uomini e topiCiò che mi inquieta e mi illumina è la strana coincidenza tra la furbata di Renzi, uscito da Pd per afferrare le palle di Conte dopo averlo aizzato e illuso di aver fatto il colpo grosso e l’uscita per i tipi della Mondadori del libro di tale Giulia De Lellis, grandefratellista da parruccheria e  dicitur incapace di scrivere da sola una singola frase,  “Le corna stanno bene su tutto” in cui si racconta una banalissima e risaputa storia di futili tradimenti dietro le quinte della vacherie televisiva. Le due cose diventate immediatamente fulcro vuoi della rappresentazione politica che della grande editoria, restituiscono in tutto il suo  orrore il degrado del Paese, la guerra per bande di un ceto politico  diviso tra furbi e idioti, ma entrambi servi dei  poteri economici e poltronari senza vergogna, disposti a tutto pur di conservarsi la prebenda, anche quando sono stati eletti proprio per porre fine al mercato delle indulgenze. Ma anche di un popolo “piccolo” aggrappato come un mollusco allo scoglio delle proprie paure, a cui piace talmente guardare dal buco della serratura che quasi non ha vita propria, ma vita televisiva.

Ci meritiamo  pienamente Renzi e la De Lellis, le invereconde nullità pentastellate, l’opposizione sotto forma di Salvini o le alate parole del compiacione Cacciari, perché è proprio il degrado della cultura ad accompagnare come un’ombra di banco il degrado politico. Non abbiamo più poesia, la narrativa è ridotta ad operazioni editoriali, le ideologie diverse da quella che inconsapevolmente si professa, sono esorcizzate come male assoluto, la filosofia si è rifugiata nell’accademismo  più futile e auto referenziale, l’arte è divenuta showbusiness, la musica viene composta al computer o peggio ancora ad imitazione del computer ed è ormai solo una sorta di droga leggera che rievoca i ritmi placentari, il teatro vive del solo ricordo di se stesso, i musei sono divenuti dei mercati e i beni culturali sono offerti in leasing o marciscono. Tutto è diventato “instant”, frutto di suggestioni ed emozioni momentanee, ed è inevitabile che la politica la quale non è altro che la socializzazione del potere sia essa stessa travolta dall’asportazione chirurgica di senso critico e di prospettive, di tutto ciò che appunto non sia instant o dell’ultimo minuto: anche i cinque stelle non erano che un instant partito e Renzi un instant leader che oggi propone il partito divertente, la compagnia di giro che saluti le cosiddette tradizioni novecentesche e si trasformi in compagnia di spettacolo. Qui non è in questione la cultura dei singoli o il fatto che uno abbia letto Proust o Tomas Mann (anche se farebbe solo bene) o che conosca qualcosa di storia o di scienza, quanto meno del suo funzionamento e dei suoi metodi, e non è nemmeno il rapporto tra intellettuali e politica: è il fatto  è che manca la consapevolezza del presente e delle prospettive della sua trasformazione, è venuto meno un sistema di saperi per cui anche avendo lo spirito di lottare per qualcosa non si sa più per cosa lottare e tutto viene lasciato o all’improvvisazione o a un potere immutabile e invisibile contro il quale non si può fare nulla se non  sfruttare i pezzetti di formaggio sparsi per far meglio funzionare le trappole del pensiero unico. Siamo diventati topi politici

Non ci può essere alcun cambiamento reale se non c’è un cambiamento di idee e di paradigma che offra la capacità di uscire fuori  dal circuito dell’individualismo – egoismo – consumismo che come avrebbe detto Focault  plasma i desideri, i bisogni stessi degli
uomini e ne controlla il corpo e la mente. Abbiamo bisogno di qualcosa che risolidifichi la società attorno a delle idee di trasformazione che non siano futili o frivole e momentanee come miraggi. Finché rimarremo allo stato gassoso più che liquido non potremo che avere come fari nella notte i Renzi, i Conti, le De Lellis, i poltronari pentastellati  e il falsi e innocui profeti di ogni tipo, potremo avere solo illusioni e disillusioni non vittorie e nemmeno sconfitte.