avuto difficoltà a rivelarlo, , oppure la confusa nascita del Movimento cinque stelle i cui germi si possono far risalire al febbraio del 2007 quando lo stesso Di Pietro nomina  Gianroberto Casaleggio, già curatore del blog di Grillo, massone e seguace del guru armeno Gurdjieff, come esperto del ministero per le strategie comunicative ed i nuovi media. Quali fantasmi sono stati i loro suggeritori, quali soffiate hanno ricevuto, da chi sono stati usati? Quanto c’è di spontaneo e quanto di pianificato in queste vicende? Adesso che questo mondo si va frantumando e gli stessi protagonisti sono a loro volta in via di diventare fantasmi essi stessi, forse bisognerebbe fare uno sforzo per comprenderlo meglio.